C’è qualcosa di profondamente nobile nel cinema indipendente: quella tensione irriducibile verso la libertà creativa, quella necessità di raccontare anche quando i mezzi sono scarsi, ma le idee – quelle sì – abbondano. È lo spirito che anima “Verona da Paura”, rassegna di cortometraggi horror indipendenti ideata dall’Associazione Culturale Quinta Parete in collaborazione con la Società di Mutuo Soccorso Porta Palio, sotto la direzione artistica di Diego Carli. Due serate, il 21 e 28 novembre, che si annunciano come un piccolo manifesto di resistenza culturale: un omaggio al cinema di genere, quello “altro”, fatto di passione, sperimentazione e identità.

Diego Carli, regista veronese già vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, è figura centrale di questo progetto. La sua visione è limpida: il cinema dell’orrore non è un semplice esercizio di paura, ma un laboratorio di linguaggi, una lente attraverso cui esplorare l’inquietudine contemporanea. «L’horror è una forma di poesia visiva che parla del nostro lato oscuro», afferma Carli. «Non si tratta di spaventare, ma di evocare. Di mostrare cosa accade quando l’immaginario incontra le nostre paure più intime. L’indipendenza, in questo senso, è una condizione necessaria: ci permette di osare e di raccontare ciò che altrove non trova spazio.»

E Verona, la città dove Carli vive e lavora, è più che un semplice sfondo: è un laboratorio creativo. Nei suoi set, nei suoi cortometraggi, nei laboratori che conduce con i giovani, il regista trasforma il territorio in una fucina di idee, portando ragazzi e ragazze alla scoperta del linguaggio cinematografico, spesso alla loro prima esperienza dietro la macchina da presa o davanti all’obiettivo. «Molti dei miei collaboratori sono studenti, appassionati, persone comuni che si avvicinano al cinema con curiosità e coraggio», racconta Carli. «Credo che la provincia abbia una vitalità enorme: basta dare spazio e fiducia a chi ha qualcosa da dire.»

La rassegna “Verona da Paura” si muove proprio su questa linea: accogliere dentro una cornice intima e partecipata il lavoro di autori indipendenti italiani che, pur navigando in acque lontane dai circuiti commerciali, riescono a imporsi per qualità e originalità. Nomi come Zarina Ospanova, Michele Comerlati, Edoardo Olivieri– accanto allo stesso Carli – saranno protagonisti delle proiezioni, con cortometraggi che spaziano dal gotico psicologico alla distopia urbana, dall’horror esistenziale alla fiaba nera.

Federico Martinelli, presidente di Quinta Parete, sottolinea il valore culturale di questa operazione: «L’horror è un genere che richiede intelligenza, ritmo e capacità di visione. Portarlo a Verona significa aprire uno spazio nuovo di confronto e curiosità: è un atto d’amore verso il cinema indipendente e verso la città.»

E non è un caso che a ospitare la rassegna sia la Società di Mutuo Soccorso Porta Palio, luogo storico che, fin dal 1882, accoglie esperienze di arte e comunità. «La nostra sede è sempre stata casa della cultura» spiega Francesca Toffali, rappresentante della Società. «Con “Verona da Paura” diamo voce a un genere raro ma vitale, che sa sorprendere e stimolare riflessioni profonde.

Ciò che colpisce di questa iniziativa è la sua capacità di unire passato e futuro, artigianato e sperimentazione. In un’epoca di streaming e algoritmi, dove il consumo audiovisivo rischia di appiattirsi, il cortometraggio indipendente riafferma il valore del gesto creativo puro, del racconto che nasce per necessità, e che trova nella condivisione dal vivo – in una sala, davanti a un pubblico – la sua piena ragion d’essere.

Verona, in questo contesto, diventa simbolo di un’Italia che non si arrende al silenzio dei grandi schermi. “Verona da Paura” è allora un titolo ironico e profetico: paura sì, ma solo di smettere di sognare.

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