“La rivoluziona è donna” è il titolo del programma del Comune di Verona per l’8 marzo 2023, Giornata internazionale per i diritti delle donne, in cui si inserisce Quid Impresa sociale presentando la sua rivoluzione, fatta di sostenibilità, moda, inclusione, con un evento a Palazzo della Gran Guardia per i suoi primi dieci anni di presenza nel mercato del lavoro.  

Una storia d’impresa

Nella conferenza stampa che si è tenuta il 6 marzo nel negozio di Via Rosa, la presidente fondatrice e Ceo, Anna Fiscale, ha delineato le fasi del progetto. «Un percorso molto bello, denso di ostacoli ma anche di tante soddisfazioni, grazie al team che si è via via rafforzato. All’inizio eravamo solo Ludovico Mantoan, oggi amministratore delegato, ed io, con un gruppo ristretto di amici» continua la presidente.

Da sinistra, Anna Fiscale, presidente di Progetto Quid, e Valeria Valotto, vicepresidente. Foto Laura Bertolotti.

«Abbiamo poi avuto l’opportunità di incontrare un imprenditore illuminato del nostro territorio, Sandro Veronesi di Calzedonia, che ci ha permesso di partire con i suoi tessuti di rimanenza, e 15mila euro ottenuti attraverso la Fondazione San Zeno. Così abbiamo prodotto le prime t-shirt, che vendevamo ad eventi e in televisione, con la nostra valigia».

Dalla formula bottom up, molto semplice, decolla la storia di Quid con la creazione dei primi negozi, temporanei e poi stabili, quindi le prime assunzioni «che sono il cuore del nostro progetto. Inizialmente ci siamo appoggiati alla cooperativa Santa Maria di Canossa e alla scuola Gran Chic di Verona, poi ci siamo stabiliti ad  Avesa, dove siamo tuttora» continua Fiscale.

La realtà di oggi

Partita nell’aprile 2013 con pochi dipendenti, oggi Quid ne impiega 144, con provenienze diverse da ventuno Paesi. L’ 82% sono donne, che vivono per il 62% in condizione di fragilità. Vittime di violenza,di tratta, richiedenti asilo, rifugiate, ex carcerate, donne con disabilità che possono, in Quid, scoprire il proprio talento e realizzarlo in un lavoro a cui diversamente non avrebbero potuto accedere.

«Possiamo dire di aver inserito nel mondo del lavoro 250 persone, in questi primi dieci anni» sottolinea Fiscale «Un impatto importante per il territorio, con il recupero di tessuti di grande pregio in eccedenza dalle aziende del lusso. Ogni anno riusciamo a recuperare e rimettere sul mercato 1500 kilometri di tessuto. Lavoriamo sull’impatto ambientale e sociale».

Un decennale con al centro le donne

Sarà un decennale declinato in tre momenti, racconta la vice presidente Valeria Valotto «Cominciamo la mattina, alle 8.30, con Flow-her, laboratori (make up, accessori, postura, voce) dedicati alla connessione fra talento e bellezza attraverso la moda».

Evento realizzato con il sostegno della Commissione Europea e la  collaborazione di Casa di Ramia, oltre settanta donne si sono iscritte, «hanno background diversi, alcune sono già affermate nel settore, altre no, ma tutte pronte ad esplorare talenti e doni che ciascuno ha, al di là delle competenze» continua Valotto.

Un dettaglio del negozio Quid in Via Rosa.

«Nel pomeriggio, dalle 18, seguirà un momento di ispirazione e confronto, The beauty of talent, con stakeholder, ospiti del mondo corporate e non profit che hanno aiutato questa rivoluzione di Quid compiuta negli anni facendo rete, inclusione e attenzione alla sostenibilità dei prodotti e dei processi».

Infine alla sera, a partire dalle 20, Spring! Dieci primavere, cerimonia in cui saranno premiati con la Molletta d’oro le diciannove realtà che hanno supportato Quid: istituzioni, tessutai e partner.

«Abbiamo scelto la molletta, che è il nostro logo, per la sua semplicità e perché tradizionalmente “tiene insieme”, così come recita il nostro slogan “Dare nuova vita a persone e tessuti“» afferma Fiscale.

Il futuro di Quid

«Nel nostro futuro c’è l’obiettivo di rafforzare i sette negozi per far conoscere i prodotti e lo stile Quid, – conclude la presidente – rafforzare le collaborazioni che abbiamo con le aziende nazionali e internazionali e guardare a nuove prospettive, come un “distretto di produzione” che stiamo costruendo tra cooperative. Al momento sono dieci a livello nazionale, così da fornire lavoro con continuità, quando abbiamo eccessi di richieste, e dando formazione sul prodotto».

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