Lunedì 28 aprile, alle 12:33, quasi tutta la Spagna e il Portogallo sono stati paralizzati da un blackout elettrico quasi senza precedenti e del tutto inaspettato. In soli 5 secondi, in tutta la penisola Iberica e nel sud-ovest della Francia, sono diventati inutilizzabili elettrodomestici e sistemi di illuminazione, bancomat e pagamenti elettronici, linee telefoniche e connessioni internet, ascensori e condizionatori, semafori, treni e aeroporti.

In un attimo, sessanta milioni di persone per quasi 24 ore si sono ritrovate nel 1800, quando l’elettricità era ancora una tecnologia sconosciuta ai più e la vita si basava sull’energia animale, sul legno e il carbone, l’illuminazione era a cera e olio, la notte veramente buia.

Grafico Carbon Brief: mostra improvvisa perdita di 15 GW potenza dalla rete spagnola alle 12:33 lunedì 28 aprile.

Spagna e Portogallo sono due fra le nazioni europee più virtuose nel perseguire la transizione energetica. Nel 2024 il 59% della domanda elettrica spagnola è stata soddisfatta da solare ed eolico e, al momento dell’incidente, circa tre quarti dell’elettricità immessa in rete proveniva da fonti rinnovabili, il nucleare l’11% e il gas circa il 5%.

Le cause

Cosa possa aver causato tutto questo non è ancora possibile saperlo.

Al momento i tecnici della Red eléctrica de España (Ree) e della Redes energéticas nacionais (Ren), le aziende, equivalenti alla nostra Terna, che gestiscono la rete elettrica nazionale di Spagna e Portogallo, si sono adoperate per il ripristino del sistema elettrico mentre il governo spagnolo ha istituito una commissione d’inchiesta indipendente per individuare le reali cause del blackout.

Quale occasione più ghiotta offerta agli oppositori al Green Deal europeo, per criticare l’affidabilità delle energie rinnovabili e scaricare su di esse la colpa di quanto accaduto: le rinnovabili sono variabili e imprevedibili come il sole e il vento, dicono. Un inaspettato appiglio per rilanciare il nucleare.

Imprevedibilità di chi

Parlare di imprevedibilità e variabilità in un sistema che collega milioni di soggetti produttori e consumatori di energia elettrica che agiscono indipendentemente fra loro è parlare di una caratteristica peculiare, costitutiva, ineliminabile nella distribuzione elettrica.

Nessuno si preoccupa di informare il suo fornitore quando accende o spegne la luce, avvia o ferma un motore, avvia o ferma la produzione di una fabbrica: i comportamenti dei consumatori sono imprevedibili e possono avere un impatto significativo.

D’altra parte i sistemi di produzione utilizzati dai fornitori di energia elettrica, obbligati a seguire istantaneamente i consumi, manifestano analoga imprevedibilità, hanno tempi di risposta diversi, possono subire improvvise interruzioni per mal funzionamento, possono dover limitare la produzione per mancanza di condizioni ambientali, la produzione termonucleare è rigida e poco si adatta a gestire la variabilità.

Ruolo della rete elettrica

Da sempre alla rete di distribuzione è assegnato il compito strategico di gestire la variabilità e l’imprevedibilità dei comportamenti assicurando la massima possibile continuità del servizio.

La rete elettrica europea funziona con corrente alternata, cioè un flusso di elettroni che alla velocità della luce inverte la propria direzione con frequenza standard di 50 Hz (hertz), cinquanta oscillazioni al secondo, un valore che resta stabile se la produzione pareggia costantemente il consumo.

SwissGrid: Rappresentazione della funzione equilibratrice della rete elettrica. Controllo della frequenza

Appare evidente che il perfetto, costante, istantaneo pareggio fra produzione e consumo è praticamente impossibile e la frequenza varia continuamente. Quando però i valori di frequenza, dovuti a sensibili differenze di domanda offerta, escono da una banda di tolleranza molto stretta,massimo 0,05-0,1 Hz, entrano in funzione sistemi di protezione dell’intero sistema elettrico che staccano tutto ciò che è collegato, provocando il blackout.

Alle 12.33 del 28 aprile la frequenza in Europa è scesa bruscamente a 49,85 Hz, segno che c’è stata una produzione nettamente più bassa della domanda.

Blackout da sempre una minaccia

I blackout, più o meno estesi, succedono frequentemente e non sono un fenomeno esclusivo delle reti ad alta penetrazione di rinnovabili.

Si ricordano alcuni fra gli episodi più clamorosi.

  1. negli anni 1978, 1987 e 1999 la Francia, celebrata come “patria del nucleare”, ha vissuto importanti blackout
  2. in Italia il 28 settembre 2003  alle 3:01 del mattino la corrente elettrica si è interrotta in tutto il territorio (tranne la Sardegna) per un incidente sulle linee di transito attraverso la Svizzera.
  3. Nel 2003, la  Svezia ha subito un grave blackout quando il reattore nucleare di Oskarshamn Unit 3 si è improvvisamente fermato, perdendo 1,2 GW in un minuto. 


Come si affrontano questi problemi?

Le modalità per attenuare e prevenire fenomeni di interruzione, sbilanciamento delle reti elettriche sono conosciuti e la loro implementazione è prevista in tutti i Piani Nazionali Integrati Energia e Clima (PNIEC) dei Paesi Europei: aumentare le interconnessioni fra le reti elettriche europee, considerare i sistemi di pompaggio idroelettrico e soprattutto investire in accumuli elettrochimici di grandi dimensioni sistemi Bess (Battery Energy Storage System).

La penisola iberica (Spagna e Portogallo) ha un unico punto di interconnessione con il resto dell’Europa continentale di solo 2,8 GW appena il 2% della massima potenza richiesta nel Paese; in confronto la rete italiana ha sei interconnessioni con l’estero per una potenza di 11.4 GW, il 18% della massima potenza richiesta.

In Spagna, dove capacità eolica e fotovoltaica è pari a 64,5 GW, i sistemi di accumulo Bess (Battery Energy Storage System) connessi alla rete hanno una capacità complessiva di 0.060 GW, cui vanno aggiunti  6,3 GW di impianti di pompaggio e 1 GW di accumuli termici per un totale di 7.4 GW, mentre in Italia dove la capacità eolica e fotovoltaica è inferiore (50,9 GW)sono disponibili 1 GW di Bess e circa 19,72 GW di impianti di pompaggio per un totale di 20.72 GW.

A questo punto, per una corretta interpretazione di quanto avvenuto ed evitare interessate conclusioni di parte, basterebbe leggere, anche senza traduzione, quanto scrive sul suo sito Red Eléctrica, gestore della rete di trasmissione spagnola: «La capacidad de intercambio de esta interconexión ronda los 3 GW, lo que representa un bajo nivel de interconexión para la península».

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