Lo scrittore ucraino Andrei Kurkov è tornato a Verona, alla libreria Pagina12, per raccontare il suo libro Api grigie (traduzione di Rosa Mauro, Keller, 2023), in dialogo con Roberta Camerlengo, titolare della libreria, e supportato dall’interprete Andrea Bertazzoni.

Il libro risale al 2019 e non vuole essere un racconto di imprese militari, ha precisato subito l’autore. Ha piuttosto il desiderio di far conoscere la vita delle persone, l’aspetto umano della guerra, iniziata ormai quasi dieci anni orsono nella regione del Donbas e, in particolare, in quella zona grigia, rimasta senza servizi, senza giurisdizione ucraina né russa, a causa del conflitto.

Era una zona, ormai sparita perché il fronte si sposta continuamente, che allora comprendeva molti villaggi in cui si viveva a stento, dipendente dagli aiuti volontari esterni per quanto riguardava medicinali e viveri e dove lo spazio aereo era sorvolato soltanto da missili e aerei militari.

La zona grigia del Donbas

Da sinistra l’interprete, Andrea Bertazzoni, l’autore ucraino (che scrive in lingua russa) Andrei Kurkov e Roberta Camerlengo di Pagina12. Foto di Laura Bertolotti.

Il romanzo racconta appunto di due uomini, Sergej e Pašca, vicini di casa e nemici fin dall’infanzia, ultimi abitanti rimasti nel villaggio, che devono per forza collaborare per sopravvivere agli stenti e all’estrema rigidità dell’inverno.

Mentre Pašca intrattiene piccoli loschi affari con i russi, Sergej accudisce amorevolmente le sue api, come simbolo consolatorio di organizzazione e produttività, fino a quando si accorge che anche il miele risente della devastazione procurata dalla guerra. Allora decide di portare le sue sei arnie altrove.

E comincia così «un viaggio tra confini, passaporti, luoghi comuni» ha sottolineato Camerlengo. «Un viaggio di conoscenza per lui e per noi che leggiamo. Non senza situazioni dense di ironia che rimandano a un’idea di Ucraina come involucro di tanti costumi diversi, in cui le persone con un cuore buono, nonostante tutto, riescono a condividere».

«Un viaggio tra confini e luoghi comuni»

In un Paese che comprende ventisei diverse regioni, in cui si parlano una quindicina tra lingue e vernacoli, c’è una grande ricchezza di tradizioni che nemmeno l’ex Unione Sovietica era riuscita a sopprimere, però «in questo momento tutto ciò che è russo è visto con sospetto, anche i miei libri non vengono più tradotti e ricevo critiche anche dai miei colleghi» ha continuato Kurkov, reduce dalla presentazione del libro a Pordenonelegge e in tour promozionale in Italia. «Dovranno trascorrere molti anni prima che la stessa lingua russa non appaia più tossica».

In Api grigie si respira un senso di attesa che i personaggi provano insieme a un inevitabile fatalismo. «Non solo per i ricongiungimenti famigliari, proprio l’attesa della fine, l’attesa della vittoria» ha suggerito Camerlengo.

La copertina di Api grigie di Andrei Kurkov, edito da Keller, 2023.

Questo romanzo si è aggiudicato nel 2022 il National Book Critics Circle Award negli Stati Uniti, e il Prix Médicis in Francia. Andrei Kurkov è autore tradotto in diverse lingue, ha anche lavorato come giornalista, si è occupato di cinema e firmato molti testi di letteratura per l’infanzia.

Cinque anni fa era già stato a Pagina12 per presentare Picnic sul ghiaccio ( traduz. di Rosa Mauro, Keller, 2017). In questi anni ha svolto un’intensa opera di informazione all’estero per spiegare la realtà Ucraina, continuando a scrivere, e il suo ultimo libro, L’orecchio di Kiev (traduz. di Claudia Zonghetti, Marsilio, 2023) è stato finalista al Premio Strega Europeo 2023.

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