Il Natale da molti anni per me significa Altopiano di Asiago, un luogo del cuore, svuotato dal turismo che ormai non trova né neve né proposte culturali al passo con le altre località montane del Triveneto, dove le giornate si fanno più lunghe, lente, buie, eppure danno un senso di pace e di ricarica energetica che solo un luogo del cuore può dare. Porterò con me qualche Rigoni Stern, insieme ad almeno due libri abbandonati nell’ultimo periodo per la frenesia delle giornate e stanchezza delle serate. Quest’anno sarà un Natale senza alberi, in tutti i sensi, dopo che lunedì 29 ottobre il ciclone mediterraneo “Vaia” ha colpito le regione del nord est dell’Italia e un vento a 190 km/h si è abbattuto sulle nostre montagne, dalla Val di Fassa e Val di Fiemme, in Cadore, ad Agordino, causando un incredibile danno al patrimonio forestale. La Regione Veneto ha stimato in quasi un miliardo di euro i danni subiti con la cancellazione di duecentomila ettari di bosco.

Riporterò con me Inverni lontani (Mario Rigoni Stern, Einaudi, 1999): «La neve verrà leggera come piccole piume d’oca (…) Il vecchio urugallo dello Scoglio del Tasso volerà sull’abete dove generazioni della sua famiglia hanno aspettato la primavera nutrendosi delle sue foglie. Il bosco sarà immerso in un tempo irreale e io andrò a camminarci dentro come in un sogno». Paolo Cognetti, scrittore Premio Strega nel 2017, ha scritto: «In questo cadere del bosco sento una specie di stanchezza, proprio come un amico che non ce la fa più, e mi viene paura per come andrà a finire. Se si arrendono anche gli alberi, mi chiedo, che ne sarà di noi?».

Che ne sarà di noi? Me lo sto chiedendo da un po’ di tempo, ma come sempre mi guardo intorno e cerco di capire la reazione, più o meno silenziosa, di istituzioni comunali e cittadini. E ne è uscito un elenco quasi infinito di raccolta fondi, concerti, arte, pensieri e parole che si intrecciano… con persone che da Vicenza aiutano Belluno e viceversa… perché chi ha subito danni vuole aiutarsi e aiutare e perché non c’è fine alla solidarietà tra concittadini.

C’è il Comune di Asiago che raccoglie fondi dal suo sito, o il progetto “Filiera solidale”, lanciato dalla PEFC, certificazione della gestione forestale, chiedendo alle aziende certificate di acquistare legname proveniente dagli schianti in sostituzione di legno di importazione (l’Italia importa 75% del legno da opera) a un prezzo equo.

C’è Belluno Resiste, il concerto benefico per la ricostruzione di Maci’s Mobile&Non voglio che Clara, al Teatro Comunale di Belluno sabato 22 dicembre alle 21.00. Si è costituito AlberiAmolAltopiano un comitato spontaneo di cittadini vicentini con la finalità di raccogliere fondi destinati all’acquisto diretto di nuovi alberi da piantumare nelle zone colpite.  L’iniziativa Natale senza alberi – una foresta di carta ha il patrocinio del Cai Vicenza e di S.A.V. Società Alpinisti Vicentini ed è l’idea di sette ragazzi e ragazze esperti di turismo e arte, ossia Francesca Dragotta, Lisa Iannacoli, Valentina Russo, Filippo Giaretta, Silvia Casarin, Elisa Zugno, Alice Paccagnella, i quali hanno creato una piattaforma di crowdfunding dove le persone potranno dare il loro contributo  alla ricostruzione e ricevere un “albero” illustrato  in formato digitale dagli artisti coinvolti da poter  stampare e appendere o da condividere online. Il ricavato verrà devoluto a uno dei comuni più colpiti, Rocca Pietore, nelle Dolomiti Bellunesi, un piccolo comune di 1.200 abitanti e 75 km che è stato definito “l’epicentro del terremoto atmosferico”, dove al vento si sono aggiunte frane, colate di fango, edifici con piani interrati.

Il geologo veronese Alessandro Raneri, impegnato in attività dell’Autorità di Distretto delle Alpi Orientali, chiamato dal genio civile di Belluno a metà novembre per individuare le situazioni di dissesto idrogeologico dei fiumi minori, con il collega Fabio Giuriato, per capire la situazione attuale e cosa si profila per il futuro, spiega: «L’albero è una forma di difesa spontanea, di ingegneria naturale, evita o limita tante calamità naturali. A memoria d’uomo non c’è ricordo di un evento simile che abbia riguardato il vento, con questo effetto “shangai” che abbiamo purtroppo tutti visto nelle immagini di fine ottobre. Senza alberi, con una minor difesa del terreno, se piove molto avverranno sempre più i cosiddetti “scivolamenti superficiali». La Regione Veneto sta facendo uno sforzo importante per rigenerare i boschi, un patrimonio andato in fumo in una notte e che si potrà rigenerare tra decenni, grazie anche alla biodiversità e alla mobilitazione collettiva.