Si dice che sono i film del filone thriller o horror a ricordarci sempre il concetto della “sospensione dell’incredulità”, ossia quel patto fra opera di finzione e spettatore per cui bisogna un attimo mettere a riposo il proprio ragionamento logico per credere agli eventi narrati. La realtà è che un altro finanziatore dell’idea è rappresentato dal genere romance, che lungo gli anni ci ha proposto in sala sempre più storie infarcite di cliché e stilemi narrativi di un mercato ormai saturo.

Sarà questa forse l’idea partenza del nuovo film di Celine Song? La regista ha debuttato pochi anni fa con quella perla di Past Lives, candidata e vincitrice di numerosi premi in tutto il globo. La prima pellicola era pregna di romanticismo puro ma anche di nostalgia e malinconia, che creavano un’atmosfera quasi unica nel cinema contemporaneo. Godeva della splendida interpretazione della magnetica Greta Lee.

Se si parla di cast tuttavia con questa sua nuova opera, di certo non lascia il pubblico a bocca asciutta. La produzione di A24 ha puntato su volti carismatici e simbolici dell’Hollywood contemporanea, a partire da Dakota Johnson nel ruolo della protagonista Lucy, Chris Evans nei panni di John e Pedro Pascal scelto per l’elegante Harry. Fin dall’inizio della campagna promozionale si pensava alla realizzazione di una romcom basata sul triangolo amoroso, con un destino praticamente certo e direzionato verso il successo grazie a questa combinazione di attori.

Song anche stavolta porta però un po’ di sé sul grande schermo, basandosi sulla sua breve esperienza da combinacoppie come la stessa Lucy. La regista e scrittrice pretende quindi una forte immedesimazione del pubblico verso la sua esperienza di vita, cercando di farlo tramite il suo solito stile capace di massimizzare pregi e difetti di New York, come avvenuto in Past Lives, in maniera ancora più plateale.

Trailer ufficiale italiano del film

Un romanticismo riflessivo

L’opera colpisce fin da subito con un inizio antitetico e controtendenza. Le pellicole di questo genere tendenzialmente puntano subito a trascinare lo spettatore verso il lato leggero e spensierato, con musiche dai toni ritmati e commerciali. Celine Song non rappresenta la “normalità” dei registi contemporanei, scegliendo perciò di definire con poche inquadrature il concetto che vuole decostruire e analizzare, ossia l’amore. Un amore che non guarda all’estetica ed al materiale delle cose, bensì alla sostanza dei piccoli gesti. Il taglio della scena è netto nell’ambientazione, che passa da naturalistica a estremamente artificiale, con colori e costumi diametralmente opposti.

Sulle note di Manhattan di Cat Power, ci viene appunto presentata la città in cui sarà ambientato quasi tutto il racconto. Colori chiari, vestiti costosi ed eleganti e obiettivi della protagonista. Lucy è una combinacoppie con un’idea ben chiara di cosa sia l’amore. Sembra adorare il suo lavoro, più di quanto possa amare un’anima gemella destinata ad arrivare di lì a poco. Le scelte che le vengono poste sembrano essere sul suo destino romantico, quando in realtà hanno un risvolto professionale e di carriera decisamente pesante.

Lo spettatore per tutta la durata dell’opera viene investito dalla presenza quasi ossessiva di dialoghi e confronti fra i tre personaggi. Sono dei punti di vista, che si basano su esperienze personali e decisioni passate che ritornano nel presente. È un film che porta alla riflessione profonda, forse a volte troppo rispetto alle aspettative. La traduzione italiana del titolo sembra infatti fuorviante rispetto a cosa poi ci si trova di fronte.

Song non vuole comunicare un messaggio bensì uno stile di vita. Lucy è una protagonista che fa un percorso, che può essere più o meno accettato da chi guarda. Lo stile della regista si consolida, portandosi dietro tutti i pregi di Past Lives. Forse però l’unico pregio, ossia la completa indipendenza dalle spiegazioni, viene a volte soffocato da parole che si ripetono e discorsi che non fanno altro che ribadire ciò che si poteva lasciare a semplici sguardi o reazioni, sfruttando di più la chimica degli attori.

La prevedibilità del finale lascia un gusto non amaro ma nemmeno dolcissimo, sul palato di chi si aspettava un ennesimo colpo di scena da un’autrice che ha già saputo sorprenderci fino alla fine. Nel complesso, con una colonna sonora azzeccata e una fotografia eccezionale, è un ottimo risultato e un grande invito a dare fiducia a Celine Song ed al suo romanticismo riflessivo.

Immagine promozionale del film prodotto da A24 e distribuito in Italia da Sony Pictures

© RIPRODUZIONE RISERVATA