La cucina supera la prova del Covid-19 e adotta la filosofia anti-spreco. Lo testimonia la community della “Staffetta di Cucina Ciocheciò”, ovvero fatta con quel che si ha, nata grazie al sodalizio tra settantanove appassionati di cucina e del territorio provenienti da quattro continenti diversi e in rappresentanza di quindici nazioni, che ha appena pubblicato il libro di ricette “La Staffetta di cucina ciocheciò. Ricette e storie dal mondo”, edito da Edizioni Zem, ispirate al cucinare con quello che si trova in dispensa o con gli avanzi, l’essenza della cucina “ciocheciò”.

Molti i veneti protagonisti del libro della cucina del “Ciò-che-Ciò”: Marisa Saggiotto, operatrice della Comunità Wigwam di Cologna Veneta nonché presidente di Sezione Fidapa ed ancora Daniela Rapetta, Enrica Claudia De Fanti, Giovanni Cecconi, Margherita Voltolina, Flavia Mognetti Cordioli, Massimo Zuliani e Michele Pigozzo tutti accomunati dalla passione per la cucina e da una filosofia anti-spreco, oltre che dalla voglia di condividere foto, video e ricette.

“Una cucina semplice, facile, genuina e salutare, che utilizza prodotti locali, freschi e stagionali, che combatte gli sprechi, che favorisce la relazione e la socializzazione tra i membri della famiglia e della comunità – sottolinea Marisa Saggiotto – che a Cologna Veneta ha restaurato alla fine degli anni 90 la vecchia stalla di famiglia per trasformarla in un agriturismo con alloggio.

L’emergenza sanitaria e l’esperienza del lockdown hanno confermato che la cucina e il cibo rappresentano tutt’oggi uno straordinario momento di aggregazione

“Una filosofia di cucina che rappresenta una concreta risposta alle problematiche ambientali, ma anche economiche sollevate dalla pandemia Covid-19 – aggiunge Saggiotto – perché, sia pure nella diversità dei prodotti impiegati e nelle differenti modalità di preparazione, è in grado di unire persone di diversa cultura e provenienza geografica.

Il libro “La Staffetta di cucina ciocheciò. Ricette e storie dal mondo” racchiude infatti tutto il lavoro svolto dagli autori durante i mesi di isolamento, in cui hanno condiviso momenti di confronto, lezioni di cucina e di divertimento, riscoprendo antiche tradizioni popolari.

Il coordinamento della pubblicazione è stato curato tra gli altri dalla sommelier dell’olio Yoko Moryama e da Roberto Ferretti, Anna Monaldi, Claudio Porchia e Marisa Saggiotto, le ricette sono introdotte da testi dei coordinatori del gruppo con le preziose illustrazioni del cartoonist Tiziano Riverso. 

L’idea del libro è arrivata da tutti proprio alla fine della staffetta, promossa durante il periodo di pandemia Covid-19, per promuovere e mantenere quelle relazioni che hanno arricchito la mia vita e con esse hanno promosso quelle risorse personali che, naturalmente, ognuno di noi possiede” racconta Marisa Saggiotto.

Partita il primo maggio 20202, la staffetta è terminata a fine giugno. Ogni partecipante, invitato da un altro che aveva già aderito alla staffetta, ha presentato una ricetta creata con ciò che si ha in casa, in pieno stile “Ciocheciò”. In questo modo il gruppo è riuscito a coinvolgere migliaia di persone e recuperato piatti e tradizioni perdute nel tempo. 

“Alla fine del mese di giugno, avevamo tantissime ricette da far conoscere sia a tutti coloro che avevano partecipato alla staffetta, ma anche agli amici: ci siamo divisi i compiti e abbiamo prodotto un libro originale e creativo” spiega Marisa Saggiotto. 

Nel libro non si trovano infatti solo piatti preparati con quello che si trova in dispensa, ma anche l’idea di una forma alternativa di turismo relazionale e sostenibile: in ogni pagina si troverà una storia, un ricordo ed una ricetta facilmente realizzabile anche da non provetti chef.

Una ricetta di Sofia Bernuzzo

Quasi 80 ricette, settantasette per la precisione, in 196 pagine a colori che si aprono con la prefazione della food blogger Benedetta Rossi, che ha condiviso lo spirito dell’iniziativa e di una filosofia che è alla base anche del suo ultimo successo “Fatto in casa da Benedetta”: all’inizio del libro la Rossi afferma che “dietro un piatto o una ricetta ci sono delle persone, c’è tutto un mondo, una storia, un territorio che avevamo dimenticato”.

Dalla “Staffetta della Cucina Ciocheciò” è emerso l’attuale “gestione” delle risorse alimentari è fonte di molti sprechi e che è necessario trovare delle alternative per valorizzare anche gli ingredienti considerati “marginali”, ma che possono evocare gusti antichi e rendere eccellenti i piatti semplici della tradizione.

Tra le ricette venete, alcune si ispirano proprio alla tradizione contadina e a quando le donne in cucina usavano molto le erbe spontanee, che crescevano intorno alle loro case. Tra queste c’è “l’erba maresina” o “Partenium”, “una bellissima pianta che quando fiorisce, assomiglia alla camomilla e si impiega sia a scopo medicale che culinario” dice Marisa Saggiotto che ha scritto la ricetta “La fritola con l’erba maresina” che a Valdagno, nel vicentino, ha ricevuto il marchio De.Co. (Denominazione Comunale d’Origine).

“La fritola con l’erba maresina” di Marisa Saggiotto

Una cucina che vuole coniugare tipicità locali alla sostenibilità ambientale, economica e sociale perché oggi più che mai c’è bisogno di una nuova gastronomia che si ispiri ad una agricoltura sana e alla difesa dell’ambiente, senza sprechi o perdite di energie.

“Possiamo arrivare a praticare la sostenibilità a casa attraverso la pratica di una cucina che utilizza l’economia del ciò che serve. Cucinare ciò che serve, usare e acquistare ciò che serve, consumare ciò che serve, costruire ciò che serve” afferma la co-autrice Anna Monaldi titolare di un’agriturismo a Montegiberto nelle Marche.

“Ciò naturalmente richiede una progettualità attenta, una conoscenza di ciò che si fa e richiede collaborazione  – continua Monaldi -. L’economia del ciò che serve è una economia del singolo nella comunità ed è sostenibile, perché mette insieme i concetti di rispetto delle risorse della natura, di vivibilità e di economia circolare, in quanto tutto è destinato a rigenerarsi.  Arrivando a quella economia morale, piena di dignità e di rispetto per tutti gli esseri viventi, dall’uomo alle piante, agli animali. Se rivalutiamo l’economia dei piccoli borghi, delle piccole economie agricole e artigiane, ripensiamo allora ad un concetto di ricchezza che è frutto di quel cambiamento utile e importante che ci fa stare meglio e forse ci rende più forti e più ricchi “dentro”.

La Staffetta promuove laboratori di “cucina ciocheciò” nei propri agriturismi, per una “rivoluzione dolce” in cucina a spreco zero.

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