In un anno davvero “nero” per il commercio tradizionale, lo shopping per i regali di Natale potrebbe salvare, almeno in parte, il bilancio di fine anno. A stimarlo è Coldiretti, che in Veneto lancia con Campagna Amica l’operazione “Festività a km 0” con cesti personalizzati e “buoni esperienza” in agriturismo, e allo stesso tempo mette in guardia contro le possibili truffe sul canale E-commerce.

«Gli acquisti a km zero – spiega Coldiretti – daranno ossigeno al Made in Italy che, l’anno scorso nello stesso periodo contava in una spesa regionale di 460 milioni di euro per i regali da mettere sotto l’albero». Si tratta di un importo complessivo di 220 euro a famiglia secondo l’analisi di Coldiretti Veneto sulla base della Xmas Survey della Deloitte con abbigliamento ed accessori, prodotti alimentari e giocattoli che salgono nell’ordine sul podio dei regali più gettonati insieme a libri e musica. Tra i doni preferiti c’è l’enogastronomia anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola, che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per le serate da passare in casa.

Ma con l’aumento record del 29,2% del commercio elettronico nel 2020 scatta l’allarme per il rischio truffe nella spesa on line, soprattutto in arrivo delle feste di Natale e Capodanno durante le quali lo scorso anno sono stati spesi 5 miliardi di euro per imbandire le tavole. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi nove mesi dell’anno divulgata in occasione della conferenza web “#NoFakeFood. Stop agropirateria: difesa del Made in Italy e del patrimonio agroalimentare da contraffazioni e Italian sounding”.

Ad abbattere ogni record di vendite contribuirà il Covid-19, che ha modificato sensibilmente le abitudini di acquisto degli italiani, facendo crescere il numero di consumatori che si rivolge al web per le proprie spese. Sulle tavole di tutto il mondo, con l’emergenza Coronavirus e la frenata del commercio internazionale, i falsi Made in Italy a tavola hanno superato, secondo l’analisi della Coldiretti, l’astronomica cifra di 100 miliardi di euro sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia. «Infatti – aggiunge Coldiretti – dalla lotta alla contraffazione e alla falsificazione dei prodotti alimentari italiani di qualità potrebbero nascere trecentomila nuovi posti di lavoro.»

Secondo il Codacons, associazione che in Italia monitora la propensione alla spesa delle famiglie e l’andamento degli acquisti, 25 milioni di italiani (+47% rispetto al 2019) anticiperanno in questi giorni di promozioni online (dal Black Friday al Cyber Monday) i regali di Natale. Questo perché – spiega l’associazione – le restrizioni sul fronte dei negozi, la paura dei contagi e l’incertezza sul futuro del commercio tradizionale inevitabilmente spostano gli acquisti dai negozi fisici al web.
E come ogni anno, il Codacons mette in guardia i consumatori da possibili truffe, sempre in agguato specialmente quando si compra sul web, e si aggiunge a Coldiretti nel diffondere consigli utili per evitare fregature e brutte sorprese.

Acquistando beni alimentari online il rischio maggiore è quello di incorrere in prodotti di bassa qualità o addirittura contraffatti, con rischi potenziali anche per la salute come dimostra il rapporto dell’Istituto per la tutela della qualità e repressione frodi (Icrqf) che nei quattro mesi della prima ondata dell’emergenza Covid ha effettuato ben 558 interventi per la rimozione di inserzioni irregolari di prodotti alimentari sui siti Alibaba, Amazon e Ebay nel periodo da febbraio a maggio 2020. «Tra i prodotti più taroccati – sottolinea la Coldiretti – c’è certamente l’olio di oliva extravergine che ha il 45% dei casi di irregolarità ma sotto attacco ci sono anche i formaggi più prestigiosi come Parmigiano Reggiano e il Gorgonzola, i salumi dalla Soppressata al Capocollo, dalla salsiccia alla pancetta di Calabria fino al prosciutto Toscano ed anche i vini a partire dal Prosecco (5%)».

Le contraffazioni riguardano anche i prodotti tutelati a livello comunitario come quelli biologici o a denominazione di origine Dop/Igp per le quali l’Italia detiene il primato a livello europeo con ben 305 riconoscimenti. Sul web tra le falsificazioni spiccano anche i cosiddetti kit per produrre formaggi e vini italiani: i “cheese-kit” e i “wine-kit”. In merito ai “cheese-kit”, sono state scoperte confezioni contenenti tutto il necessario per ottenere una mozzarella in 30 minuti o altri formaggi italiani in 2 mesi. Il “wine-kit” invece è lo strumento utilizzato per la preparazione di vino in polvere: consiste in un preparato solubile in polvere che, stante a quanto dichiarato sulla confezione, permetterebbe di riprodurre i più noti vini italiani, quali il Brunello o il Barolo. Il problema è anche normativo: se in alcuni paesi la vendita dei kit è illegale, in altri non lo è.

«Con l’emergenza Covid più di 8 italiani su 10 (82%) cercano sugli scaffali dei supermercati e vogliono portare sulle tavole di casa i prodotti del vero Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro degli italiani» ha affermato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «la voglia di 100% Made in Italy è una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione ed i mercati degli agricoltori di Campagna Amica per promuovere le produzioni del territori e combattere il fake food».

La “borsa del contadino”, “il cofanetto di Giovanni “la scatola dei sapori dei Colli” ed ancora il “tris di fuoco” sono solo alcune proposte di pacchi natalizi realizzati dai produttori nei mercati di Campagna Amica del Veneto. «Tra le opportunità del tutto pronto – spiega Diego Scaramuzza presidente regionale di Terranostra – ci sono i “buoni esperienza” o per pranzo negli agriturismi da omaggiare ad amici e famigliari per uscire e cercare evasione in luoghi sicuri e isolati dove spesso si trovano le aziende che danno accoglienza e ristorazione.  Anche questa è una formula che incontra il favore di genitori che omaggiano figli oppure nonni che vogliono ricordare i nipoti. L’idea vale anche con menù “a domicilio».

Il consiglio della Coldiretti, anche in vista dell’appuntamento con il Natale a tavola, è quello di verificare l’identità del venditore on line privilegiando chi ha un legame diretto con la terra o appartiene ad una rete strutturata di agricoltori come “Campagna Amica” ma anche di assicurarsi che il prodotto in vendita sia realmente tipico della zona da cui proviene, magari stando attenti che il nome del prodotto non sia “storpiato” come spesso accade quando ci si trova davanti delle imitazioni delle più note specialità Made in Italy.

Sulle immagini dei prodotti vanno cercate, se possibile, le indicazioni in etichetta relative all’origine. I prodotti a denominazione di origine (Dop e Igp) devono avere ben evidente il logo che li contraddistingue. In caso di prodotto venduto come biologico, occorre anche qui controllare che riporti in etichetta il logo europeo che certifica che la produzione sia stata effettuata con metodi bio. Ma bisogna pure diffidare dei prezzi troppo bassi per prodotti agroalimentari di particolare pregio.

Grazie al pressing della Coldiretti c’è in Italia l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per la carne impiegata nei salumi, entrato in vigore proprio lo scorso 15 novembre, ma anche quella per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 era entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. «A livello comunitario – conclude la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca.»

Ad inizio novembre il Parlamento europeo ha approvato l’accordo tra l’UE e la Cina per proteggere dalla contraffazione 200 specialità alimentari europee e cinesi. 100 prodotti con Indicazione Geografica (IG) tra cui 26 sono italiani come l’aceto balsamico di Modena, il prosciutto di Parma e il San Daniele, la mozzarella di bufala campana e il Parmigiano Reggiano, oltre a numerosi vini e altri formaggi saranno protetti contro l’uso improprio e l’imitazione in Cina.