L’insoddisfazione corporea è sempre stata una di quelle caratteristiche comunemente attribuite all’età adolescenziale: ogni epoca ha, infatti, visto adolescenti (e non solo) insoddisfatti del proprio corpo per le più svariate ragioni.

L’adolescenza è senza dubbi un periodo delicato per quanto riguarda la corporeità e l’immagine di sé. In primo luogo, perché si tratta di quel periodo in cui si è protagonisti di cambiamenti spesso repentini e talvolta drastici; in secondo luogo, perché è proprio in quegli anni che ci si crea un’immagine di sé indipendente dal nucleo familiare e che sarà la base di un’immagine adulta più stabile.

In un momento tanto delicato, in cui si è alla ricerca di figure di riferimento diverse da quelle familiari, il gruppo dei pari assume un ruolo decisamente fondamentale per la formazione di un’immagine di sé.

L’epoca contemporanea ha permesso, tramite l’uso dei social network, l’estensione delle relazioni adolescenziali oltre i limiti spazio-temporali. Il confronto sociale che ne deriva risulta martellante e soprattutto fuorviante, tant’è che spesso gli adolescenti non considerano quanto le foto siano dapprima selezionate e poi spesso modificate per risultare “perfette”.

I modelli di perfezione proposti dai “social”

Sulle piattaforme social, infatti, gli adolescenti sono esposti a quei modelli di perfezione proposti dalla società che contribuiscono a quel senso di insoddisfazione e di inadeguatezza di cui si parlava prima. Un rapporto di costruzione di canoni estetici e culturali circolare: parte dai comportamenti e dalle scelte del mondo della musica e delle arti visive, dei personaggi con più seguito social per arrivare ai giovani che, introiettandone i modelli e rilanciando in rete il proprio tentativo di adeguamento, contribuiscono nella logica della “quantità” a rifinire se non a ridefinire l’immagine di partenza, in una corsa verso la perfezione tendenzialmente infinita e perennemente insoddisfacente.

Un altro fenomeno correlato, che interessa in particolar modo gli adolescenti e che si è esteso grazie ai social network, è il body-shaming. Infatti, tramite “Domande Scomode sull’adolescenza”, una recente ricerca realizzata da Skuola.net in collaborazione con Lines e Tampax, nell’ambito dell’iniziativa “Domande Scomode @School” si è venuti a conoscenza che quasi nessuno degli oltre 6 mila ragazzi partecipanti di età compresa tra 10 e 17 anni sono risparmiati da commenti negativi legati alla loro fisicità. Addirittura, un ragazzo su tre dichiara che questo genere di critiche rappresentano la quotidianità.

Ma chi sono gli autori di questi commenti?

La ricerca in questione riporta che nel 60% dei casi sono proprio i coetanei le figure più influenti, per gli adolescenti stessi, a fare questo tipo di critiche non richieste, che vanno ovviamente a peggiorare il già delicato rapporto dei ragazzi con il loro corpo.

Fortunatamente, i social sono anche costellati da movimenti verso l’accettazione di tutte le forme di corporeità, come la body positivity, ovvero la valorizzazione della persona a prescindere dal proprio corpo o come la body neutrality, ovvero lo spostamento dell’attenzione dall’aspetto estetico all’aspetto funzionale del corpo, oltre a campagne di lotta contro il body shaming e il bullismo. Sono così nate pagine e gruppi che si dedicano a questi aspetti, andando a formare e rinforzare una community che sempre più si auto-tutela e prende posizione per difendere le vittime di body-shaming; persino il fatto che anche molti influencer e celebrità dichiarino di ricevere commenti negativi, talvolta ai limiti del bullismo, può essere buona cosa per un adolescente che, in quell’influencer, vede un modello di riferimento “senza difetti”.

Quali sono le conseguenze?

L’insoddisfazione corporea porta un adolescente su 4 a provare vergogna nello stare nudo da solo, 1 su 3 a provare disagio nel mostrarsi senza vestiti agli altri.

La sofferenza, dunque, viene percepita sia dal punto di vista individuale, sia da quello relazionale e sociale.

Molte volte, ciò che manca è la consapevolezza rispetto a questi fenomeni. In primis, la maggior parte dei giovanissimi non prende in considerazione che i profili cui si paragona sono frutto di Photoshop, editing, pose e così via. Per quanto riguarda il body-shaming, invece, spesso accade che le vittime non sappiano bene come muoversi, sia dal punto di vista del peso da dare a certi “leoni da tastiera”, sia per quanto riguarda le tutele legali che spettano loro, anche se ora su questo tema (bullismo e cyberbullismo) qualcosa si sta facendo in ambito scolastico.

Lavorare sulla consapevolezza e sul sostegno tra i pari, nonché rendere accessibili figure di riferimento adulte affidabili sono passi fondamentali per raggiungere un rapporto migliore con l’immagine di sé e con il mondo dei social, così che il benessere personale sia sempre più tutelato.

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