Le associazioni promotrici hanno presentato ieri mattina il Verona Pride (previsto per il prossimo 16 luglio dalle ore 17 a partire da Piazza Brà) non solo come un momento per celebrare le diversità, ma anche e soprattutto come una vera e propria marcia per i diritti. 

Primo tra tutti quello alla sicurezza, tema molto caro ad una certa politica che sembra però chiudere gli occhi davanti alle aggressioni ai danni della comunità Lgbtqia+. Aggressioni che spesso si verificano in maniera subdola, con risate di scherno o discriminazioni nelle scuole o nei luoghi di lavoro, fino a veri e propri episodi di assalti fisici che spesso non vengono denunciate dalle vittime, per paura di non essere credute: dal 2012 al 2020 sono stati censiti in Italia 876 episodi di ordinaria omofobia per un totale di 1.166 vittime. Dall’inizio del 2022 a maggio scorso, gli episodi ammontano già a 27.

Una svolta dai tempi delle mozioni omofobe

Giovanni Zardini, presidente del Circolo Pink, ha ripercorso la storia delle mozioni omofobe approvate a Verona nel 1995 dalla giunta presieduta dall’allora sindaca Michela Sironi Mariotti e che respingevano, in sostanza, la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo l’anno precedente, nella quale si invitavano gli Stati membri ad abolire gli ostacoli alla parità di diritti per le coppie omosessuali.

La richiesta esplicita delle associazioni organizzatrici del Pride al nuovo sindaco Damiano Tommasi è stata di abolire quelle mozioni, nel corso del mandato che lo vedrà alla guida della città per i prossimi 5 anni.

A sinistra, Giovanni Zardini, presidente del Circolo Pink, intervistato dopo la conferenza stampa di presentazione del Verona Pride.

Laura Pesce, presidente di Arcigay Pianeta Milk Verona, ha salutato con soddisfazione il cambio di rotta politico a Verona, ricordando che il cambiamento generato da tutto ciò che non è binario ed etero-normato può comprensibilmente creare timore, ma che è necessario chiedere una città più gentile e più accogliente per tutte e tutti, aperta al confronto e alla conoscenza.

Presenti anche i rappresentanti della Rete degli Studenti Medi Verona, che con Lorenzo Barondi hanno affermato la volontà di un Pride partecipativo, nel quale nessuno venga dimenticato o lasciato indietro, perché ogni soggettività è fondamentale, soprattutto dopo due anni di pandemia nei quali si è perso il contatto con la città e con le persone. E il pensiero va a Cloè Bianco, la docente transgender che un mese fa si è suicidata, dopo essere stata allontanata dalla scuola dove insegnava in seguito al suo coming out.

L’incontro con il sindaco Tommasi

Il sindaco Damiano Tommasi ha poi chiesto di incontrare privatamente i rappresentanti delle associazioni organizzatrici, subito dopo la conferenza stampa. Queste le parole di Ilaria Ruzza, presidente dello sportello Sat Pink, dopo l’incontro con il sindaco: «Sono decisamente commossa. Ci siamo trovati di fronte una persona di un’umiltà e di una disponibilità all’ascolto letteralmente impressionanti. Il sindaco Tommasi ci ha chiesto da dove nasce il Pride, quali sono le nostre attività in città come associazioni, e ha ribadito la volontà della nuova giunta di rendere Verona una città accogliente, gentile e rispettosa dei diritti di ognuno, nella quale tutte e tutti possano sentirsi a loro agio. E sì, il sindaco Tommasi verrà a salutare i partecipanti al Pride, in Piazza Brà, all’apertura della manifestazione. Credo sia la prima volta, a Verona.»

Le associazioni promotrici del Verona Pride 2022 sono: Circolo Pink, Sat Pink APS, Pianeta Milk Verona, Yanez, UDU Verona, Rete degli Studenti Medi Verona, Eimì, Non Una Di Meno Verona.

Il selfie che attesta l’incontro tra il sindaco Tommasi e gli organizzatori del Pride veronese in programma il 16 luglio. Foto social Verona Pride.

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