Non c’era il tutto esaurito, martedì sera al Teatro Romano, ma speriamo davvero che possa esserci venerdì 22 luglio alle 21.15, per la seconda e ultima replica di “Giulietta”, il nuovissimo spettacolo di Eleonora Abbagnato. Se lo meriterebbe, perché la versione del dramma shakesperiano dell’ex étoile dell’Opéra di Parigi e oggi direttrice della Compagnia di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma è qualcosa di sorprendente, che andrebbe gustato da un grande pubblico. Quello presente alla prima, comunque numeroso, ha applaudito per lunghi minuti la compagnia di danza, che ha fornito una performance generosa e stilisticamente impeccabile, equilibrata in ogni sua parte.

Il mito shakespeariano diventa contemporaneo

Lo spettacolo, coreografato da Daniele Cipriani, è diviso in tre sezioni, con la prima e la terza eseguite interamente dalla Abbagnato e dedicate alla storia di Romeo e Giulietta, in una versione moderna, ironica, delicata. L’intero show presenta continui riferimenti, nel preludio e negli intermezzi all’eterna lotta fra il bene e il male, le luci e le tenebre, l’amore e la morte, il bianco e il nero, il suono e il silenzio. La seconda parte è stata invece un vero e proprio tripudio di colori, con gli abiti sgargianti della costumista Anna Biagiotti e una compagnia quasi interamente al maschile che ha messo in scena un balletto dinamico e brioso, dedicato alle lotte Lbgtq+, a pochi giorni dal Verona Pride, che ha portato migliaia di persone sfilare per le vie della città.

Da sinistra, Michele Satriano e Eleonora Abbagnato nel passo a due.

Una eroina inedita

Accompagnata dai due ottimi pianisti Marco Madrigal e Alessandro Stella, la ballerina palermitana ha iniziato lo spettacolo in compagnia di Michele Satriano, sulle musiche di Hector Berlioz dedicate agli eroi veronesi resi immortali dal Bardo. Un passo a due commovente, che ha lasciato senza fiato il pubblico presente per la bellezza e naturalezza dei movimenti. Una performance che ha messo in luce la grande intesa artistica fra i due ballerini, bravi a mettere in scena l’emozione del primo incontro, la riottosità, l’innamoramento, la passione impetuosa e tutto quanto rappresenti il cuore del racconto shakespeariano.

L’eco di West side story

Nella seconda parte ecco mille colori alternarsi sul palco, con in sottofondo i celebri brani di “West Side Story” nella versione di John Musto , il musical che nel 1961 portò al cinema l’ennesima versione di “Romeo & Giulietta” e che recentemente ha avuto un prestigioso remake a firma Steven Spielberg. Il rosso della passione è stato affidato a Rebecca Bianchi, l’étoile del Teatro dell’Opera di Roma, mentre gli altri colori, in un vero e proprio tripudio di energia e atleticità, sono stati affidati ai danzatori Tommaso Beneventi (Balletto Reale Svedese), Lorenzo Aliberti (Ballett X Schwerin – Mecklenburgisches Staatstheater), Vsevolod Maievskyi (già Teatro Mariinsky di San Pietroburgo) e il già citato Satriano.

Sul palco la figlia Julia

L’ultimo set è dedicato di nuovo a Giulietta. A Giulietta bambina, in primis, e al confronto con i suoi sogni e desideri di ragazza romantica e piena di speranze per il suo futuro. Sul palco ritroviamo Abbagnato in compagnia della figlia, Julia (nomen omen) Balzaretti, la quale, sotto gli occhi luccicanti del papà e del fratellino seduti in platea, ha fornito a soli dieci anni una prova naturale e convincente nei panni della giovanissima protagonista. Accompagnate da Sasha Riva e Simone Repele, mamma e figlia si sono divertite e commosse con la loro interpretazione ironica e delicata, moderna e attualissima, ballando sulle note di Ciajkovskij.

Il meritato “abbraccio finale” del Teatro Romano (con i decibel che ovviamente si sono alzati per la piccola e bravissima Julia) rappresenta il giusto tributo a chi ha messo in scena uno spettacolo di grande valore.

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