Lo stavano aspettando tutti questo DL Rilancio. E ora che c’è, mentre si cercano spunti tra le innumerevoli pagine che lo compongono, ci si proietta già al futuro, quasi incuranti degli ingenti stanziamenti disposti, e si guarda al prossimo Decreto. Non è solo l’atavico gusto per l’attesa che sposta l’attenzione al domani, a quel che verrà senza godere appieno del presente. Ad alimentare questo atteggiamento sono piuttosto la sacrosanta voglia di certezze e il desiderio di una linea politica chiara, decisa e coraggiosa. Auspici che anche in questo caso non sono stati pienamente soddisfatti. Tra il serio e lo scanzonato, passiamo in rassegna alcune misure proposte dal Decreto.

VOTO 10: al Ministro Teresa Bellanova che senza tanti proclami è riuscita nel duro compito di mediare posizioni divergenti in seno all’Esecutivo in merito alla regolarizzazione del lavoro nero. Ad ognuno il proprio giudizio, ma la partita non era affatto scontata, specie se si prendevano per buone le dichiarazioni d’intento del M5S degli ultimi 24 mesi. Non si può peraltro tacere che abbia speso qualche lacrima, a riprova che a fare l’uomo – o donna – di Stato non è un abito, non è un twitt, ma un mix di professionalità e umanità, qualità sempre più rare. Può piacere o non piacere, ma la funzione di Teresa Bellanova in questo Governo trascende il suo ruolo istituzionale. Icona.

VOTO 9: agli ecobonus che salgono fino al 110%. Se qualcuno si era abituato a ristrutturazioni agevolate fin dalla lontana legge 449 del 27 dicembre 1997 o si era beatamente seduto sugli allori di interventi antisismici quasi regalati, può anche sobbalzare sul divano. E’ un parco giochi, una Disneyland per coloro che, disponendo o meno di capitali, potranno procedere a sostanziali interventi di ristrutturazione, anche avvalendosi della cessione del credito d’imposta. Coinvolti pure, ed è una buona notizia, gli Istituti di Credito che senza dubbio subentreranno nelle varie operazioni, qualora le imprese edili non abbiano interesse o possibilità di usufruire del credito stesso. Diciamolo: quasi conviene licenziarsi e mettersi a ristrutturare, a patto di gestire oculatamente l’operazione da un punto di vista finanziario.

VOTO 8 (sub judice): al ribattezzato bonus biciclette. Si attendono chiarimenti operativi, ma se le misure emergenziali sono anche volte a tracciare una rotta, sembra essere quella buona. Vedremo nel tempo se questo contributo, pari al 60% della spesa sostenuta fino ad un massimo di 500 € per l’acquisto di biciclette o altro mezzo non inquinante, rappresenterà davvero l’anno zero di una nuova mobilità cittadina. Però chi ben comincia, pedala!

Cortina d’Ampezzo – Corso Italia

VOTO 7: prima la concorrenza degli agriturismi e dei B&B, poi quella di Airbnb unita alla schiavitù di dover far i conti con Booking, ora il Covid-19. Per gli albergatori sono anni bui e, tutto sommato, come categoria non si sono mai posti con grande acredine verso il sistema cinico e baro. La ricompensa è stata la cancellazione dell’IMU di giugno. Pochino, se vogliamo, ma sommandola agli altri aiuti previsti per le imprese in ragione della perdita di fatturato, quantomeno si vede terra all’orizzonte. La chiave sarà salvare la stagione turistica estiva, i presupposti ci sono.

Giuseppe Conte

VOTO 6: al Governo. Ha fatto più di quanto molti avrebbero potuto e voluto, molto di meno di quanto avrebbero sperato. Per ora va bene così, forse, ma pesa una sensazione di non chiarezza politica. Il DL rilancio non ha un marchio politico vero e proprio, non detta una linea netta. Mette delle toppe, tante ad onor del vero, ma dimentica del tutto la questione scuola, trascura bimbi e adolescenti. Certo, occupandosi degli adulti e delle imprese, indirettamente va anche in quella direzione, ma si spera che, finita l’emergenza, si affronti con vigore il mondo scuola, completo assente in queste faccende di maggio.

VOTO 5: conosciamo tutti il complesso rock statunitense dei R.E.M. . Ebbene, sono tornati per la gioia di milioni di fans! Per carità, non affrettiamoci a cercare biglietti online: non è prevista una loro esibizione canora nei prossimi mesi, anche perché non ci sono novità rispetto allo scioglimento del gruppo risalente al 2011. E allora? Potere degli acronimi, sono ancora tra noi. REM, alias Reddito di EMergenza, spetterà con Isee sotto ai 15.000 € e verrà suddiviso in due tranche da 400 e 800 euro. Meglio di niente, è meglio piuttosto. Qualcuno forse avrebbe preferito il ritorno sul palco di Michael Stipe, senza dubbio più emozionante del vil denaro.

VOTO 4: a congedi parentali – 30 gg al 50% della retribuzione non risolvono il problema di come affrontare l’estate con figli a carico – e bonus baby sitter, alternativi uno all’altro. La riconversione delle badanti rimaste senza lavoro in baby sitter un filo attempate è appena cominciata e si preannunciano fuochi d’artificio. Nessun problema comunque se non si dovesse trovare la persona giusta, il bonus può essere riconvertito per pagare i centri estivi. Peccato rilevare che questi siano a forte rischio e al momento appaia quantomai improbabile una loro partenza, data l’impossibilità di scorgere all’orizzonte uno straccio di protocollo e misure di sicurezza minime, non solo a tutela delle famiglie, ma soprattutto degli organizzatori.

VOTO 3: alle cartelle esattoriali sospese che verranno inviate tra qualche mese. D’altronde, si sa, l’italiano va in agitazione quando riceve una cartella esattoriale. Di brutte notizie ne abbiamo già molte, meglio essere prudenti e aspettare a notificarle più avanti, magari con interessi di mora maggiorati. Sarebbe stata auspicabile viceversa, e più semplice, una notifica nei tempi naturali con la possibilità di un pagamento entro fine 2020 sulla base dei dati di atto, senza cioè ulteriori aggravi. Si narra invece di cartelle inviate in pieno Covid-19 sulle caselle Pec dei contribuenti, poi ritrattate dopo poche decine di minuti, alla luce delle disposizioni volte a garantire la serenità dei cittadini inadempienti.

VOTO 2: all’Unione Europea, al libero mercato e a Schengen. La rappresentazione di ideali di unione e fratellanza tra popoli. A patto che gli altri non ci rubino i turisti. Ecco dunque ideato il bonus vacanza per gli italici cittadini che, dopo mesi di quarantena, potranno godere delle bellezze nostrane a prezzo agevolato. Fino a 500 € di contributo per chi si spiaggerà al Papeete o farà quattro vasche di qualità a Cortina, ma anche rivolto a chi riscoprirà Abruzzo, Molise e Basilicata. Sempre che venga riaperta la mobilità tra regioni. Niente Formentera, niente Londra, quantomai lontana dopo un decennio di vicinanza targata Ryan Air, o altre mete più o meno esotiche. Chi vorrà espatriare per la tintarella, se gli verrà concesso, dovrà farlo a sue spese, alla faccia dell’utopia di un’Europa unita.

VOTO 1: farebbe sorridere, se solo non ci fossero di mezzo gli interessi di migliaia di italiani. L’idea di utilizzare l’Inps come facilitatore per veicolare il denaro a favore di chi usufruisce della Cassa in Deroga, sembra una misura dal vago sapore di ossimoro, in considerazione della riduzione di organico che ha caratterizzato la vita dell’Inps stesso nell’ultima decade e della nota capacità del Pubblico di attivare con efficienza lo smart working. Che questa strategia non si trasformi in un colpo di genio? a volte andare contro l’evidenza paga.

VOTO 0: al PD e a Salvini. Che il secondo partito italiano sia al governo è più un atto di fede che un’evidenza, in considerazione dell’assenza totale di presenza e personalità nell’azione e comunicazione politica, lampante anche in questa occasione. Dopo il brindisi di Nicola Zingaretti, incauto e bocciato, nulla più. Non un brindisi fu, ma una messa da requiem. In merito poi a Matteo Salvini, frustrato e in calo costante nei consensi, prostrato da uno Zaia al top della forma e pronto a prendere profitto in una qualsiasi delle prossime tornate elettoriali, che dire? Sta dimostrando profonde lacune politiche e professionali, incapace di cambiare strategia, in un tempo che risulta essere ben diverso da 12 mesi orsono.