Venezia 82: “Bugonia” e “After The Hunt”
Tanti i film che stanno catturando l'attenzione in questa 82esima edizione della Mostra al Lido di Venezia.

Tanti i film che stanno catturando l'attenzione in questa 82esima edizione della Mostra al Lido di Venezia.
Arrivati a metà della 82esima edizione Mostra internazionale dell’Arte cinematografica a Venezia, tra gli altri film che spiccano ci sono Bugonia del greco Yorgos Lanthimos, già vincitore della scorsa edizione, e After The Hunt di Luca Guadagnino, quest’ultimo appositamente fuori concorso.
Diversi sia per intenti che per stile, entrambi hanno però la forza di dare uno scossone al festival. Quest’edizione infatti si caratterizza per i film d’alto autore (Frankenstein di Guillermo del Toro, Ghost Elephant di Werner Herzog, Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi) o per le riflessioni di vita (Jay Kelly di Noah Baumbach, Mother di Teona Strugar Mitevska e La Grazia di Paolo Sorrentino), i film del greco e dell’italiano si distinguono per la contemporaneità del tema.
Sempre inarrivabile è la prova di Lanthimos, che decide di proporre un remake di un film sudcoreano del 2003: Save the Green Planet! diretto da Jang Joon-hwan, portando così nuova attenzione a un tema già affrontato da tempo. Bugonia parla principalmente della crisi climatica e dell’inutilità e dannosità dell’uomo per l’ecosistema. Ambientato in una remota periferia americana, i protagonisti sono due contadini e apicoltori (Jesse Plemons e Aidan Delbis) coinvolti in una spirale di complotti e convinti dell’esistenza degli alieni sulla Terra. La mente dei due, Jesse Plemons, operaio nella più grande azienda farmaceutica del paese, decide di rapire la CEO Michelle Furrer (interpretata da Emma Stone), ritenuta un’aliena, per mettersi in contatto con l’imperatore alieno e salvare così il pianeta.
Il rapimento, tentato dagli apicoltori, trascina i tre personaggi in profondi dibattiti morali sulle sperimentazioni ambientali; la tensione e i colpi di scena distorcono la percezione, lasciando lo spettatore privo di certezze. Emma Stone, al suo quarto film con il regista (La Favorita, Povere Creature e Kind of Kindness), domina quasi la sceneggiatura, diventando il “mostro” che Lanthimos ha voluto creare: imprevedibile e in continua trasformazione. “Con lui mi trovo bene perché alza sempre l’asticella”, ammette l’attrice in conferenza stampa.
Di tutt’altro stampo, ma dalla sceneggiatura altrettanto brillante, è After the Hunt di Luca Guadagnino. Il regista ha scelto lo script dell’esordiente Nora Garrett, fresca di laurea alla NYU Tisch School of the Arts in Drama, e l’ha reso un cult apprezzato sia in Europa sia negli Stati Uniti. Ambientato nel dipartimento di filosofia di Yale, il film si presenta fin da subito come un confronto illuminato e dinamico tra menti brillanti, per il piacere degli spettatori a cui è rivolto. Julia Roberts è infatti una docente alla ricerca della cattedra, in concorso con il collega Andrew Garfield, che si circonda di studenti e ricercatori che la venerano, non sempre meritandosi il posto, come svela fin dalle prime scene il marito psicologo.
La profezia si avvera infatti, poiché durante il film emergono situazioni sottovalutate, preferenze interessate e sotterfugi per mantenere lo status nell’accademia nonostante tutto. Come nessun altro, Guadagnino è capace di svelare il velo di Maya delle intricate dinamiche di potere e privilegi di cui siamo consapevoli in questi tempi, mettendo a nudo le fragilità ma soprattutto i vantaggi di cui godono alcuni cittadini rispetto ad altri. La questione morale che ne deriva è complessa e reale e costringe al dibattito una volta usciti dalla sala.
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