Intorno alle 8 di questa mattina una violenta esplosione ha distrutto parte di uno stabile, di proprietà di Agec, Azienda Gestione Edifici Comunali del Comune di Verona, al civico 9 di via San Giovanni in Valle.

L’esplosione è avvenuta nell’appartamento sito al piano terra del palazzo, abitato dal signor Anselmo Menegazzi, di circa 50 anni, affetto da problemi psichici e in carico da tempo ai servizi specialistici sanitari.

La palazzina andata in fiamme. (Foto di Lisa Accordi)

Solo due appartamenti su sette sono rimasti integri, quelli dell’ultimo piano. L’intero edificio è stato completamente evacuato fino a lunedì 21 settembre, in attesa delle opportune verifiche sulla sua stabilità.

Dall’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Verona confermano il ricovero presso l’ospedale di Borgo Trento di due persone (e non sei come inizialmente affermato dalle prime notizie diffuse) entrambe gravemente ustionate: sono l’inquilino dell’appartamento esploso e una signora che vive in quello adiacente, sullo stesso piano.

Da una prima ricostruzione, che andrà confermata dalla perizia disposta da Agec sulle cause esatte dell’incidente, sembrerebbe che l’inquilino abbia volutamente saturato di gas l’appartamento per protestare contro lo sfratto che l’ente gli aveva inviato qualche tempo fa.

Tra i residenti, però, c’è anche chi ipotizza che proprio a causa delle precarie condizioni psichiche dell’uomo, l’incidente potrebbe essere dovuto a una sua disattenzione nel lasciare aperto il gas nell’appartamento durante la notte.

Tutti i vicini sono invece concordi nel ritenere che l’uomo, peraltro denunciato più volte per episodi di intimidazione e aggressione nei confronti di alcuni inquilini dello stabile, non dovesse essere lasciato solo. 

Venivano comunque garantite la terapia farmacologica e l’assistenza domiciliare al signor Menegazzi, che, non avendo parenti, era – ed è – seguito da un amministratore di sostegno e da un avvocato.