Giugno tempo di vacanza. Non quest’anno, non per i genitori che ad oggi non sanno ancora quale sarà il futuro dei propri figli in età scolare e che vedono ancora incerto il ritorno tra i banchi di scuola. Tante mobilitazioni negli ultimi mesi stanno coinvolgendo sia educatori sia madri e padri che necessitano di risposte. E dopo la presentazione della mozione a Palazzo Barbieri, tre gruppi di opinione pro-minori e pro-scuola veronesi si sono uniti per dare voce a studenti e famiglie che hanno terminato l’anno scolastico senza sapere quando e come torneranno in aula.

L’appuntamento è fissato per giovedì 25 giugno in Piazza dei Signori alle 18.30 con il presidio-flash mob dal titolo “Priorità ai minori, priorità al diritto all’istruzione”, organizzato da tre movimenti di opinione cittadini, “E la scuola no?”, “Ridateci la scuola”, “Per chi guarda lontano”, in collaborazione con il comitato nazionale “Priorità alla scuola”.

Valentina Infante di “E la scuola no?”

«Abbiamo deciso di unire le forze con altri due gruppi cittadini sensibili al tema minori e scuola e di organizzare una manifestazione per dare voce a bambini, ragazzi e famiglie che ancora restano in attesa di risposte fondamentali per la ripresa dell’anno scolastico a settembre», spiega Valentina Infante di “E la Scuola no?”.

A seguito del lockdown per l’epidemia da Covid-19, la chiusura forzata delle scuole, e dei servizi dell’infanzia, da evento straordinario pare essersi cristallizzato in ordinaria stagnazione ed ora che settembre si avvicina non si hanno ancora risposte chiare.

«Ad oggi non esistono ancora linee guida nazionali per la riapertura dei nidi e dei servizi nella fascia 0-3, al momento solo previste in modalità “centro estivo”, mentre le linee guida nazionali per la riapertura delle scuole, dall’infanzia alle superiori, si sovrappongono a quelle proposte dalle Regioni, generando un quadro di profonda incertezza all’interno del quale dirigenti, operatori e famiglie non riescono ad orientarsi», prosegue Valentina.

Manifestazione a Venezia del
Comitato EduChiAmo

Continuando il percorso iniziato da “Ridateci la Scuola” con il deposito di una mozione a Palazzo Barbieri lo scorso 29 maggio, nella quale veniva richiesto alle istituzioni territoriali il massimo impegno per la tutela dei diritti dei minori e per la riattivazione del comparto scuola, «la scorsa settimana siamo stati ricevuti, insieme a rappresentanti di  “Per chi guarda lontano” , dal sindaco Federico Sboarina, per ribadire i contenuti della mozione e per chiedere l’apertura di un tavolo tecnico, che dovrebbe essere convocato per questa settimana, che raccolga tutte le competenze del mondo scuola – sottolinea Giulia Ferrari di “Ridateci la scuola” -. Rappresentanti del Comune e della Provincia insieme ai relativi uffici tecnici, rappresentati del Provveditorato e dei dirigenti scolastici, affinché il Comune utilizzi tutte le risorse utili e si faccia parte attiva con Governo e Regione, per realizzare sul territorio le soluzioni indispensabili per la ripartenza a settembre e assicurare che nessuno venga lasciato indietro. Non i bambini i cui diritti paiono essere stati dimenticati, non gli adolescenti lasciati a navigare a vista in un periodo così complesso della loro vita, non le famiglie prive di ammortizzatori sociali adeguati. Non le madri che hanno scontato in misura drammatica le difficoltà del rientro lavorativo.»

«Riteniamo necessario far sentire con forza le richieste di chi sino ad ora è rimasto senza voce, senza risposte e senza prospettive chiare – conclude Ilaria Rigoli di “Per chi guarda lontano” –  per questo chiediamo ai genitori e a tutti i cittadini di partecipare al flash mob per chiedere il rispetto della dignità e della salute psicofisica dei minori, la riapertura delle scuole a settembre che tenga conto della situazione sanitaria nazionale ed europea e dell’evolversi della letteratura scientifica, nel rispetto della specificità di ogni fascia di età, e l’attribuzione di risorse straordinarie alle scuole di ogni ordine e grado. Uno Stato civile non può che partire dalla scuola, non può che ripartire dai bambini che saranno il futuro per tutti, perché una comunità che non investe sul domani è destinata all’atrofia sociale.»