I giovani e Internet: la percezione che i social network e il Web siano piattaforme da “maneggiare” con cautela da parte delle nuove generazioni ancora non c’è. Cyberbullismo, parole ostili, violenza filmata, sexting e altre condizioni mettono a rischio la loro integrità. Ed è necessario e fondamentale sensibilizzare su comportamenti responsabili affinché il Web sia un luogo sicuro e positivo. Non solo, anche il ruolo della famiglia è di fondamentale importanza: gli adulti devono vigilare sui propri figli perché i pericoli sono molteplici e reali.

È nato così Fuori dalla rete, il progetto, presentato ieri a Palazzo Barbieri, che ha coinvolto l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Verona, i Servizi Socio Sanitari della ULSS 9 Scaligera, il SerD Verona, la Fondazione Aida, il  M.I.U.R. ambito territoriale di Verona e Prospettiva Famiglia, Rete “Scuola e territorio: Educare insieme”. 

Un momento della conferenza stampa di presentazione del progetto

Nel progetto sono stati coinvolti un centinaio studenti di Verona degli Istituti Giorgi, Sanmicheli e IC 18 Veronetta Porto. Circa 70 alunni hanno risposto a un questionario da parte degli operatori dell’UOC Dipendenze dell’ULSS 9 Scaligera. 
I risultati sono piuttosto allarmanti:

  • il 70% degli studenti ritiene che la maggior parte delle persone con cui si interfacciano in internet siano “sincere” e non nascondano la loro identità;
  • il 68% ritiene che la maggior parte delle informazioni che si trovano in Internet siano vere e il 55% ritiene erroneamente che ciò che si pubblica in Internet possa essere rimosso quando si vuole;
  • circa il 38% ritiene che sia divertente/eccitante fare atti di violenza per fotografarli o riprenderli in video per pubblicarli in rete; 
  • il 40% ritiene divertente pubblicare foto di se stessi sessualmente provocanti “perché può far ricevere molti like”;
  • il 58% dichiara che in Internet si possono scrivere espressioni volgari e parolacce che non sarebbero mai state usate nella vita normale.

«Le più avanzate ricerche nell’ambito della Psicologia applicata ai social network e nelle Neuroscienze hanno dimostrato che la propensione al cyberbullismo, grave comportamento patologico in grado di produrre danni anche irreparabili, rientra in un disturbo comportamentale che è necessario individuare il più precocemente possibile e affrontare in modo tempestivo ed efficace – ha spiegato il dottor Giovanni Serpelloni, direttore del SerD Verona –. Inoltre colpisce l’ingenuità dei ragazzi nei confronti dei pericoli esistenti in Internet. Questa cosa ci deve spronare a continuare interventi preventivi ed educativi puntando soprattutto sulla sensibilizzazione oltre che dei ragazzi stessi anche delle famiglie.»

Dopo il questionario è entrato nella fase di educazione e prevenzione: da ottobre 2018 a marzo 2019, sono stati creati gruppi di lavoro con gli studenti, utilizzando tecniche multimediali, di gruppo e laboratori artistici per incrementare il loro livello di consapevolezza dei rischi e far loro acquisire comportamenti preventivi. 

Come ha precisato l’Assessore alle Politiche Giovanili Francesca Briani, «l’iniziativa si propone come occasione di promuovere attraverso linguaggi artistici ed espressivi un uso responsabile di Internet e di informare in modo corretto sui rischi del Web».

Durante le riprese del cortometraggio “Fuori dalla rete”.

La classe 2C dell’Istituto Sanmicheli si è cimentata nella creazione di Fuori dalla rete, sotto la guida del filmmaker Luca Sartori. Il cortometraggio racconta l’esperienza di Sofia, una ragazza che viene bullizzata dopo aver pubblicato una foto sui social. Sofia scoprirà che l’immagine virtuale è una visione spesso distorta della realtà.

Alcuni studenti dell’Istituto G. Giorgi, in arte Giorg Tribe, hanno scritto il testo della canzone rap Pagliaccio Mascherato guidati da Fabio Resciniti. 

Il filmmaker Luca Sartori spiega ai ragazzi le tecniche di realizzazione di un cortometraggio.

Nicoletta Vicentini di Fondazione Aida con Simone Grandi e con alcuni studenti dell’Istituto Comprensivo 18 Veronetta Porto ha realizzato lo spettacolo Web Heroes. Giovani eroi in rete che «racconta – come ha spiegato Vicentini – le riflessioni dei ragazzi e gli argomenti che più li hanno toccati durante gli incontri con gli operatori del SerD. Con la semplicità e la leggerezza dell’età sono riusciti a fare una sintesi potente: la causa dei problemi con il Web? La noia e la solitudine.Questo ci da ancora di più la conferma di come siano importanti attività artistiche e partecipative come il teatro, attività che mettono in rete i ragazzi facendoli sentire protagonisti e parte di un gruppo e di come il teatro possa avere un valore di aiuto, informazione e prevenzione nelle problematiche giovanili».

I tre elaborati saranno presentati il 2 aprile al Teatro Camploy alle 21, in un evento aperto a tutti, e la mattina del 3 aprile solo per le scuole.

Sempre il 2 aprile e sempre al Camploy, ma alle 17, si terrà la tavola rotonda che risponderà a queste domande: come possiamo guidare i ragazzi verso un uso responsabile della rete? La legge come tutela le famiglie? Cosa succede nel nostro cervello quando si parla di dipendenza da Internet nelle diverse declinazioni? 

Il progetto proseguirà il 15 aprilealle 18: il Teatro Nuovo ospiteràMetti via quel cellulare, lo spettacolo tratto dal libro omonimo di Aldo Cazzullo. Il giornalista sarà presente in sala, seguirà un intervento che verrà moderato da Pino Costalunga e Paolo Valerio.

«Il teatro – ha affermato Meri Malaguti, direttrice di Fondazione Aida – aiuta a prevenire i disturbi legati a un uso distorto del Web. Attraverso il teatro si possono spiegare in maniera informale fatti, situazioni e scenari rischiosi e attivare processi che favoriscono una maggiore fiducia e percezione di sé e delle proprie capacità».