Con "Ninfa dormiente" Ilaria Tuti fa centro un'altra volta
Torna il commissario Teresa Battaglia di "Fiori sopra l'inferno" per scoprire cosa si cela dietro a un quadro del 1945.
Torna il commissario Teresa Battaglia di "Fiori sopra l'inferno" per scoprire cosa si cela dietro a un quadro del 1945.
Lo scorso 27 maggio è uscito in tutte le librerie Ninfa Dormiente, il secondo libro di Ilaria Tuti edito da Longanesi. Siamo di fronte a un nuovo caso da risolvere, un enigma affascinante e pieno di lati oscuri, che la penna della scrittrice ci presenta in modo mirabile e intrigante.
La giovane autrice friulana, nata nel 1974 e consacrata dalla critica come la nuova voce del thriller italiano, scrive dal 2011, ha cominciato con piccoli racconti su forum di scrittura per poi realizzare delle letture per i gialli Mondadori ricevendo buoni riscontri e soddisfazioni.
Il successo è arrivato, dirompente, nel 2018, con il romanzo Fiori sopra l’inferno. Il thriller, il più venduto nell’anno di uscita, è diventato un vero e proprio caso editoriale in Italia e all’estero, tanto da venire selezionato, nel marzo di quest’anno, comeCrime Book of the Monthdal “Times”.
Con Ninfa dormienteIlaria Tuti conferma prepotentemente le sue doti di impeccabile giallista e anche qualcosa di più.
È necessario premettere che questo ultimo lavoro ci riconsegna i protagonisti di Fiori sopra l’inferno, ossia il Commissario Teresa Battaglia, il suo fidato collaboratore, l’ispettore Massimo Marini, e tutta la squadra investigativa.
Viene ritrovato un quadro del 1945 di un pittore di nicchia e molto quotato, raffigurante una donna bellissima, ma si scopre che il rosso utilizzato per dipingerlo non è colore ma sangue umano.
A sciogliere il bando della matassa viene chiamato il commissario Battaglia, una donna sulla sessantina, scorbutica ma compassionevole, accompagnata dall’ispettore Marini, un giovane uomo acuto ma molto fragile.
La scrittrice nel suo racconto ci porta in un doppio emisfero temporale sviluppando la storia tra il presente e quel lontano 1945 dove gli eventi sono accaduti.
La narrazione si compone di una grazia talmente percepibile che lascia nitido il percorso del lettore nella storia e quindi, nonostante i salti dal passato al presente, tutto scorre perfettamente, in maniera comprensibile e avvincente.
Il racconto, ambientato nella verde Val Resia, man mano che si entra nel fulcro della lettura, si arricchisce di personaggi coinvolti, di vicende intricate, di sospetti, di misteri, di ricordi. Tutto ben amalgamato tanto da carpire completamente l’attenzione del lettore.
Nonostante la scrittura della Tuti sia estremamente dettagliata – la descrizione dei luoghi, dell’ambientazione e dei personaggi –, non emerge nessuna fatica nella lettura anzi, al contrario, la storia diventa sempre più intrigante, realistica e vera.
Ciò che rende il romanzo una lettura davvero meritevole è il ruolo dei protagonisti, non “marginale”, ossia meri esecutori della risoluzione del caso – come succedeva nel suo romanzo di esordio –, ma qui vengono raccontanti profondamente, nella loro umanità e intimità, nella loro personalità, nelle loro fragilità e paure, svestiti di quella patina distaccata di investigatori.
Di solito un thriller non è in grado di far risaltare empatia, sensibilità, affezionamento, invece Ilaria Tuti riesce a legare il lettore non solo alla suspense di una storia orchestrata in modo sublime ma anche ai protagonisti in modo quasi affettivo.
Altra nota creativa della scrittrice è l’introduzione di un nuovo e bizzarro personaggio, Blanca, una giovanissima ragazza cieca dai capelli turchini, esperta nella ricerca di cadaveri, che con il suo cane aiuterà la squadra investigativa a risolvere il caso. A quanto pare, Blanca ritornerà anche nel prossimo romanzo.
Ninfa Dormienteè un libro coinvolgente, che regala al lettore un racconto ricco di vicende, suspense, misteri, e particolari ma al contempo è ricco anche di emozioni e di umanità, il tutto misurato al punto giusto senza strafare, senza eccessi. Un equilibrio perfetto.
Come esiste un Montalbano dell’amato Andrea Camilleri sarebbe una bella sorpresa per il pubblico che la televisione regalasse una serie dedicata alla scorbutica sessantenne dai capelli rossi.
In conclusione, si può affermare che questo testo rappresenti una prova superata brillantemente da Ilaria Tuti, la conferma di un grande talento, e non riferito solo a una storia ben congegnata e avvincente, ma in particolare, e soprattutto, in merito ai protagonisti accuratamente raccontati nella loro globalità.
Come dice l’autorevole Donato Carrisi – l’autore di thriller più famoso d’Italia – sul “Corriere della Sera”: «Con la sua protagonista, Ilaria Tuti fa il miglior regalo che uno scrittore possa fare ai suoi lettori: qualcuno cui affezionarsi».
Non si può che dargli ragione.