È un rapporto che parla di morti ma si intitola “Diritto alla Vita 2021”. È una relazione che riporta numeri, ma parla senza veli di dolore e ingiustizia. Perché l’obiettivo del Rapporto Annuale dell’associazione spagnola Caminando Fronteras è duplice.

Prima di tutto c’è la denuncia della pericolosità della Rotta Atlantica, che porta ogni anno migliaia di persone a morire, cercando di arrivare in Spagna partendo dal Marocco, dal Senegal o dalla Mauritania.

In secondo luogo c’è il diritto alla memoria, che comprende sia dare un nome ai morti affogati, sia dare un posto ai corpi perché i loro famigliari li possano piangere e ricordare.

Caminando Fronteras è un’organizzazione che quest’anno compie 20 anni. Nasce infatti nel 2002, come movimento di attivisti per i diritti umani, che si interessa in particolare di ciò che accade nella frontiera tra Nord Africa e Spagna.

Il 94,8% delle vittime di naufragio non viene recuperata. Infografica

Secondo l’organizzazione, le frontiere spesso diventano luogo di impunità, dove i migranti subiscono violenze e ingiustizie, mentre chi sta all’interno dei confini rimane a guardare. O più spesso si volta dall’altra parte.

Da cinque anni inoltre, Caminando Fronteras pubblica il Rapporto “Diritto alla Vita nella Frontiera Occidentale Euroafricana” come strumento per dare visibilità a chi è morto o disperso in mare.

“Rendere visibile, chi è sempre stato invisibile è un lavoro difficile e complesso, si legge nella relazione, perché le morti avvengono soprattutto in mare, dove la maggior parte dei corpi non viene mai più recuperato.

Ma è un lavoro necessario: per ridare dignità a quelle persone e mettere la comunità internazionale davanti alle proprie responsabilità.”

Nell’articolo “Canarie, isole polveriera”, ci eravamo occupati dell’aumento di sbarchi di migranti nella rotta atlantica. Il rapporto annuale di Caminando Fronteras, uscito lunedì 3 gennaio, conferma l’aumento di arrivi e purtroppo anche di morti, nella rotta Atlantica.

Il 2021 è l’anno peggiore per i naufragi nella Rotta Atlantica. Infografica.

Dodici persone ogni giorno, per tutto il 2021, sono morte nel tentativo di giungere in Spagna attraverso la rotta Atlantica.

Gennaio e febbraio sono stati mesi molti intensi per gli sbarchi. In primavera la situazione si è apparentemente tranquillizzata, contando comunque più di un centinaio di dispersi, per acutizzarsi però tra maggio e giugno, in concomitanza con la crisi politica tra Marocco e Spagna. In appena 15 giorni, più di quattrocento persone sono morte in mare.

Ad agosto si arriva ad un picco di più di seicento dispersi: tra loro moltissime sono donne e bambini.

Totale delle vittime in mare nel 2021. Infografica

Settembre e ottobre offrono un po’ di tregua, ma a novembre di nuovo i numeri si fanno drammatici: riappaiono i cayucos, le imbarcazioni di fortuna in partenza dalla Mauritania, Senegal e Gambia.

A fine 2021 si registra un numero di morti e dispersi mai raggiunto prima: 4404. Di questi, il 94,8% non verrà mai recuperato.

Il resoconto di Caminando Fronteras non si ferma ai numeri, ma riporta anche alcune interviste effettuate ai sopravvissuti, svolte per verificare il numero delle vittime, ma anche la correttezza dello svolgimento dei soccorsi.

Particolarmente duro è il racconto di A., una donna sopravvissuta al naufragio del 20 maggio, sullo stretto di Gibilterra:

foto di Carlos Arthur

“Il mio bambino è affogato, signora, il mio bambino è affogato.. Stavamo chiamando i soccorsi, per ore li abbiamo chiamati e non arrivava nessuno. Ci rispondevano di tornare indietro, ma il vento era troppo forte. Le onde erano altissime ci hanno rivoltato in acqua.

Mi sono legata mio figlio addosso.. ho iniziato a nuotare. Sono una nuotatrice, questo facevo nel mio Paese e l’ho fatto anche in mare… ho nuotato e sono arrivata a riva.

Ma mio figlio era morto, morto! La polizia mi ha portato in ospedale e mio figlio in obitorio… vi prego… voglio rivederlo. Fatemi uscire da qui, voglio dargli sepoltura…”

Ed è questa la seconda parte della denuncia di CF:

Chi muore in mare da migrante non ha più nemmeno il diritto ad un nome, ad essere riconosciuto, ad avere un posto dove i suoi cari lo possano ricordare. È una sorta di re-vittimizzazione: un’ingiustizia nell’ingiustizia.

La relazione di Caminando Fronteras termina con queste parole, che noi riportiamo come un augurio per il 2022 appena iniziato: “Questo rapporto è stato pubblicato per onorare la memoria delle 4404 vittime del 2021 nella Frontitera Occidentale Euroafricana. È dedicato al coraggio delle comunità migranti e alle famiglie delle persone morte e disperse. Che il dolore di queste pagine si trasformi un giustizia e difesa della vita.”

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