Continua lo scontro aperto tra Italia e Europa sul Nutri-Score, il sistema di etichettatura nutrizionale “a semaforo” nato in Francia, già ampiamente diffuso in Europa e approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che utilizza un sistema a colori per valutare e rendere visibile a colpo d’occhio la qualità nutrizionale di un prodotto con l’obiettivo di facilitare la scelta degli alimenti nella vita quotidiana. 

Cosa c’è in gioco? L’influenza sulle scelte alimentari dei consumatori e il potere socio-economico che ne deriva.

Il Nutri-Score classifica gli alimenti secondo una scala cromatica che va dal verde al rosso associata ad una alfabetica (dalla lettera A alla lettera E): ad ogni alimento, attraverso un algoritmo che tiene conto delle calorie, della quantità di grassi e zuccheri, vengono quindi attribuiti un colore e una lettera parametrati ad una quantità di prodotto standard (es. 100 gr). 

Al Nutri-Score si è fortemente opposta l’Italia, in primis con il sen. Stefano Patuanelli, Ministro delle politiche agricole, che fin dall’inizio del suo mandato ha ribadito la contrarietà al Nutri-score; insieme all’eurodeputato on. Paolo De Castro, che da anni sostiene le battaglie dei Consorzi di tutela. Al nostro Paese si sono affiancate la Repubblica Ceca, Cipro, la Grecia, l’Ungheria, la Lettonia e la Romania mentre il Nutri-Score è già stato adottato da altri paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera) ed è al centro delle discussioni della Commissione europea.

È proprio sul campo europeo, infatti, che si gioca la partita più importante: la Commissione Europea, nell’ambito della strategia “Farm to Fork”, ha da tempo dichiarato la sua intenzione di presentare entro la fine del 2022 una proposta legislativa per un sistema di etichettatura nutrizionale obbligatoria, armonizzato a livello europeo, nella parte anteriore della confezione (Front-of-Pack Nutrition Labelling, FOPNL).

Contro i semafori in etichetta

La posizione assunta contro i sistemi di etichettatura nutrizionale “a semaforo” dal nostro Parlamento si aggiunge alla ferma opposizione già espressa a più riprese dal comparto dell’industria alimentare italiana (Filiera Italia, Federalimentare, Copagri, Agrinsieme, Alleanza delle cooperative agroalimentari, Confagricoltura) e da OriGIn Italia, l’associazione che rappresenta circa il 95% delle produzioni del sistema dei Consorzi di tutela italiani, – tra cui figurano i Consorzi del Parmigiano Reggiano, del Grana Padano e il Consorzio Tutela Formaggio Asiago che ha annunciato che non autorizzerà richieste di modifica dell’etichettatura dell’Asiago DOP che contemplino la presenza di indicazioni a semaforo o sistemi equivalenti – recentemente espressasi a favore di un’azione compatta di tutto il sistema DOP e IGP per rafforzare le posizioni politiche portate avanti dal nostro Paese, che appoggia, per l’etichettatura degli alimenti, il sistema Nutrinform Battery o “etichetta a batteria” che prende in esame non i singoli cibi, ma la loro incidenza all’interno di una dieta. 

La proposta italiana per un sistema di etichettatura informativa sulla confezione prevede l’indicazione di tutti i valori relativi ad una singola porzione consumata. All’interno del simbolo “batteria” è indicata la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alla quantità giornaliera di assunzione raccomandata. La parte carica della batteria rappresenta graficamente la percentuale di energia o nutrienti contenuta nella singola porzione, permettendo così di quantificarla anche visivamente. 

La convergenza di intenti in opposizione al Nutri-score vuole essere – nelle dichiarazioni dei suoi sostenitori – a difesa della salute e del Made in Italy: prodotti come l’olio d’oliva, il Parmigiano Reggiano e altri caposaldi della dieta mediterranea potrebbero essere etichettati con semaforo arancione o rosso, poiché il Nutri-Score considera solo la percentuale assoluta di grassi, sali e zuccheri per 100 grammi di prodotto, e non la quantità contenuta in una singola porzione.

Al contrario, a sostegno dell’implementazione del Nutri-Score in Europa, è stato fatto un appello da parte di oltre 270 di scienziati europei anche italiani – ed esperti della salute pubblica e della nutrizione insieme a 26 associazioni scientifiche. 

Cosa dice la scienza?

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inoltre pubblicato un report, intitolato “The Nutri-Score: A Science-Based Front-of-Pack Nutrition Label“ in cui sostiene che il Nutri-Score sarebbe uno strumento efficace per guidare i consumatori verso scelte alimentari più sane. Il Brief sostiene la superiorità del Nutri-Score rispetto ad altre etichette nutrizionali e ne chiede l’adozione diffusa e sistematica in Europa e oltre, per aiutare i consumatori a ridurre il rischio di malattie non trasmissibili come il cancro.

Può un’etichetta alimentare con supporto scientifico contribuire alla prevenzione di importanti malattie? Qual’è la scienza alla base della sicurezza alimentare per aiutarci a prendere decisioni informate sulle scelte alimentari quotidiane?

La Professoressa Anna Lante e il Professor Paolo Tessari,
Foto: Università di Padova

Lo abbiamo chiesto ad Anna Lante, responsabile del Corso di Laurea in Scienze e tecnologie alimentari dell’Università di Padova e a Paolo Tessari, medico dell’Università di Padova, già del Dipartimento di medicina, che si occupa di patologie del metabolismo e nutrizione.

Entro il 2022 la Commissione UE adotterà un sistema di etichettatura alimentare per informare i consumatori. Più di 270 scienziati si sono pronunciati in favore del Nutri-Score francese: nell’appello vengono ricordate sia le basi scientifiche che ne hanno permesso l’elaborazione, sia gli studi che ne hanno poi dimostrato l’efficacia, e quindi anche l’importanza di una comunicazione appropriata per «evitare malintesi». Cosa ne pensate?

«È sicuramente importante ribadire lo stretto legame tra alimentazione e salute, indirizzando il consumatore verso abitudini alimentari salutari che favoriscano la qualità di vita e contribuiscano a ridurre la spesa sanitaria per patologie che hanno le loro radici in modelli alimentari sbagliati.

Tra i nuovi sistemi di etichettatura FOP (Front of Pack), messi a punto per armonizzare a livello europeo l’etichettatura nutrizionale obbligatoria prevista dalla “Strategia Farm to Fork”, il Nutri-Score è sicuramente il più noto, ma presenta dei punti di debolezza che condizionano, senza informare in modo completo.»

Diverse sono le critiche al Nutri-Score da parte dell’industria e del settore agroalimentare. Qual è la vostra posizione a riguardo? Perché alcuni prodotti italiani sarebbero penalizzati con il Nutri-Score?

«Pensiamo che il Nutri-Score sia un modello troppo “semplificato” e sia necessario partire dall’analisi dei suoi punti di debolezza per proporre delle soluzioni alternative.

Oggi la ricerca ha messo in luce la presenza in alcuni alimenti, di origine vegetale e animale, di numerosi composti bioattivi che li rendono funzionali. Con questo termine vengono indicati gli alimenti di cui è dimostrato un effetto benefico e mirato su una o più funzioni dell’organismo (miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o una riduzione del rischio di malattia), al di là degli effetti nutritivi, nelle quantità che normalmente sono consumate con la dieta. Ci sembra giusto ricordare che le tecnologie alimentari sono sempre più impegnate nella valorizzazione di questi aspetti, determinanti per la qualità di un prodotto alimentare.

Il Nutri-Score purtroppo non fornisce queste informazioni, oggi sempre più necessarie per comprendere il legame esistente tra alimentazione e salute. Un esempio è quello dell’olio extravergine di oliva che raggiunge lo stesso punteggio dell’olio di oliva a cui non può essere paragonato, come hanno dimostrato i numerosissimi studi scientifici sull’argomento. Questa asimmetria dell’informazione è molto pericolosa e punisce ingiustamente anche il settore di IGP e DOP (lattiero caseario e dei prodotti carnei) senza valutare l’importanza della sostenibilità nutrizionale, ambientale e sociale di queste produzioni.»

Qual è il vostro parere sulla proposta italiana del NutrInform Battery che mostra al consumatore i valori nutrizionali di un alimento?

«È un modello più complesso rispetto a quello precedente ed i valori espressi sono relativi alla singola porzione, stabilita liberamente dal produttore.»

Come giudicate la politica Italiana in ambito nutrizionale?

«Ci sembra ci sia la consapevolezza che è necessario tutelare qualità e diversità delle produzioni agricole e zootecniche che rappresentano anche un grande patrimonio sociale.»

C’è qualcosa che volete aggiungere?

«Vorremmo riferire di una nuova proposta FOP, il Med Index, sviluppata presso l’Università degli Studi di Bari. Il Med Index riconosce nella Dieta Mediterranea un modello alimentare sostenibile ed efficace nella prevenzione di malattie metaboliche, cardiovascolari, neurodegenerative ed oncologiche. Si tratta di un sistema di semplice lettura per riconoscere gli alimenti salutari ed orientare i produttori verso processi più sostenibili.»

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