Sono trascorsi due anni e mezzo da quando il 4 ottobre del 2021 Roberta Tedeschi, a capo di una lista civica, è diventata sindaca di Povegliano Veronese, comune di poco più di settemila abitanti a pochi chilometri da Verona, famoso per le sue tante risorgive e per Villa Balladoro. Ora si divide tra la professione di avvocata, prima cittadina e da poco anche membro del consiglio di amministrazione di Acque Veronesi. 

Tedeschi, siamo a metà del cammino del suo primo mandato da sindaca, se l’aspettava così la vita amministrativa?

«Quando ho accettato la candidatura a sindaca ero consapevole del grande impegno, anche perché si trattava di un cammino tutto da scoprire non avendo mai fatto, in precedenza, vita amministrativa in un comune. E così è. Non mi aspettavo però che vi fosse ancora una burocrazia così farraginosa, da ostacolare spesso la gestione.»

A che punto è la battaglia che si è posta per la parità di genere in politica e nell’amministrazione del paese?

«È a un buon punto, nel senso che i primi obiettivi che mi ero imposta li sto portando avanti. Naturalmente non è semplice perché è un problema storico e culturale che investe tutta la società. Noi non molliamo di un millimetro su queste tematiche e cerchiamo di portare avanti le pari opportunità in ogni ambito. A questo proposito a ridosso dell’8 marzo, giornata dei diritti delle donne, organizziamo il Festival “Ipazia” con ospiti e testimonianze. Povegliano ha già un bel primato in fatto di partecipazione femminile. In consiglio comunale ci sono 8 donne su 13 eletti e in giunta siamo la maggioranza. Ma tutto il comune è molto rosa, partendo dalla comandante della polizia locale alle donne con ruoli da dirigente in tante associazioni.»

In campagna elettorale aveva promesso che in caso di vittoria avrebbe preso un biglietto del treno per Roma per portare a casa i fondi necessari per il tanto atteso progetto di ristrutturazione di Villa Balladoro e del museo archeologico. L’ha poi preso quel treno?

Roberta Tedeschi

«Il biglietto del treno era una metafora per dire che Villa Balladoro sarebbe stata per noi una priorità. Appena insediata, infatti, per prima cosa ho studiato il “Progetto Bellezz@” datato 2018 e preso conoscenza di quello che era stato fatto fino a quel momento e cioè fino a ottobre 2021, data del mio insediamento.

In quel momento il progetto doveva ancora essere preso in esame dalla Commissione per l’attuazione del “Progetto Bellezz@” che coinvolge la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Cultura. In tutto questo periodo, ho verificato e superato le criticità riscontrate rispetto al progetto presentato.

Mi sono sempre confrontata anche con i funzionari della Soprintendenza di Verona, ricevendo sostegno per l’iniziativa. Nel giugno 2022 il nostro progetto ha finalmente ottenuto il via libera al finanziamento dalla commissione, ma purtroppo non è giunto alla fase conclusiva del procedimento a causa dell’improvvisa caduta del governo Draghi. Nel dicembre scorso, un altro duro colpo di scena, perché il Ministero della Cultura non ha confermato i fondi per tutti i numerosi progetti in attesa da anni.»

Quindi, addio al progetto…

«No! Come sempre non ho mollato di un millimetro. Sono partita dall’intuizione che il definanziamento da parte del Ministero della Cultura non è un problema che riguarda solo noi, ma anche altri comuni in tutta Italia. Ho avuto così l’idea di contattare tutti i sindaci coinvolti nel “Progetto Bellezz@” per dar vita a un coordinamento. Al momento siamo circa ottanta comuni. Ora stiamo preparando un documento con il quale chiediamo di rifinanziare il progetto e di poter rivedere i costi delle opere, tutte datate 2018-2019, visto il loro aumento a causa della pandemia e di due guerre in corso. Villa Balladoro però non è solo “Progetto Bellezz@” ed è sotto agli occhi di tutti il lavoro quotidiano per la sua valorizzazione, con l’ampliamento della biblioteca, le Giornate Fai, le aperture dell’archivio e del museo archeologico e le rassegne estive. La Villa, rimasta chiusa per anni, è tornata a vivere. Perciò posso comunque dire che quel treno l’ho preso!»

Anche la difesa dell’ambiente è uno dei temi importanti della sua amministrazione. Su questo fronte avete dato avvio a una Comunità energetica rinnovabile (Cer).  A oggi vi sono arrivate da cittadini, associazioni, enti e aziende più di 130 manifestazioni d’interesse. Cosa significa per un paese di settemila persone avere una Cer?

«È uno sforzo enorme quanto sta facendo la mia Amministrazione. Per comprenderne l’immensa fatica, ripeto spesso che “fondare la nostra Cer è come fondare un nuovo paese”. Il progetto “Gocce di Comunità” – reso possibile grazie a un finanziamento di Cariverona – parte dall’idea di produrre in modo autonomo energia pulita all’interno del nostro paese. La crisi energetica del 2022 è stato il campanello d’allarme. Il nostro comune spende all’anno circa 87 mila euro di utenze elettriche, nel 2022 siamo arrivati a 287 mila euro. Per far fronte questa cifra abbiamo dovuto, per forza di cose, rinunciare a dei servizi ed è inaccettabile. Il nostro progetto però è rivoluzionario, perché non si ferma solo all’idea della produzione di energia, ma ha l’obiettivo di far crescere un’intera comunità. Con coloro che hanno dato l’adesione – tra i quali ci sono quelli che hanno già pannelli fotovoltaici e chi no – stiamo delineando insieme la struttura della Cer, tramite un percorso partecipativo realizzato grazie ai Conscious Contract, un innovativo metodo giuridico. Rimanendo in tema di treni, questo era un altro che bisognava prendere assolutamente per la Povegliano del futuro. Il nostro impegno per sensibilizzare le persone al rispetto dell’ambiente è comunque a 360 gradi, con il Festival della biodiversità e sostenibilità arrivato alla sua terza edizione e in programma il 25 e 26 maggio, con l’adesione alle associazioni Comuni amici delle api e Comuni Virtuosi e con tanti progetti dedicati ai giovani.»

Nel 2015, con l’amministrazione Bigon, è stata acquistata a titolo gratuito l’ex Base Hawk 10, un presidio costruito negli anni Sessanta con lo scopo di difesa antiaerea rimasto attivo fino agli inizi del 2000. Come pensate di riconvertirla e offrirla alla cittadinanza?

«Al momento abbiamo messo a dimora, attraverso un importante progetto di sensibilizzazione ambientale che ha coinvolto le scuole, circa 300 alberi creando di fatto un bosco di pianura che si completerà entro il 2024 con altre piantumazioni a protezione della fascia delle risorgive. L’intera area a disposizione è di 21 ettari, quindi per partecipare a bandi e ottenere finanziamenti adeguati a un’area così ampia bisogna sempre partire dalla progettazione. Come per la Cer, anche in questo caso ci stiamo basando sul coinvolgimento della comunità, con il contributo di idee di associazioni, agricoltori, il nucleo carabinieri della biodiversità, cittadini e cittadine utilizzando lo strumento del patto di sussidiarietà di cui abbiamo da poco approvato il regolamento. Stiamo lavorando in questa direzione per continuare la progettazione e accedere ancora a bandi.» 

Terzo filone della sua amministrazione, dopo pari opportunità e difesa dell’ambiente, è il tema della legalità. Nel 2022 avete ricevuto, a segno di questa vostro impegno, un esemplare dell’albero di Falcone. In pratica come agite su questo tema?

«Nel primo consiglio comunale dopo il mio insediamento a sindaca abbiamo voluto rinnovare l’adesione ad Avviso Pubblico, un’associazione che assiste i comuni nei percorsi di legalità contro le mafie e la criminalità in generale. Poi, ogni anno organizziamo nelle scuole progetti che riguardano la legalità, ospitando anche testimoni della lotta alle mafie. Qualche mese fa abbiamo avuto a Povegliano Matilde Montinaro, sorella di Antonio Montinaro capo scorta del giudice Falcone e una delle vittime della strage di Capaci. Il nostro intento è quello di far crescere sotto il profilo sociale e culturale il tema della legalità.»

Il vecchio asilo, acquistato molti anni fa dall’Amministrazione comunale, è ancora un libro dei sogni da rendere realtà. Rientra ora nelle vostre prossime opere? Se sì, con quale utilizzo?

«L’obiettivo è quello di realizzare degli alloggi o dei miniappartamenti per le persone con fragilità in modo che possano avere una vita indipendente sfruttando, da una parte, i servizi del centro diurno che è proprio accanto all’edificio e, dall’altra, la sua posizione strategica nel cuore del paese. L’immobile richiede, tuttavia, una ristrutturazione importante e per questo motivo stiamo cercando di coinvolgere più soggetti e intercettare finanziamenti adeguati.»

Per concludere in leggerezza. Visto che lei fa parte del Gruppo di lettura “Le Librellule” di Povegliano, un consiglio di un libro da leggere?

«Miss Rumphius di Barbara Cloony. È un libro per bambini in cui la protagonista – per mantenere la promessa di “fare qualcosa per rendere il mondo più bello” – sparge ovunque semi di fiori. Così facendo il suo paese diventa bellissimo e la gente la segue in questa iniziativa. Una metafora veramente significativa non solo per i più piccoli, ma anche per noi adulti. È un libro che conservo in municipio e che spesso leggo ai bambini quando vengono a trovarmi.»

E una canzone da ascoltare?

«A Sky Full of Starts dei Coldplay perché è una canzone che fa sognare e parla di un amore incondizionato. Con questo spirito abbiamo iniziato la campagna elettorale del 2021.»

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