Marwa e i suoi fratelli e sorelle sono i protagonisti del docu-film della regista Dina Naser.

Scappati dalla guerra in Siria si trovano a vivere nell’enorme campo profughi di Zatari in Giordania.

Marwa, che all’inizio delle riprese ha 11 anni, descrive il campo come un paradiso.

Quello che noi vediamo è un luogo sovrappopolato dove è difficile reperire acqua potabile e beni di prima necessità, una famiglia numerosa che vive in una tenda angusta che si allaga con la pioggia e in cui – dalle nostre comodità – sempre impossibile anche solo sopravvivere.

Gli occhi dei bambini, invece, raccontano altro, il campo si trasforma in un terreno di gioco, la vita riacquista ritmo, abitudini, sorrisi.

Il racconto dei più piccoli

In Tiny Souls però non viene cancellata la realtà, non c’è negazione della sofferenza. Gli orrori della guerra, la paura, la nostalgia di casa sono palpabili nei racconti ma la voglia di vivere, di giocare, di essere “semplicemente” bambini è la sensazione che permane maggiormente per tutta la pellicola. 

La regista, che ha seguito le vicende di Marwa e della sua famiglia per quattro anni, – lasciando anche la videocamera ai bambini quando impossibilità a raggiungere il campo – offre in questo suo documentario uno spaccato unico sulla natura umana.

Il racconto va oltre l’istinto di sopravvivenza, mette in luce la forza di donne, uomini e soprattutto bambini nella ricerca di una vita che sia dignitosa, rispettabile e in cui non si possa perdere la speranza.

Va oltre la guerra, il dolore, le difficoltà, il documentario mostra la parte migliore della natura umana quella che fa trovare la forza di tornare a sorridere e giocare.

Quella stessa natura umana sulla quale dovremmo provare a ricostruire la società civile globale.

Dibattito a fine proiezione

Al termine del docu-film che chiude l’edizione 2021 della rassegna organizzata da Veronetta Centoventinove, Stefania Berlasso di Heraldo dialogherà con la Elda Baggio dell’Università di Verona, chirurga e vicepresidente nazionale di Medici Senza Frontiere.

Un’occasione importante al termine di ogni proiezione all’interno di Mediorizzonti, per raccontare dalla voce dei protagonisti delle vicende raccontate su grande schermo il proprio punto di vista e portare una testimonianza utile per capire meglio una zona così poco analizzata dai media nazionali.

La professoressa Elda Baggio dell’Università di Verona, chirurga e vicepresidente nazionale di Medici Senza Frontiere interverrà al termine della proiezione.

Baggio ha lavorato in zone di guerra e, oltre alla Siria, ha a suo carico altre numerose missioni in Iraq, Yemen, Congo, Haiti e Somalia.

Nell’ambito di Msf è una figura qualificata per le sue missioni e per la carica nell’ambito del direttivo nazionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA