Il progetto Talent Up è un’iniziativa di Regione Sardegna, gestito dalla Fondazione Giacomo Brodolini (FGB) dall’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro (Aspal) finanziato dal Fondo Social Europeo, all’interno del programma “Entrepreneuship and Back”.

Quattordici startup pronte a decollare per portare valore aggiunto, talento e innovazione alla Sardegna. Queste quattordici idee sono state selezionate come le migliori del progetto Talent Up, partito da Cagliari con un corso sulle imprese innovative con docenti di fama internazionale e figure di spicco dell’ecosistema economico sardo.

Nella seconda fase le/i partecipanti sono volati nella Silicon Valley, per seguire un fitto programma di incontri e attività formative. Scoprire il proprio potenziale imprenditoriale, i punti di forza ma anche le criticità dei progetti: questa la finalità principale della permanenza negli Usa per le/i giovani startupper così da trovare investitori per le loro idee.

Il gruppo di Talent Up al Babson College di Boston

Startup sostenibili e proiettate al futuro

Le proposte sono molte e tutte interessanti, e variano dal settore dell’agritech, che mira alla produzione di cibo di qualità coltivato in autonomia da chi consuma ma anche al riutilizzo degli scarti di produzione. Si cerca di conciliare agricoltura e ambiente ideando spazi adatti a coltivare cibo sostenibile, anche attraverso l’utilizzo della “gamification”, ossia elementi mutuati dai giochi per indurre a comportamenti attivi da parte dell’utenza. Sempre nell’ottica del cibo del futuro, per il mercato del novel food viene proposto un integratore alimentare per il benessere femminile, a base dei prodotti dell’alveare

Presenti anche alcune proposte sul turismo, come una piattaforma per creare il proprio itinerario di viaggio culturale in Sardegna. Sono presenti anche progetti di Forest Therapy per dare beneficio alle persone che soffrono la quotidianità, mentre per le donne che soffrono di stress e burn out si è pensato percorsi personalizzati in contesti rurali e sostenibili. Per i viaggi di breve periodo sull’isola c’è chi ha pensato al co-living e chi a biciclette elettriche ricaricabili con energia solare.

Altri progetti sono invece rivolti alle nuove tecnologie, come l’uso della stampa di metalli 3D nel campo della meccanica per ottenere pezzi specifici ad un costo e con tempi inferiori rispetto a quelli attuali. È stata poi creata una community che ottimizza sforzi, investimenti e risultati di designers e creativi. Altre piattaforme ideate incentivano il mercato dei freelance, e degli amanti dell’arredo e dell’organizzazione di spazi

Abbiamo parlato di tutto quanto descritto finora con Francesca Buonanno, project manager di Talent Up e coordinatrice dell’area innovazione della Fondazione Giacomo Brodolini. La Fondazione è un centro di ricerca e intervento che negli ultimi dieci anni ha operato molto nell’ambito della gestione di infrastrutture di innovazione, della ricerca e della formazione unendole alla capacità di lavorare a livello internazionale.

Buonanno, da cosa parte e con quale spirito nasce il progetto Talent Up?

«L’obiettivo dell’iniziativa è quello di stimolare l’imprenditorialità in Sardegna; quindi, il lavoro si è sviluppato attraverso una ricerca di idee imprenditoriali, con l’intento poi di aiutare i partecipanti a formarsi attraverso tre fasi: la prima ha riguardato la formazione, svolta in Sardegna, con docenti internazionali.

Francesca Buonanno

Dopo questa prima infarinatura, gli aspiranti imprenditori hanno trascorso un mese in Silicon Valley, contesto dove hanno potuto capire come funziona un ecosistema di innovazione. Oltreoceano sono stati previsti anche due mesi al Babson College di Boston, il miglior college al mondo per quanto riguarda la formazione imprenditoriale. Qui gli startupper hanno potuto cementarsi nella creazione di un business plan e formarsi ulteriormente nei vari processi manageriali.

Infine, la fase finale, il rientro in Sardegna, dove le istituzioni competenti sono chiamate a supportare i ragazzi per la realizzazione delle loro idee. L’intento, oltre ad aprire le porte del mondo ai ragazzi, è poi quello di riportare all’interno della Sardegna i vari progetti con l’aggiunta appunto di un’esperienza internazionale non da meno.»

È un programma che mira a valorizzare i giovani?

«Sì, c’è da dire che il programma non mette limiti d’età, anche se la maggior parte dei ragazzi e ragazze partecipanti sono giovani. Si punta a valorizzare le loro idee, aprendo nuovi orizzonti, con l’obiettivo poi come detto di riportarli sul territorio col bagaglio dell’esperienza vissuta all’estero. Il focus non è solo sul singolo, ma sul valore che questo progetto porta alla comunità, per il tipo di relazioni che si creano, per la diffusione di nuove e idee e principi appresi in altri contesti e come si può poi sviluppare il tutto in maniera aderente a quelle che sono le caratteristiche della Sardegna.»

Analizzando le proposte delle varie start up selezionate, salta all’occhio come la sostenibilità giochi in ruolo fondamentale in tutti i progetti.

«Sì, tutte le idee sono focalizzate in questo senso, sul “green”, sul recupero ad esempio di rifiuti, materiali, tessuti e la formazione negli Stati Uniti ha fortificato e indirizzato il percorso in questa direzione, vista la forte propensione a questa mentalità presente negli USA. Anche le idee imprenditoriali legate al settore del turismo non tralasciano questo aspetto, pensando ad esempio ad una mobilità sostenibile, rendendo l’ambiente un fattore di primo livello anche in questo settore.»

Si parla anche di turismo e società, sempre seguendo canoni di sostenibilità, con attenzione alla persona e al suo benessere fisico e mentale.

«L’esperienza formativa incentiva la creazione di nuovi business model, che coniugano l’aspetto legato alla comunità con l’aspetto individuale. Ad esempio va sottolineato il connubio tra turismo benessere, tramite percorsi rurali e itinerari personalizzabili. Il percorso è stato istruttivo in questo, stimolando e rafforzando questo modo di pensare l’imprenditorialità.»

La Fondazione Giacomo Brodolini punta a “connettere ecosistemi dell’innovazione”: si segue il progresso ma sempre in un’ottica sostenibile.

«Sì, noi come Fondazione abbiamo diverse anime, una di queste l’area di innovazione che coordino con cui da ormai quindici anni gestiamo più di dieci centri di innovazione in Italia. La visione che avevamo inizialmente era quella di riuscire a creare intorno ai centri questi ecosistemi, ovvero creare una piattaforma di dialogo tra i diversi attori, per poi riuscire a sviluppare dei progetti che unissero i diversi ecosistemi. Si è arrivati così ad avere una dimensione internazionale, che è quella che poi noi gestiamo insieme ad Entopan Innovation, con cui amministriamo il Centro di Innovazione Italiano a San Francisco. Questo è un progetto voluto dal Ministero degli Affari Esteri, che ci permette non solo di rafforzare l’ecosistema di innovazione a livello locale, ma di spingerlo anche sul palcoscenico internazionale.»

© RIPRODUZIONE RISERVATA