Cop28 è il 28° incontro annuale sul clima delle Nazioni Unite in cui i governi discuteranno su come limitare e prepararsi al futuro cambiamento climatico.

Il vertice si terrà a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, da domani, 30 novembre, al 12 dicembre 2023.

Cop sta per “Conferenza delle parti”, dove le parti sono i Paesi che hanno firmato l’originale accordo sul clima delle Nazioni Unite nel 1992.

Sarà un momento fondamentale in cui il mondo farà il punto sui risultati raggiunti rispetto all’accordo di Parigi, tramite il primo Global Stocktake (Gst) che fornirà una valutazione completa dei progressi compiuti. Ciò contribuirà ad allineare gli sforzi sull’azione per il clima, comprese le misure che devono essere messe in atto per colmare le lacune in corso.

La presidenza Cop28 degli Emirati Arabi Uniti lavorerà per garantire che il mondo risponda alla Gst con un chiaro piano d’azione.

Chi ci sarà alla Cop28?

Saranno rappresentati con i loro inviati più di 200 governi. Non ci si aspetta partecipino anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e Xi Jinping della Cina, ma entrambi i Paesi saranno debitamente rappresentati. Il primo ministro britannico Rishi Sunak parteciperà e Buckingham Palace, mentre ha confermato la sua presenza anche re Carlo, che Il 1° dicembre terrà un discorso di apertura ai delegati. Parteciperanno  anche enti non profit ambientali, gruppi comunitari, imprese e gruppi religiosi.

La conferenza stampa oggi con il segretario esecutivo dell’UNFCCC Simon Stiell, Foto dalla pagina Facebook della Cop28.

Alla conferenza doveva partecipare anche papa Bergoglio, ma per motivi di salute ha dovuto disdire la sua presenza. Ricordiamo che non sono mai mancati in passato gli appelli del papa: dall’enciclica “Laudato Si’” del 2015 sulla cura della “casa comune” alla “Laudate Deum”, un appello alle persone di buona volontà a prendersi cura del creato con azioni internazionali per scongiurare gli impatti sul pianeta del global warming.

Ora a Dubai una delegazione pontificia parteciperà in maniera fattiva ai lavori del summit e non solo nel ruolo di “osservatore” come avveniva una volta.

Perché indire la Cop28 a Dubai è contraddittorio?

Gli Emirati Arabi Uniti sono una delle prime 10 nazioni al mondo produttrici di petrolio. Il sultano Ahmed al-Jaber, presidente dei colloqui Cop28 è anche stato nominato amministratore delegato della compagnia petrolifera statale.

Il petrolio – come il gas e il carbone – è un combustibile fossile, questi gas sono la  principali causa del cambiamento climatico e del surriscaldamento globale perché quando vengono bruciati, rilasciano gas serra come la CO2.

La compagnia petrolifera di Jaber prevede, purtroppo, di espandere la capacità produttiva. Sì teme pertanto che gli Emirati Arabi Uniti approfittino del loro ruolo di ospite per concludere accordi su petrolio e gas.

Jaber ha precedentemente sostenuto di essere sì intenzionato a spingere l’azione dell’industria petrolifera e del gas ma, in quanto presidente della società di energia rinnovabile Masdar, ha anche caldeggiato l’espansione di tecnologie pulite come l’energia eolica e solare.

al-Jaber: «Verso una transizione energetica pragmatica»

Nel comunicato emanato dal sultano si legge che “Alla Cop21 del 2015, il mondo ha accettato di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali entro il 2050. Per rimanere sull’obiettivo, la scienza ci dice che le emissioni di gas serra devono essere dimezzate entro il 2030. Abbiamo solo altri sette anni per raggiungere questo obiettivo. La Cp28 Emirati Arabi Uniti è una grande opportunità per ripensare, riavviare e rifocalizzare l’agenda climatica.

ll sultano Ahmed al-Jaber, presidente dei colloqui Cop28.

Lavorando con il segretario esecutivo dell’UNFCCC sotto l’egida delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nonché con il contributo degli Emirati Arabi Uniti, mi impegno a costruire un consenso tra le parti per guidare l’azione per il clima.

Insieme, daremo la priorità agli sforzi per accelerare la riduzione delle emissioni attraverso una transizione energetica pragmatica, riformare l’uso del suolo e trasformare i sistemi alimentari. Lavoreremo per mobilitare soluzioni per i Paesi vulnerabili, rendere operativi perdite e danni e offrire la conferenza più inclusiva possibile”.

Perché è importante la Cop28?

Si spera che la Cop28 contribuisca a mantenere alto l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a lungo termine entro 1,5 °C. Questo fu concordato da quasi 200 Paesi a Parigi già nel 2015. Tale obiettivo è fondamentale per evitare gli impatti più dannosi del cambiamento climatico.

Secondo l’organismo delle Nazioni Unite per il clima, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) il riscaldamento a lungo termine è attualmente di circa 1,1 °C o 1,2 °C rispetto ai tempi preindustriali – cioè il periodo prima che gli esseri umani iniziassero a bruciare combustibili fossili su larga scala.

Tuttavia, studi e dati recenti suggeriscono che il mondo si sta riscaldando ad un ritmo maggiore, tanto che sono ipotizzabili anomalie tra 2,4°C e  2,7°C di riscaldamento entro il 2100, anche se vi é un certo margine di errore.

Di conseguenza, come detto dall’Onu la finestra per mantenere il limite di 1,5 °C è a portata di mano, ma si sta “riducendo rapidamente”.

Prosegue il trend positivo di riscaldamento climatico e di aumento della CO2

Alla Cop27, l’UE e altri Paesi sviluppati avevano rafforzato la promessa di mantenere il limite dell’aumento termico globale a meno di 1.5 °C.

Purtroppo i loro sforzi sono stati vani e il global warming prosegue la sua crescita pilotato dal continuo aumento della CO2.

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