Navi piene di grano che non possono salpare verso le consuete destinazioni. Tre capi di Stato, non propriamente democratici, che si incontrano con il plauso della comunità internazionale e decidono le sorti del mondo come fosse una partita a scacchi. L’aumento dei prezzi di ogni tipo di genere acquistabile, che diminuisce la quantità di spesa dentro le borse delle persone comuni.

Cosa c’entrano queste tre immagini con lo stato della sicurezza alimentare mondiale? Con la salute cioè di 8 miliardi di persone (quota che, secondo il Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, raggiungeremo quella cifra entro il prossimo 15 novembre)? Con la nostra salute alimentare?

Copertina del Rapporto SOFI 2022

Il rapporto SOFI

Ce lo dice il nuovo rapporto The State of Food Security and Nutrition in the World” (SOFI) pubblicato da FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations), Unicef, International Fund for Agricultural Development (IFAD), World Food Programme (WFP) e Organizzazione mondiale della sanità (OMS), le cinque agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di questi temi.

Dal rapporto emerge che il numero delle persone che soffrono la fame a livello mondiale è salito a ben 828 milioni nel 2021, ossia circa 46 milioni in più dal 2020 e 150 milioni in più dallo scoppio della pandemia di Covid.

«Sono cifre deprimenti per l’umanità. Continuiamo ad allontanarci dal nostro obiettivo di sconfiggere la fame entro il 2030. Molto probabilmente, gli effetti a catena della crisi alimentare mondiale peggioreranno il dato anche l’anno prossimo.» ha commentato Gilbert F Houngbo, presidente dell’IFAD, dopo la presentazione del rapporto.

Il rapporto mostra inoltre che dopo essere rimasta relativamente invariata dal 2015, nel 2020, la percentuale di persone colpite dalla fame è salita e ha continuato a salire nel 2021, fino al 9,8% della popolazione mondiale.

L’insicurezza alimentare

Nel 2021, circa 2,3 miliardi di persone (29,3%) in tutto il mondo erano in una situazione di insicurezza alimentare moderata o grave; 350 milioni in più rispetto a prima dello scoppio della pandemia da Covid-19. Quasi 924 milioni di persone (11,7%) hanno sofferto di insicurezza alimentare grave, con un aumento di 207 milioni in due anni.

Il divario di genere nell’insicurezza alimentare è cresciuto ancora nel 2021. In tutto il mondo, il 31,9% delle donne ha sofferto di insicurezza alimentare moderata o grave, rispetto al 27,6 % degli uomini.

Logo dell’Agenda 2030 relativo all’obiettivo 2

«Esiste il pericolo reale che questi dati peggiorino ancor più nei prossimi mesi. Le impennate nei prezzi mondiali di alimenti, carburanti e fertilizzanti a cui assistiamo, a seguito della crisi in Ucraina, minacciano di spingere paesi di tutto il mondo sull’orlo della carestia. Ne conseguiranno una destabilizzazione a livello mondiale, morte per inedia e migrazioni di massa senza precedenti. Dobbiamo agire oggi per scongiurare questa catastrofe incombente» ha spiegato David Beasley, direttore esecutivo del WFP.

Il problema della malnutrizione inoltre, ha due facce diametralmente opposte. Se da un lato si parla di insicurezza alimentare e malnutrizione in tutte le sue forme, fino alla morte per inedia, dall’altra si parla di malnutrizione in termini di “dieta non sana”.

Ecco le parole di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms: «Ogni anno, undici milioni di persone muoiono a causa di diete non sane. L’aumento dei prezzi degli alimenti non farà altro che aggravare questa situazione. L’Oms sostiene gli sforzi dei Paesi per migliorare i sistemi alimentari, sia tramite tassazione degli alimenti non sani, che tramite la concessione di sovvenzioni a favore di scelte sane, che proteggano i bambini da un marketing dannoso, garantendo la chiarezza delle etichette nutrizionali. Dobbiamo lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi mondiali del 2030 in materia di nutrizione, per combattere la fame e la malnutrizione e far sì che il cibo sia fonte di salute per tutti.»

Si è stimato che nel 2020 quasi 3,1 miliardi di persone nel mondo non hanno potuto permettersi una dieta sana come conseguenza dell’inflazione sui prezzi dei prodotti alimentari al consumo, a seguito delle ripercussioni economiche della pandemia da Covid e delle misure attuate per contenerla.

Si stima, inoltre, che 45 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni abbiano sofferto di deperimento, la forma più letale di malnutrizione, che in età infantile aumenta fino a dodici volte il rischio di morte.

Si calcola siano 149 milioni i bambini sotto i cinque anni che hanno subito un ritardo della crescita e di sviluppo, a causa di una carenza cronica di nutrienti essenziali nella loro alimentazione, contro 39 milioni di bambini in sovrappeso

Foto di Kelly, pexels.com

«Questo rapporto evidenzia a più riprese l’intensificazione dei principali fattori di insicurezza alimentare e malnutrizione: conflitti, eventi climatici estremi e crisi economiche, uniti alle crescenti disuguaglianze. La questione principale non è tanto se le avversità continueranno a verificarsi o meno, ma, piuttosto, come intraprendere azioni più coraggiose per costruire la resilienza contro le crisi future» hanno scritto nella prefazione, i responsabili delle cinque agenzie ONU coinvolte.

«La portata senza precedenti della crisi causata dalla malnutrizione richiede a sua volta una risposta senza precedenti. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per garantire che i bambini più vulnerabili possano accedere a diete nutrienti, sicure ed economicamente accessibili, ma anche a servizi per la prevenzione precoce, l’individuazione e terapie nella cura della malnutrizione. Con così tante vite di bambini in gioco, nonché il loro futuro, è questo il momento di prefiggerci obiettivi ancora più ambiziosi per la nutrizione infantile. E non c’è tempo da perdere» conclude Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef .

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