Oggi, all’alba del 28 febbraio, a poco più di un mese dalla battaglia delle Due Torri (quelle in via Aldo Moro, a Bologna), quando le forze del bene hanno respinto l’assalto delle orde salviniane, possiamo dare un giudizio sul movimento delle Sardine? Possiamo finalmente dire che si è trattata di una delle più fugaci cotte estive vissute dall’opinione pubblica italiana?

Da qualche parte, un paio di mesi fa, scrivevo che anche per le Sardine sarebbe arrivato settembre. Che la passione travolgente per questo flash mob, poi diventato movimento d’opinione, avrebbe dovuto scontrarsi con la fine dell’estate, il ritorno alla quotidianità e via dicendo. Esattamente come ogni innamoramento estivo che si rispetti.

Avete presente le cotte estive vero? Quelle del romanticismo impacciato alla “two is megl’ che one”, delle bionde trecce gli occhi azzurri e poi cantati davanti a un falò sulla spiaggia. Quando anche se a casa c’abbiamo la fidanzatina che ci aspetta, un limone ci scappa. Magari si fa anche il bagno di notte tutti ignudi. Robe che mai vi sognereste di fare per tutto il resto dell’anno, ma che sotto le stelle e col profumo di salsedine diventano improvvisamente attraenti ed eccitanti. Quello che è successo un po’ a tutti con Santori&friends da novembre in poi. Sono le vacanze, bellezza.

E le campagne elettorali, non sono forse le vacanze estive della politica? Prima delle elezioni come all’aperitivo in spiaggia, vale tutto. Non esistono bugie o balle troppo grosse se l’obiettivo è cuccare. Addirittura ricordo un amico che durante lo stesso beach party si era spacciato per capitano della Primavera dell’Hellas, pittore avanguardista e Ministro dell’Interno, tutto nello spazio di 35 minuti netti. Un record.

Durante le vacanze le nostre difese sono più allentate. Capita allora di prendersi male per quel bagnino sempre sorridente. Che in realtà non  è neanche così bellino e simpatico, ma vabbè. E ci siamo fatti andar bene pure le Sardine. Anche se poi non è che dicessero qualcosa di nuovo, si ballava e si cantava, giovani e felici. In più si lottava contro l’avanzata dell’esercito delle ombre, vuoi mettere. Per chi pensa a sinistra, una sorta di assemblea di istituto in pubblica piazza per sentirsi ancora diciassettenni con la kefiah comprata alle bancarelle durante una gita.

Poi arriva il 26 gennaio, in Emilia si vota e il giorno dopo è per tutti il momento di fare le valige e tornarsene e casa. È tornato settembre, riprendono il lavoro, la scuola, gli scazzi quotidiani e le discussioni sulla prescrizione. Quell’amore estivo di fa sempre più vago, e ti rendi conto che il chitarrista sorridente con cui flirtavi davanti al falò non è esattamente l’Eric Clapton della Versilia, ma un Enrico Nigiotti qualunque.

Capiamoci, non c’è niente di male nelle cotte estive, ci siamo passati tutti. Solo che al momento sembra proprio questa la parabola delle Sardine. Alcuni di loro hanno pure sbagliato qualcosa. Tipo prendersi un po’ troppo sul serio. Oppure scegliere come capo carismatico uno che gira col cappello in lana alla tonno insuperabile.

Non accorgersi che apparire compulsivamente nei salotti tv, al fianco di politici e conduttori ben più preparati e infingardi, avrebbe finito per far emergere i tuoi limiti, può anche essere un errore dettato dall’inesperienza giovanile. Lo accetto. Ma farsi fotografare con Benetton e Toscani è stata una Waterloo comunicativa, come presentarsi a gente preoccupata per il proprio lavoro “per portare visibilità”, del resto. Tipo quello che ti paga il logo in pubblicità, ciao core. A proposito, Mattia, se c’è bisogno di qualche ghost writer per buttare giù un paio di dichiarazioni pubbliche, io ci sono.

Settembre non è stato clemente, non lo è mai. La psicosi collettiva da coronavirus ha relegato le Sardine ai margini del dibattito. Forse è quello il loro posto, o forse riusciranno a trasformarsi in qualcosa di diverso, più strutturate e durevoli. Vedremo. Nel frattempo per i cuori spezzati c’è sempre la stessa cura da adottare ad ogni autunno incombente. Abbiate speranza, tornerà la bella stagione. Tornerà l’estate e, con essa, pure i nuovi amori.