I giochi gli piacciono ancora tanto, ma non più quello del pallone. Enrico Preziosi, 74 anni ben portati, all’inaugurazione dello store della Giochi Preziosi a Verona ha ribadito che col calcio il game over è definitivo, e che «è più facile avere a che fare con i bambini che con gli allenatori».

Dopo l’addio alla presidenza del Genoa, che ha condotto da 2003 fino al settembre scorso e che lascia “salvo”, ma in cui «è stato fatto qualche errore e si sta tentando di rimediare sperando che non sia troppo tardi», ha deciso di dedicarsi ai giochi per bambini.

L’ingresso del nuovo negozio della Giochi Preziosi, inaugurato questa mattina alla presenza del fondatore del Gruppo Enrico Preziosi. Foto Paolo Sacchi.

Torna alla conduzione di uno dei brand di giocattoli più amati dai più piccoli, azienda leader nel mercato italiano del settore, e a Verona ha inaugurato questa mattina il terzo store, dopo i due di Milano, in pieno centro, nella storica via Mazzini.

L’attesa dei più piccoli oggi è stata ricompensata da un’accoglienza festosa e gioiosa, nel pieno stile del Gruppo Giochi Preziosi, con la presenza delle tre mascotte Topo Gigio, Pokèmon e il Coniglio Virgilio Trudi, oltre alla macchina per lo zucchero filato e vari gadget di benvenuto.

Un bel passo, per un’azienda come Giochi Preziosi, aprire un negozio in una città turistica come Verona, in pieno centro storico…

«Verona è sempre stata una città bellissima. Appena ho avuto l’occasione ho fatto velocemente questo passo con tanto entusiasmo. Amo Verona».

Lei è stato nel calcio in un ruolo importante come la presidenza, dal Saronno fino al Genoa per trent’anni. Si dedica ormai soltanto ai giochi oppure ha ancora un po’ di nostalgia per il mondo del calcio?

«Nostalgia no, perchè è comunque stata una decisione maturata negli anni. Adesso mi dedico ad altre attività, che hanno altri obiettivi, ma che comunque mi danno soddisfazione».

Il patron del Gruppo Enrico Preziosi con l’assessore alle Attività economiche e produttive Nicolò Zavarise al taglio del nastro. Foto Adelaide Mossina/ Ludovica Mossina/ Fabrizio Petrillo.

Più facile gestire i giochi dei bambini rispetto ad allenatori e squadre di calcio?

«Assolutamente! È più semplice avere a che fare con i bambini che con gli allenatori! (ride, nda)».

Questa è la settimana del Vinitaly a Verona. Tra i viticoltori c’è anche Alberto Malesani, che è stato un suo allenatore. Un ricordo di lui, magari legato al vino?

«L’unico ricordo che posso dire è che è una persona simpatica e piacevole. E mi ha spedito una cassetta di vini suoi, molto buoni».

Quest’anno il Genoa si salva, secondo lei?

«Lo spero. È stato fatto qualche errore, si sta tentando di rimediare, sperando che non sia troppo tardi.»

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