L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), istituita nel 1995 per svolgere attività indipendente di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore, ha recentemente pubblicato la sua relazione annuale relativa all’anno 2024.

Si tratta di un documento di circa mille pagine, raccolte in due volumi, ricche di preziose informazioni, tabelle, dati, considerazioni sui diversi settori di competenza dell’Autorità. Anche quest’anno, come sempre, molti gli spunti di interesse.

Ci concentriamo qui sui costi italiani dell’energia elettrica e in particolare  sugli oneri generali di sistema addebitati in “bolletta” ai consumatori.

Quanto paghiamo l’energia elettrica

Prima di entrare nei particolari della formazione del costo dell’energia elettrica è utile sapere il prezzo medio finale  pagato dagli italiani nel 2024 ed effettuare un confronto con gli altri paesi europei. ARERA ha confrontato i prezzi pagati dagli italiani nel 2023 2024 con quelli pagati da Francia, Germania, Spagna e la media dell’area Euro.

Ha suddiviso la platea dei consumatori  in Domestici, cioé le famiglie,  e Non Domestici, le aziende. Il risultato è sintetizzato nei grafici qui a fianco.

Risulta evidente che gli italiani hanno pagato l’energia elettrica tra il 15 e il 23 % in più della media europea, che le famiglie (domestici) hanno pagato il 35% in più dei non domestici e che il consumatori francesi e spagnoli hanno pagato meno della media europea.

Si paga non solo l’energia

I grafici permettono inoltre di valutare e confrontare le componenti di costo considerate in bolletta. L’istogramma utilizzato è composto da una parte gialla corrispondente il prezzo della sola energia, una parte blu relativa ai costi di trasporto sulle reti elettriche e una parte azzurra che riassume gli Oneri di sistema con tasse e imposte.

Nella composizione del prezzo, se non ci fosse la componente Oneri di sistema, la parte azzurra, il confronto fra i paesi europei risulterebbe molto più bilanciato  e non così penalizzante per gli italiani.

Mentre le componenti energia e trasporto sono facilmente identificabili e comprensibili, la non trascurabile componente riguardante gli Oneri risulta oscura, sconosciuta ai più. Attraverso la voce Oneri dovrebbero essere addebitati costi di attività afferenti il sistema elettrico, ma nel corso del tempo si sono aggiunte molte voci improprie per le quali è lecito pensare ad una più corretta loro attribuzione alla fiscalità generale.

Chi paga gli Oneri di sistema?

Prima di tutto  dalla relazione di ARERA si apprende che nel 2024 l’intera componente Oneri valeva circa 11,12 miliardi di euro.

L’addebito di questo costo fra le diverse tipologie di consumatori è una scelta prevalentemente politica. Chi sono stati nel 2024 i maggiori pagatori/benefattori?

Relazione Arera. Vol. 2 riassunto tav. 3.6 Oneri pagati per tipologia di utenti

I clienti domestici, le famiglie, con 2.67 miliardi di Euro e quelli non domestici, le imprese, con 8.23 miliardi di Euro sono stati i maggiori contribuenti  con un aumento del loro costo energetico attorno ai 45 € per Megawattora (Mwh) consumato.

Occorre precisare che fra i consumatori non domestici esiste una considerevole disparità di trattamento a seconda del livello di tensione di allaccio alla rete. I clienti allacciati in bassa tensione hanno avuto una incidenza di 70 €/Mwh, quelli in media tensione di 40 €/Mwh  mentre l’alta tensione si è fermata a 6 €/Mwh.

Una notazione particolare: per la prima volta nel 2024 le auto elettriche partecipano a questa particolare raccolta fondi. I valori sono molto bassi ma l’incidenza sul Mwh prelevato è la più alta, circa 90 €/Mwh.

Chi incassa gli Oneri di sistema?

I fondi ricavati sono stati ripartiti fra soggetti beneficiari. Come si può vedere dalla Tav. 3.8, la parte del leone è della componente “Sostegno alle fonti rinnovabili, della cogenerazione e CPI 4/62” con 7.16 miliardi di Euro di cui  5,67 miliardi sono destinati al Conto energia fotovoltaico, seguono gli aiuti alle aziende energivore con l’erogazione di oltre 1,5 miliardi, le ferrovie con oltre 1,26 miliardi, il bonus sociale per le famiglie bisognose con oltre 800 milioni, l’efficienza degli usi finali (qualunque cosa sia) con poco meno di 230 milioni.

La voce più consistente, pari a 5,67 miliardi di euro, riguarda il Conto Energia fotovoltaico, il sistema di incentivazione per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili introdotto in Italia nel 2006 (all’epoca il fotovoltaico era una tecnologia emergente) e concluso nel 2013. Questo costo continuerà a essere sostenuto, seppur in diminuzione progressiva, fino alla fine della vita utile degli impianti incentivati.

Discorso a parte per 5290 imprese energivore, il cui contributo in bolletta è stato nel 2024 tra i 200 e i 300 milioni di euro, beneficiando però di 1,56 miliardi in sgravi pagati dagli altri consumatori.

Un’ultima precisazione: dal 2023 gli oneri per lo smantellamento delle centrali nucleari chiuse nel 1990 non gravano più sulle utenze elettriche e non sono più inclusi negli oneri di sistema, come accaduto per trent’anni. Questi costi vengono ora contabilizzati direttamente nel Bilancio dello Stato e coperti dalla fiscalità generale.

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