Nel 2021 Verona ha peggiorato la sua performance ambientale. È quanto emerge da Ecosistema Urbano 2022, la classifica di Legambiente e del Sole24 Ore elaborata da Ambiente Italia che fotografa e valuta la situazione ambientale dei capoluoghi di provincia italiane.

Il rapporto analizza per ogni città aspetti ambientali divisi per macrotemi (ambiente urbano, inquinamento dell’aria, dispersione e consumi idrici, mobilità e rifiuti) e ne stila da tempo una classifica assegnando per ognuno dei 18 parametri complessivamente considerati un punteggio compreso fra zero e cento.

Ne scaturisce una interessante classifica che, per l’affidabilità dei dati e il grado di approfondimento degli argomenti trattati, fornisce alle amministrazioni pubbliche un valido, seppur approssimato, strumento per indirizzare la loro azione di governo in campo ambientale. Per i cittadini rappresenta invece una chiave interpretativa per verificare l’efficacia delle iniziative intraprese dai loro rappresentanti istituzionali.

Bolzano (79.0%), Trento (76.3%) e Belluno (73.7%)  sono i primi tre capoluoghi che nel 2021 hanno offerto le migliori prestazioni complessive in termini di vivibilità e sostenibilità. Le migliori città venete oltre a Belluno  sono state Treviso sesta con 72.2%, Venezia tredicesima con 65.0%.   

Verona si classifica 83esima con coefficiente prestazionale 46.09% perdendo 14 posizioni rispetto all’anno precedente. Nessun cambio di passo quindi per affrontare le emergenze ambientali, climatiche, energetiche e sociali, un rilassamento: la vivibilità ambientale di Verona rimane a due terzi di quella delle prime tre città.

Utile perciò approfondire, anche solo brevemente, l’analisi di alcuni dei più importanti dati dell’ecosistema veronese considerati dallo studio di Legambiente.

Ambiente urbano

La produzione di energia solare su proprietà pubblica pari a 26.9 Kw per 1000 abitanti, invariato rispetto l’anno precedente, colloca Verona al quarto posto nazionale. Sarebbe un brillante posizionamento se non nascondesse una generale drammatica carenza di produzione energia rinnovabile: solo il 2% dell’energia consumata dai veronesi è soddisfatto dalla produzione rinnovabile locale. Nonostante la crisi energetica e l’emergenza climatica non si è fatto niente per aumentarla.

Con l’uso efficiente di suolo si valuta il  consumo di suolo urbano in relazione alla variazione dei residenti. Milano è la migliore con un punteggio di 10 mentre Verona è 46esima con 6 perdendo due posizioni. La prima città veneta è Treviso con 9.

A Verona le isole pedonali sono quasi inesistenti. Si contabilizzano 0.16 mq per abitante come dieci anni fa. La città migliore è Lucca con 6.8 mq per abitante.

Inquinamento dell’aria

I parametri relativi alla qualità dell’aria descrivono una situazione in miglioramento rispetto al 2010, stabile rispetto l 2020 ma ancora molto critica per la salute. Il livello delle concentrazioni di biossido di azoto con 21,5 μg/mc); ozono con 63 μg/mc; le polveri sottili Pm 10 con 31,5 μg/mc certificano un inquinamento cronico dell’aria cittadina.

Nel 2021, complici le scelte ostative messe in atto dalla Regione Veneto negli anni passati riguardo l’accordo del bacino padano sulla qualità dell’aria e alle proroghe al blocco dei veicoli più inquinanti messa in campo dalla scorsa amministrazione comunale, si sono superate ben 16 volte il limite di giornate la cui soglia di inquinamento è tollerabile per legge (centralina B.go Milano dati ARPAV).

Si continua a violare le direttive europee e per questo motivo l’Italia è sottoposta a procedura di infrazione da parte della Comunità europea.

Dispersione e consumi idrici

La gestione dell’acqua cittadina non è brillante. Mentre i consumi idrici pongono Verona all’83esimo posto con 167,19  litri per abitante stabile rispetto al 2010 è preoccupante la dispersione della rete idrica. Si disperde il  34,19% dell’acqua potabile prima che arrivi nella case, un peggioramento rispetto al  2010 quando era del 27%. Non meno negativa è l’efficienza nella depurazione delle acque con solo 93,61% delle utenze allacciate alla rete (86% nel 2010).

Mobilità

Interessanti sono i dati relativi al trasporto pubblico. Ad un netto miglioramento nell’offerta di trasporto pubblico, ora Verona è al 38simo posto nazionale con 26,09 Km percorsi per abitante dal complesso mezzi pubblici annualmente, non corrisponde un uguale miglioramento della domanda: i viaggi per abitante anno sono in diminuzione da 146 del 2010 agli attuali 105.36.

Le piste ciclabili, con 11,69 Metri equivalenti ogni 100 abitanti sono ancora scarse, una situazione lontanissima da  Reggio Emilia, prima in classifica, che contabilizza 46.5 metri. La frammentarietà e l’incompletezza dei tratti di piste ciclabili non stimolano i veronesi all’uso della bicicletta come il mezzo più veloce ed efficiente per gli spostamenti casa-scuola/lavoro.

Il tasso di motorizzazione dal 2010 è peggiorato passando da 60 auto ogni 100 abitanti del 2010 alle 63,4 attuali. Lo si intuisce anche vedendo il grado di utilizzo dello spazio stradale per il parcheggio delle auto.

La sicurezza delle strade urbane è un problema per lo più trascurato. Le vittime della strada nel 2021 sono state 6.25 per 1.000 abitanti, più di quattro al giorno, 1600 tra morti e feriti come l’anno precedente. La città è al 72esimo posto.

Rifiuti

Più conosciuta e dibattuta la gestione dei rifiuti. La produzione annua pro capite di rifiuti urbani nel 2021 è stata di 503.79 Kg per abitante come l’anno precedente, 51esima posizione. In diminuzione rispetto al 2010, 530 Kg per abitante.

Ancora imbarazzante è la percentuale di rifiuti differenziati. Sul totale dei rifiuti urbani prodotti solo un leggero miglioramento al 54.6% (77esima posizione) quando è obbligo di legge realizzare un minimo del 65%. Treviso e Ferrara sono da anni sopra l’87%.

L’amministrazione Tommasi parte da meno 83

Ora la giunta di Damiano Tommasi il suo assessore alla Transizione ecologica, Mobilità e ambiente Tommaso Ferrari dispongono di un riferimento con cui indirizzare la loro azione di miglioramento dell’ecosistema urbano veronese, come promesso nella recente campagna elettorale. Non sarà facile smuovere una situazione che, come segnala il report di Legambiente, è da molti anni stagnate.

Chiara Martinelli

A questo proposito la presidente di Legambiente Verona, Chiara Martinelli ha dichiarato: «Questa nuova amministrazione ha una importante responsabilità ed è chiamata ad allinearsi con le città vicine come Trento, Mantova o Brescia, che dalla mobilità, alla gestione dei rifiuti, all’incremento delle aree verdi, sono riuscite ad aumentare la qualità della vita dei cittadini. È importante velocizzare gli interventi da realizzare, che siano in controtendenza con l’immobilismo che Verona sconta da più di un decennio. Lecito e opportuno chiedersi quali valori degli indicatori ambientali vorremmo caratterizzassero Verona nel 2030».

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