Le immagini che vediamo in questi giorni in TV sulla tragedia che stanno vivendo i nostri concittadini della Romagna angosciano ed allarmano. Occorre esprimere loro la massima solidarietà, aiuto e comprensione e pensare che tutti noi potremmo improvvisamente essere colpiti da analoga tragedia.

Niente deve impedirci quindi di rimarcare, una volta di più e con forza, che si tratta di una tragedia annunciata, preceduta da una ormai lunga serie di simili disastri, segnale di un crescendo esponenziale di eventi climatici negativi che stanno colpendo tutti.

Fig 1 Dichiarazione di allerta rossa in Emilia Romagna maggio 2023

Che l’area affacciata sul Mediterraneo fosse un’area particolarmente delicata, fragile e, per la sua particolare posizione geografica, maggiormente influenzabile dai cambiamenti climatici in atto, era noto da tempo.

Lo ha ben documentato, descritto con toni allarmati, il Sixth Assessment Report, Climate Change 2022 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) , nel capitolo  riguardante l’Europa, pubblicata il 27 febbraio 2022. Ma non era la prima volta che L’IPCC lanciava questo tipo di allarme.   

Rischio climatico europeo

Il rapporto identifica quattro specifiche categorie a rischio per l’Europa: le ondate di calore, le perdite sostanziali nella produzione agricola colpita da caldo e siccità, la scarsità di risorse idriche e la maggiore frequenza e intensità di inondazioni.

Eventi climatici tropicali con alternanza repentina di periodi di severe siccità eccessive e disastrose precipitazioni.

Il Sud dell’Europa, tutta la regione mediterranea in particolare, è molto fragile.  

Per gli scienziati italiani appartenenti al Centro Mediterraneo Cambiamenti Climatici (CMCC), il focal point italiano dell’IPCC, gli effetti di un riscaldamento possono essere devastanti in un’area caratterizzata da una elevata concentrazione della popolazione urbana, un territorio in diffuso dissesto idrogeologico, sfregiato da incontrollato consumo di suolo.

Per le numerose persone che vivono lungo le coste con una forte dipendenza economica dal turismo e dalle risorse ittiche gli scienziati invitano a non sottovalutare la minaccia che viene dal mare, il cui livello sta aumentando, invaderà le zone costiere e l’acqua salata risalirà sempre più le foci dei fiumi inaridendo le campagne adiacenti.

Nel Sud dell’Europa poi il numero di giorni con insufficienti risorse idriche (disponibilità inferiore alla richiesta) e siccità stanno aumentando. Nella prospettiva di un aumento della temperatura globale di 1,5 °C e 2 °C la scarsità idrica riguarderà, rispettivamente, il 18% e il 54% della popolazione.

A proposito dell’IPCC

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è l’organismo delle Nazioni Unite per la valutazione della scienza relativa ai cambiamenti climatici e fornisce ai leader politici valutazioni scientifiche periodiche e affidabili sul cambiamento climatico, le sue implicazioni e rischi, nonché per proporre strategie di adattamento e mitigazione. 195 gli stati membri.

Fig 2 Contributo dell’IPCC alle scienze climatiche dal 1988 (Antonio Navarra presidente CMCC)

L’imponente processo di trasparente validazione dei dati avviene in gruppi di lavoro che si occupano delle basi della scienza fisica del cambiamento climatico, dell’impatto e vulnerabilità causati dal cambiamento in atto per suggerire strategie di mitigazione e adattamento.

Dispone inoltre di una task force sugli inventari nazionali di gas a effetto serra e sviluppa metodologie per la misurazione delle loro emissioni ed assorbimenti.

L’IPCC in questo momento rappresenta il massimo della conoscenza disponibile sulla situazione climatica del pianeta con il consenso di più dei 95% degli scienziati.

Ai negazionisti …

In un momento in cui servono decisioni rapide e radicali che affrontino l’emergenza contingente in Romagna e guardino al futuro, è incredibile lo spazio dato dai media agli ormai residuali negazionisti climatici: la loro opinione prevalente (di opinione si tratta) è che quello che sta succedendo è assolutamente “naturale” e non dipende dall’attività umana.

… risponde l’IPCC.

Riscaldamento osservato e sue cause: «Le attività umane, principalmente attraverso le emissioni di gas serra, hanno inequivocabilmente causato il riscaldamento globale, con una temperatura superficiale globale che ha raggiunto il valore di 1,1°C al di sopra del livello del periodo 1850-1900 nell’intervallo 2011-2020. Le emissioni globali di gas serra hanno continuato ad aumentare, … (confidenza alta)».

Fig 3 IPCC, Correlazione temporale fra aumento della temperatura media del pianeta e emissioni di gas serra

Urgenza di un’azione integrata per il clima a breve termine: «Il cambiamento climatico è una minaccia per il benessere umano e la salute del pianeta (confidenza molto alta). Si sta rapidamente chiudendo una finestra di opportunità per garantire un futuro vivibile e sostenibile per tutti (confidenza molto alta) […]  Le scelte e le azioni messe in atto in questo decennio avranno impatti ora e per migliaia di anni (confidenza alta)».

Occorre perciò procedere rapidamente nelle azioni di mitigazione (ridurre le emissioni di CO2) e di adattamento del territorio alle condizioni climatiche divenute ormai irreversibili.

Cosa stiamo facendo


L’Europa, con la definizione degli obiettivi Green Deal al 2030 e puntando alla neutralità climatica al 2050 ha tradotto in politiche attive le indicazioni degli scienziati del clima.

L’Italia, come sottolineato dall’ISPRA (Istituto Proteziane Ricerca Ambientale) nel suo rapporto: “Le emissioni di gas serra in Italia: obiettivi di riduzione e scenari emissivi” del 23 aprile scorso, è estremamente in ritardo nel seguire l’Europa.

Nonostante questo, il Governo Meloni tenta di ritardare l’azione della Commissione Europea sulla mitigazione climatica  adottando, per esempio, posizioni retrograde sulla scadenza della vendita auto termiche dal 2035, sugli obiettivi di riqualificazione energetica degli edifici, sullo stop all’installazione di nuove caldaie a gas dal 2029.  

Quest’ultima tragedia in Romagna ci dice come il territorio in cui viviamo non sia pronto ad affrontare la nuova situazione climatica e il piano delle risorse ambientali, sempre annunciato mai realizzato, e i fondi per le opere di adattamento siano ancora considerate trascurabili per ottenere consenso politico.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi anche:

Le emissioni di CO2 non diminuiscono  

IPCC: peggio di quanto ci aspettassimo