La Sala Convegni della Gran Guardia era piena, ieri sera, misure anti-Covid 19 permettendo, per accogliere l’ultimo film di Schermi d’Amore 2020. Il festival del mélo si è chiuso con Messaggero d’amore di Joseph Losey, film vincitore del Gran Prix al Festival di Cannes nel 1971 e ultimo film non solo della rassegna, ma anche della retrospettiva su Losey.

Sono proprio le retrospettive uno dei motivi di vanto di Paolo Romano, direttore artistico di Schermi d’Amore, che ne ha parlato salutando il pubblico. In particolare, «l’omaggio a Mizoguchi è stato il più applaudito». E ha richiesto un grande impegno per recuperare i quattro film della rassegna, tra cui I racconti della luna pallida d’agosto, conservato presso l’archivio dell’Academy americana, e altri restauri provenienti invece dal Giappone.

«È motivo di grande soddisfazione essere riusciti a farvi vedere tutti i film che avevamo selezionato», continua Romano. «Come è andata? Per noi bene, siamo stati soddisfatti, tenendo conto del periodo di grande incertezza».

Il festival era partito molto bene a febbraio, con un numero di abbonamenti più elevato rispetto all’edizione 2019. Questo, ovviamente, prima che il Coronavirus scardinasse tutti i programmi. Ma Schermi d’Amore «andrà avanti sicuramente», conclude il direttore, che dopo quest’anno lascerà le redini del festival. Aggiungendo un dato molto interessante: «Forse verranno cambiate le date».

Al termine della proiezione, lo abbiamo avvicinato per avere qualche dettaglio in più su quest’ultima affermazione. Chi seguiva Schermi d’Amore prima della sospensione ricorderà che il festival si teneva in aprile. E sono proprio quelle le date a cui la prossima edizione potrebbe puntare: «Ci siamo accorti che il periodo intorno a San Valentino, il periodo di Carnevale, è un momento di distrazione per il pubblico. Come Schermi d’Amore, abbiamo mantenuto per molti anni la tarda primavera, tra fine aprile e i primi di maggio. Era un periodo molto buono. La mia idea è di collocarlo nuovamente in primavera».

Romano ribadisce il bilancio positivo dell’edizione 2020, ringraziando le case di distribuzione che «ci hanno permesso di proiettare i film dopo parecchi mesi». «Il pubblico è stato sufficientemente numeroso. Naturalmente, visto il momento di grande incertezza, non ci sono i numeri di Schermi di alcuni anni fa. L’anno scorso avevamo ripreso con risultati discreti, quest’anno siamo partiti molto bene». E conclude: «Se riprenderemo in presenza con i numeri delle precedenti edizioni, penso che sarà un successo». Avanti tutta.