È passata una settimana dalla nostra lunga diretta in streaming sui canali YouTube e Facebook che abbiamo organizzato per celebrare il primo compleanno di Heraldo. Fra gli ospiti che hanno partecipato a quelle quasi tre ore non-stop di chiacchiere e approfondimenti non ha voluto far mancare il suo apporto Avvocato di Strada Onlus, l’associazione che si occupa di fornire assistenza legale gratuito ai senza fissa dimora e che quest’anno compie i vent’anni di attività.

Con noi, quel giorno, è intervenuta la coordinatrice della sezione veronese Anna Tragni, che a suo modo ha rappresentato anche le tante associazioni di volontariato presenti sul territorio veronese e di cui Heraldo si è spesso occupato in questo primo anno di vita.

Il bilancio dell’ultimo anno

È stata l’occasione, con lei, per fare un bilancio di questi ultimi dodici mesi di attività dell’associazione, che a Verona in particolare è presente dal 2013: «Come tutta la popolazione mondiale anche noi di Avvocato di Strada abbiamo avuto molti disagi e problemi», ci ha confessato Tragni. «Consideriamo come prima cosa che purtroppo noi ancora non abbiamo una sede. Prima, in condizioni normali, operavamo prevalentemente presso i dormitori e le mense che esistono a Verona e provincia, quindi in realtà sensibili e dove era pressoché naturale trovare i nostri assistiti. Ovvio, però, che a causa dello scoppio della pandemia questi luoghi sono stati interdetti.

Da qui il problema di non poter avvicinare fisicamente chi, fra i senza tetto, può avere effettivamente bisogno di noi avvocati. Purtroppo il contatto umano in questi casi è particolarmente importante per i nostri assistiti ma anche per noi, in uno scambio sempre arricchente».

Al di là di questo aspetto pratico, i problemi che la pandemia ha comportato e che sono stati affrontati da Avvocato di Strada sono stati molti e in qualche caso hanno rappresentato delle novità rispetto a quanto avveniva prima dell’arrivo del virus in Italia.

Un problema di natura pratica, ad esempio, è stato quello dei buoni spesa: «All’inizio la distribuzione prevedeva una residenza, ma ovviamente non tutti i nostri assistiti ne hanno una residenza, anzi… allora abbiamo dovuto lavorare di concerto con il Comune affinché tutti i senza tetto risultassero comunque residenti nella cosiddetta “residenza fittizia”. La residenza è, lo ricordiamo, importante per poter accedere a tutta una serie di diritti e servizi che lo Stato concede ed eroga».

L’avvocata Anna Tragni – Avvocato di Strada Onlus Verona

Avvocato di Strada ha dovuto anche occuparsi, in quest’ultimo anno, dell’impugnazione di multe comminate a chi veniva “pescato” fuori casa. Ovvio che per chi una casa non ce l’ha questo poteva rappresentare un problema. «Il paradosso è che in questo periodo bisognava stare in casa anche se una casa non ce l’avevi» ci spiega infatti Tragni.

Uno dei casi più recenti si è verificato il 5 gennaio, quando un ospite delle case del Comune destinate all’emergenza freddo, dove ti fanno dormire ma poi la mattina sei obbligato ad uscire per poter rientrare solo dopo le 18, è stato trovato in stazione a Verona e quindi multato.

«A monte non ci dovrebbero essere persone che non hanno una dimora. È evidente che questa è utopia pura, ma un po’ di ragionevolezza e magari anche qualche deroga a certe regole che valgono sì per tutti, ma non possono valere anche per persone che non hanno una casa. Ecco, in questo mi sento di lanciare un appello: ci sarebbe piaciuto che l’amministrazione avesse più sensibilità anche quando ha interdetto alcuni spazi pubblici come parchi… la legge è dettata per i più, ma l’emarginazione porta a essere discriminati, perché non si rientra nella maggioranza. Chi non ha una casa deve almeno poter usare i parchi, le panchine, per potersi sedere, distendere e riposare.»

L’iniziativa “mascherina sospesa”

Fra le iniziative a cui Avvocato di Strada onlus di Verona ha aderito c’è anche quella della “mascherina sospesa”, che ricorda quella partenopea del “caffè sospeso”. Chi entrava in una delle farmacie che hanno aderito all’iniziativa poteva lasciare già pagata qualche mascherina o qualche materiale medico-sanitario che poi le volontarie di Avvocato passavano a ritirare per consegnarlo ai volontari della Ronda della Carità, che la sera, durante i loro giri per rifocillare i senza tetto, avrebbero distribuito. «Si è trattata di una felice collaborazione fra associazioni che si occupano dello stesso tipo di “clientela”» scherza l’avvocata Tragni, che poi, guardando al futuro, ci spiega: «Qui a Verona esiste un regolamento di polizia urbana che sanziona l’accattonaggio.

Non siamo l’unica città in Italia, sia chiaro, ma in alcune realtà evidentemente più virtuose questa normativa locale è stata modificata, soprattutto dopo che la Corte Costituzionale si è espressa sul fatto che il reato di mendicità non può avere rilevanza penale (e secondo me anche amministrativa, a questo punto). In altre città è rimasta la sanzione per l’accattonaggio molesto, mentre da noi il regolamento prevede ancora che la semplice mendicità e quindi richiesta di aiuto possa risultare sanzionabile dai vigili. Ecco, personalmente lo trovo vergognoso, e quindi non solo illegittimo, perché questa sanzione va ben oltre quella che è la nostra cultura e la solidarietà nei confronti degli altri che la nostra Costituzione per prima ci chiede di praticare.

Per i prossimi mesi i piacerebbe pertanto instaurare un dialogo con l’amministrazione comunale per cercare di modificare questo regolamento. Sono norme che vanno oltre il comune sentire. Ci arrivano spesso segnalazioni di cittadini che lamentano il trattamento riservato a chi chiede l’elemosina da forze dell’ordine.»

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