Sono ancora troppi gli incidenti stradali a Verona. Ci sono state 19 vittime nel 2022 e 14 nel 2023, con moltissimi feriti, molti dei quali con prognosi riservata. I dati sono forniti dalla Polizia Municipale, che li monitora ed aggiorna sul proprio sito. Non si tratta solo di un problema veronese, ma strutturale che affligge quasi tutti i centri urbani, in Italia e nel mondo, causato da una mobilità caotica ed irrazionale.

L’ISTAT ci ricorda che il maggior numero di incidenti non avviene nelle autostrade e nemmeno sulle statali, bensì proprio nelle aree urbane. Infatti il 73,1% degli incidenti si verifica in città, con il 44% delle vittime ed il 69,7% dei feriti. Pertanto, è necessario intervenire prioritariamente nelle aree urbane se si desidera raggiungere l’obiettivo.

Che fare? Le buone intenzioni non mancano. Il Parlamento europeo con la risoluzione del 22/06/2021, confermando la volontà di ridurre a zero la mortalità da incidenti stradali entro il 2050, ha stabilito l’obiettivo intermedio di una riduzione del 50% delle vittime entro il 2030 rispetto alla situazione pre-pandemia. Se l’obiettivo del 2050 potrebbe sembrare velleitario e lontano nel tempo, quello del 2030 è invece molto vicino, concreto e assolutamente non facile da raggiungere.

Dati allarmanti

A Verona il numero degli incidenti stradali è ancora troppo lontano dall’obiettivo di riduzione del 50% entro il 2030. La significativa diminuzione registrata nel 2020/2021 era dovuta al lockdown, ma purtroppo già nel 2022 e 2023 si è verificata una sconfortante ripresa del numero di incidenti. Azzerare le vittime da incidente stradale, ed anche solo ridurle del 50%, non può avvenire con un semplice tocco di bacchetta magica. Ci sono molte cause da affrontare e si deve procedere gradualmente, ma anche agendo in modo concreto e coordinato su vari fronti.

Indagini condotte sulle province di Verona e Vicenza, considerando gli incidenti avvenuti dal 2019 al 2023, hanno rilevato che il 35,3 % delle persone coinvolte si trovava in uno stato di alterazione psicofisica. Questa ricerca, illustrata dalla dottoressa Federica Bortolotti, è stata condotta nell’ambito del progetto PISAD (Prevenzione dell’Incidentalità Stradale Alcol-Droga) e materialmente realizzata dall’Istituto di Medicina Legale di Verona, in collaborazione con la Polizia locale.

Incidenti stradali e feriti a Verona
Incidenti stradali e feriti a Verona

Troppi automobilisti si mettono irresponsabilmente alla guida in stato di alterazione psicofisica a causa di alcol o droghe, o entrambi. La ricerca ha rivelato che non è solo un problema limitato ai conducenti di auto, ma anche di ciclisti, pedoni, utilizzatori di monopattini, coinvolti in incidenti stradali e trovati positivi all’alcol test o sostanze stupefacenti. E’ importante ricordare che anche un pedone investito sulle strisce, se risulta positivo all’alcoltest, potrebbe ridurre parzialmente le responsabilità del conducente dell’auto. Le assicurazioni sono molto attente a questi dettagli.

Se nel 35,3% degli incidenti alcol e droghe ne portano la responsabilità, nel restante 64,7% sono la velocità eccessiva e la disattenzione alla guida ad essere alla base degli incidenti. Ridurre la velocità in ambito urbano specialmente nelle zone residenziali è uno dei suggerimenti del Parlamento europeo. Ridurre la velocità da 50 a 30 Km/h diminuisce la probabilità di incidente ed in caso di collisione i danni a persone e cose sarebbero comunque molto inferiori. Nelle città, all’estero ed in Italia, dove la velocità urbana nelle zone residenziali è già stata ridotta, si è registrato un minor numero di incidenti e meno vittime, soprattutto fra ciclisti e pedoni che sono gli utenti della strada più vulnerabili.

Un cambio di mentalità

Ma non basta. Occorre adottare una visione innovativa della mobilità urbana. Le nostre città, Verona compresa, ed i cittadini che le abitano, soffrono a causa del dominio opprimente delle automobili, che anche quanto non sono in movimento, occupano inesorabilmente lo spazio delle strade. Che senso ha spostarsi in città, anche per brevi tragitti di pochi chilometri, trasportando con sé una pesante carcassa di metallo di una tonnellata, rumorosa ed inquinante, per poi spesso lottare per trovare un parcheggio?

Purtroppo l’Italia ha raggiunto il poco invidiabile primato europeo del maggior numero di auto in rapporto alla popolazione. EUROSTAT, con dati del 2022, ha confermato che siamo primi con 684 auto ogni 1000 abitanti rispetto a una media europea di 560. Ridurre il numero di auto in circolazione implicitamente ridurrebbe la probabilità di incidenti e questo dovrebbe essere l’imperativo di tutte le amministrazioni comunali. Tuttavia per realizzarlo è necessario investire in modo deciso nel trasporto pubblico collettivo ed incentivare la mobilità dolce e sostenibile.

Dimezzare il numero di vittime da incidente stradale entro il 2030, sembra ogni giorno più difficile, ma forse è ancora possibile, con azioni più decise e concrete da parte delle amministrazioni locali. Non si tratta solo di affrontare il problema della guida in stato di ebbrezza, ma di avere una visione per la città del futuro e per la mobilità urbana, che sia sostenibile e orientata al benessere dei cittadini.

Il centro storico di Verona e la “zona 30”

© RIPRODUZIONE RISERVATA