Le gare podistiche che si svolgono a Verona sono state oggetto di critiche nei mesi scorsi. Troppe, secondo alcuni, e sempre più “invalidanti” per la città, secondo altri. Il traffico generato, le difficoltà di una cittadinanza che – in qualche caso – si dichiara non più in grado di sopportare ancora questo tipo di situazioni, gli appelli all’amministrazione comunale affinché si riduca almeno il numero di eventi come corse, corsette, maratone, marce e via dicendo. Insomma, se da una parte c’è un intero popolo di corridori e appassionati di sport e jogging che già non sta nella pelle in vista della prossima gara (la Christmas Run, in programma domenica 22 dicembre) dall’altra c’è chi solleva aspre critiche, in un confronto che non sembra riuscire a trovare davvero una via di uscita. Almeno per il momento. A tal punto che Matteo Bortolaso, Presidente della Verona Marathon, ha deciso di organizzare un incontro aperto al pubblico (sabato 14 dicembre alle 11 al Crowne Plaza) per promuovere la conoscenza di questo fenomeno e discutere, insieme alla cittadinanza, dei pro e dei contro di questo tipo di manifestazioni.

Matteo Bortolaso

Bortolaso, le maratone o le manifestazioni sportive che in alcuni giorni dell’anno interessano la città sono al centro di alcune polemiche. Il problema forse è che negli ultimi anni questo tipo di manifestazioni sono “proliferate” e da una  sola Straverona all’anno di qualche tempo fa si è passati ad un totale, oggi, di cinque grandi manifestazioni podistiche nell’arco dei dodici mesi, più altre minori come la 5.30 Run, che però indubbiamente impattano meno (essendo di primissimo mattino). Qual è la sua valutazione in questo senso?

È vero, in città si svolgono cinque eventi in un anno: Veronamarathon, Marcia del Giocattolo, Christmas Run, Gensan Giulietta Half Marathon e Straverona. In tutto si tratta di circa quindici ore totali (6+2+2+3+2) di blocco della città, distribuite però nell’arco di in un anno e tutte concentrate nelle mattinate delle giornate festive. Non sono neanche lontanamente paragonabili ai 48 giorni di occupazione del centro da parte  dei Mercatini di Natale, ma nemmeno a quanto avviene in città in occasione di altre manifestazioni culturali come il Tocatì o Hostaria Verona. Lo dico senza polemica sul livello e valore culturale dei singoli eventi.

Qual è, secondo lei, il valore aggiunto che questo tipo di manifestazioni podistiche porta a Verona? 

Tutte le manifestazioni podistiche invitano le persone a uscire fuori di casa, a fare attività fisica e a socializzare. Veronamarathon e  Giulietta  Marathon, inoltre, portano in città decine di migliaia di persone, che vengono appositamente per disputare la corsa e trascorrere più di un giorno in città.

A chi, da comune cittadino (quindi non l’esercente di un ristorante/albergo/negozio), “subisce” queste manifestazioni cosa si sente di dire? 

Dico che lo sport attivo non fa male, che l’uso dell’automobile è da disincentivare, che qualche limite di movimento, molto mirato e studiato, non è paragonabile a quanto succede in Via Mazzini a senso unico pedonale, a Via Cappello impraticabile o a Piazza dei Signori espropriata, o alle domeniche del quartiere  Stadio o alla Fiera al Vinitaly. Da parte nostra tutti gli accessi per emergenza o urgenza sono sempre disponibili e solo il traffico automobilistico privato ne risente, per qualche ora.

Cosa pensa delle critiche ricevute? 

Penso derivino da una conoscenza parziale dell’evento. Abbiamo voluto per questo proporre un convegno aperto alla cittadinanza per colmare lacune di conoscenza. Per esempio sull’indotto che la maratona frutta alla città, piuttosto che all’impatto positivo dello sport sulla cittadinanza. Anche l’emulazione per i giovani ha il suo effetto.

Quali sono gli esempi simili al nostro di altre città in Italia e nel mondo? 

Tutte le grandi città hanno grandi maratone, a partire da NY, Londra, Berlino, Parigi. Anche quelle città si bloccano, molto più di Verona, e sono fra l’altro molto più complesse da gestire.

Quali sono le reazioni da parte della cittadinanza, in quei casi (secondo le sue informazioni)

All’estero la maratona è vista come una festa: chi  non partecipa alle corse su distanze minori presta opera di volontariato o si assiepa lungo il percorso per sostenere i podisti.