Già da alcuni anni le giurie del Festival di cinema africano di Verona scelgono di premiare i registi e le registe che mettono al centro del proprio lavoro lo sguardo dei giovani, le discriminazioni di genere e l’attenzione verso l’ambiente.

E non fa eccezione il podio della 40esima edizione del Festival di Cinema Africano di Verona.

A sancire i premi 2021 sabato 13 novembre al Teatro Santa Teresa sono state la giuria ufficiale, per le sezioni PanoramAfrica e Africa Short, gli studenti e le studentesse dell’Università degli studi di Verona, lo Spazio Scuole composto dai giovani dell’istituto Sanmicheli, e la giuria della Casa Circondariale Di Montorio e il pubblico in sala.

I premi della giuria ufficiale

La giuria ufficiale, composta da Tahar Chickhaoui, Nadia Harek e Vanessa Lanari, ha decretato i film vincitori della 40esima edizione del Festival di Cinema Africano.

Per la Sezione PanoramAfrica Miglior lungometraggio in concorso, il film vincitore è You will die at twenty di Amjad Abu Alala per la straordinaria capacità di raccontare le costrizioni e i vincoli che il giovane protagonista è costretto a vivere in una società rassegnata e immutabile e la eccezionale padronanza delle immagini che scandiscono il racconto.

La Giuria inoltre ha deciso per una menzione speciale a It’s not a burial, it’s a resurrection di Lemohang Jeremiah Mosese, per il potente e silenzioso grido di protesta lanciato alle generazioni successive, a cui prestare attenzione prima che sia troppo tardi, per le ingiustizie sociali effettuate troppo spesso in nome del progresso.

Una scena del film ” It’s not a burial, it’s a resurrection

Per la sezione AfricaShort Miglior cortometraggio la giuria ufficiale ha premitato Doah di Farzad Samsami, per la forza delle due protagoniste nel ribellarsi ad un sistema che crea un gioco di esclusioni senza fine e la capacità di decostruire i pregiudizi di una società patriarcale.

Premio studenti

Il film vincitore per gli studenti dell’Università degli Studi di Verona è il cortometraggio Le Bain della regista Anissa Daoud.

Con maestria cinematografica, il cortometraggio alterna scene parlate alle sole inquadrature fotografiche, dichiarando forte e chiaro il significativo ruolo del silenzio. Se le parole, infatti, spesso manifestano necessità altrui, la riservatezza del protagonista compete a un campo più intimo, poco accessibile con il semplice suono della voce. I tentativi di dialogo, se non corti o inconcludenti, acuiscono la rabbia repressa, il senso di inadeguatezza e il disagio che crescono in lui.

Il tutto è abilmente amplificato dall’espressività gestuale e facciale degli attori nonché da specifici effetti: flash back e crisi allucinatorie interrompono la linearità della trama suggerendo spunti per comprenderne sempre maggiori dettagli.

Il punto di vista scelto tradisce l’innaturale fermezza autoritaria che il protagonista per primo si autoimpone per poter vivere serenamente una quotidianità che sembra non appartenergli.

L’abbraccio finale ermetico lascia ampio margine di interpretazione. 

Evocativa e poco invadente, infine, l’iconografia permea tutta la pellicola: l’acqua ricorre dalla scena iniziale del mercato a quella della vasca da bagno, ricomparendo anche nel finale.

Una scena del film Le Bein

Menzione speciale per l’ateneo scaligero a Tuk Tuk del regista egiziano Mohamed Kheidr.

Si tratta di una storia che incarna le vesti di denuncia sociale degli abusi e delle umiliazioni subite dalle donne di molti paesi, non solo in Egitto. Oltre che di donne, la storia è fatta di uomini che, pervasi dal desiderio di dominare, le infangano nei loro purtroppo vani tentativi di costruirsi il proprio spazio all’interno di una società ancora profondamente maschilista.  

La realtà descritta dal film è prossima, attuale, palpabile: penetra senza chiedere permesso alcuno nel cuore di spettatrici e spettatori, imprime in ciascun animo quel lacerante senso di amarezza combattiva di chi incontra l’ennesima ingiustizia.

La linearità e la trasparenza della narrazione ci fanno apprezzare il coraggio della protagonista che, nonostante le avversità, mantiene la propria integrità. L’obiettivo è uno solo: scoperchiare quel Vaso di Pandora, che racchiude problematiche sociali sempre più insostenibili, denominatori comuni estremamente ricorrenti: oltre all’emancipazione femminile, emigrazione, malattia, rapporti familiari….

Il risultato finale è quello di un forte coinvolgimento emotivo che conferisce grande valore a questa pellicola. 

Una scena del film “Tuk Tuk”
  • PREMIO SPAZIO SCUOLE / GIURIA STUDENTI SANMICHELI

Premio Spazio Scuole della giuria studenti del Sanmicheli a Binti della regista Frederike Migom.

Per la semplicità e l’allegria con cui il film si svolge, proseguendo lineare senza buchi di trama e con un buon ritmo che riesce a coinvolgere chiunque lo guardi. Per il messaggio chiaro e mirato che il film offre, trattando però anche temi attuali quali l’immigrazione, l’ambiente, i social (che per la protagonista sono come una seconda casa), l’amicizia e i sentimenti che nella narrazione in poco tempo abbiamo visto nascere inaspettatamente.

Menzione speciale ad Ancora un giorno dei registi Raúl de la Fuente e Damian Nenow.

Per la scelta dei registi di voler narrare una storia importante in un mix coinvolgente di animazioni e testimonianze reali dei protagonisti una menzione speciale viene attribuita anche al film “Ancora un giorno”.

Ulteriori premi

La giuria della Casa Circondariale di Montorio assegna il Premio Cinema al di là del muro al film Tuk Tuk di Mohamed Kheidr.

Per l’attualità del film che affronta temi quali povertà, immigrazione, discriminazione femminile e ignoranza; per aver delineato la figura di una mamma determinata a farsi carico dei problemi di tutta la famiglia, svolgendo un lavoro prettamente maschile e assumendo entrambi i ruoli genitoriali, per la testimonianza molto importante di questa mamma/coraggio per i figli, per le donne e tutta la società….

Il premio del pubblico in sala va a Tuk Tuk per il Miglior cortometraggio mentre per il lungometraggio a Lusala di Mugambi Nthiga.

Appuntamento online al 30 novembre

Ma non finisce qui. Il 30 novembre sarà la volta dei film vincitori del Premio del pubblico web della Sala virtuale a cui ci si può già abbonare al link e le cui proiezioni partiranno il 19 novembre alle 21, e del Premio New Generation che coinvolge tutto il pubblico degli studenti e studentesse delle scuole di ogni ordine e grado di Verona, che, per motivi dovuti alle restrizioni covid, finiranno di vedere i film fino a fine mese.

Per conoscere il titolo del film vincitore della sezione Viaggiatori&Migranti occorrerà aspettare invece l’estate 2022 quando, a luglio, all’interno dell’evento Ma che estate! saranno proiettati i 10 film in concorso.

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