Lo scorso 20 marzo si è tenuta la seconda convention della FIE, Fondazione Italiana Endometriosi, una Fondazione nata nell’aprile 2007 dal desiderio e dalla necessità di condividere, supportare e rendere consapevoli le pazienti, creando un confronto stimolante e fruttifero.

La conferenza è stata organizzata in occasione del mese della consapevolezza sull’endometriosi, per mettere in luce gli obiettivi della Fondazione nel breve e lungo termine. Tra questi, in primis la ricerca scientifica, con le sue numerose iniziative: il Progetto Nutrizionale e il Progetto Clinico, Progetto Genomico – vale a dire lo studio degli enzimi nelle cellule della malattia che fanno sì che la malattia non sia responsiva alle cure attuali.

Le problematiche legate alla malattia sono numerose: l’endometriosi può essere attualmente considerata tra le principali cause di infertilità; inoltre il metodo più sicuro per effettuare una diagnosi è un intervento di laparoscopia, dunque una diagnosi sicuramente invasiva; infine, i farmaci attualmente utilizzati non sono adatti a trattamenti prolungati e sono farmaci sintomatici.

La questione principale riguarda l’investimento nella ricerca sull’endometriosi, che ancora oggi risulta non adeguato. Basterebbe cliccare su PubMed (un motore di ricerca che raggruppa le pubblicazioni in ambito medico) per osservare il numero limitato di articoli che emergono riguardo a questa malattia: circa 30mila articoli, contro il numero enormemente maggiore che ne risulta per il cancro (4.300.000 articoli circa) o l’Alzheimer (179.900 articoli circa). Partendo da questi presupposti, la Fondazione si è posta, e si pone tuttora, l’obiettivo di comprendere quanti più dati possibili sulla malattia.

Si parla spesso di alimentazione legata all’endometriosi e, più nello specifico, alla sua sintomatologia. Ma come può influire ciò che mangiamo nella riduzione dei sintomi? Esistono dei cibi, o combinazioni di cibi, che in questo senso abbiano proprietà antinfiammatorie o disintossicanti?

Nel corso della Convention, interessante è stato in proposito l’intervento della dottoressa Maria Cassano, biologa nutrizionista e specialista in Patologia clinica. Si è parlato di quali criteri dovrebbe seguire, all’interno della sua dieta, chi è affetta da endometriosi.

Fondamentale è la ricomposizione corporea, dunque la riduzione della composizione della massa grassa a favore di quella magra. La dieta deve essere poi antinfiammatoria: vanno valutate le reazioni avverse degli alimenti sul nostro corpo, aumentando ad esempio il rapporto Omega3 e Omega6 e controllando l’igiene del sonno e la gestione dello stress. Va considerato poi che tra gli alimenti che favoriscono l’intensificarsi dei dolorosi sintomi dell’endometriosi vi sono gli estrogeni. È necessario quindi che la dieta sia anche anti-estrogenica e debba quindi agire sull’aromatasi, un enzima che compie la conversione di ormoni maschili in ormoni femminili.

Alcuni alimenti, erbe aromatiche o spezie rallentano specificatamente l’attività degli estrogeni e ne riducono la circolazione; tra questi la dottoressa Cassano ha ricordato quelli contenenti luteolina (rosmarino, timo, prezzemolo, agrumi, tarassaco, salvia), apigenina (sedano), curcumina (curcuma), crisina (verdure e miele d’acacia), polifenoli, fitosteroli e bioflavonoidi.

La dieta deve inoltre essere disintossicante, e può anche prevedere l’utilizzo di alcuni integratori, naturalmente su consiglio medico. Si raccomanda di fare attenzione, in questo senso, agli alimenti che troviamo nei supermercati, soprattutto a quelli eccessivamente trattati e con aggiunta di additivi o a quelli che richiedono una catena alimentare troppo lunga e complessa.

Quali alimenti dovrebbe quindi eliminare una donna affetta da endometriosi, nel tentativo di ridurre la sintomatologia legata alla malattia?

Alimenti industriali, caffè, alcolici, soia, farine bianche, zucchero bianco, grassi saturi. Sarebbe preferibile ridurre poi il consumo di carne rossa, latticini e glutine. Non necessariamente si deve seguire una dieta senza glutine, l’importante è sceglierne la giusta qualità, preferendo grani di natura integrale (i grani antichi, in particolare, sono tra quelli meno trattati).

È giusto spezzare poi la fame a metà mattina e a metà pomeriggio con degli spuntini e in questo senso è ammesso anche il cioccolato, naturalmente fondente (almeno 85%), con non troppo residuo zuccherino.

È stato provato che, seguendo questi principi nutrizionali, associati talvolta ad alcuni integratori, portano nelle pazienti a regressioni del dolore mestruale dal 40 al 60%. Le linee guida per una corretta dieta, con relativa lista degli alimenti da preferire e di quelli da evitare, si possono trovare sul sito www.endometriosi.it, nella Sezione Alimentazione, mentre chi volesse rivedere l’intera Convention può trovarla sul canale YouTube della Federazione Italiana Endometriosi.

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