Afghanistan: donne escluse da scuole di medicina
La salute delle donne in Afghanistan avrà gravi conseguenze dopo l’annuncio del governo talebano che le donne non potranno più frequentare gli istituti di medicina.
La salute delle donne in Afghanistan avrà gravi conseguenze dopo l’annuncio del governo talebano che le donne non potranno più frequentare gli istituti di medicina.
La salute delle donne in Afghanistan subirà gravi conseguenze a seguito dell’annuncio dell’Emirato Islamico che vieta alle donne di frequentare gli istituti di medicina. Lo comunica Medici Senza Frontiere (MSF), che nel Paese gestisce progetti nelle città di Helmand, Kunduz, Herat, Khost, Kandahar e Bamyan. Nel 2023, MSF ha effettuato oltre 132.000 visite ambulatoriali, 96.000 ricoveri, 383.000 visite al pronto soccorso, 15.000 interventi chirurgici e ha assistito 45.260 parti.
La decisione dei Talebani rappresenta un ulteriore passo per escludere le donne dalla vita pubblica e professionale. Il numero insufficiente di operatrici sanitarie in Afghanistan ha già un impatto negativo sulla possibilità di fornire assistenza sanitaria nel paese, soprattutto a causa della separazione tra reparti ospedalieri maschili e femminili. Secondo MFS “questi nuovi ostacoli limiteranno ulteriormente l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità, rappresentando un grave rischio per il futuro”.
Le necessità mediche in Afghanistan, secondo MSF, sono immense e per affrontarle è fondamentale formare più personale medico femminile afghano; pertanto, è essenziale che le donne abbiano accesso all’istruzione. Le restrizioni educative introdotte tra il 2021 e il 2024 riducono significativamente la possibilità di formare nuovo personale medico femminile in futuro.
«Non può esistere un sistema sanitario senza operatrici sanitarie istruite. In Medici Senza Frontiere», afferma Mickael Le Paih, capo missione di MSF in Afghanistan, «più del cinquanta per cento del personale medico è costituito da donne. La decisione di impedire alle donne afghane di studiare medicina le escluderà ulteriormente sia dall’istruzione che dalla possibilità di ricevere un’adeguata assistenza sanitaria.»
A Khost, una delle maternità di Medici Senza Frontiere con più pazienti a livello globale, dove il personale femminile è essenziale per l’assistenza materna, è già difficile, riporta l’organizzazione, coprire tutte le posizioni, tra cui ostetriche e ginecologhe. Da gennaio a giugno 2024, ci sono stati 22.300 parti.
«Se nessuna ragazza può frequentare la scuola secondaria e nessuna donna può frequentare l’università o le scuole di medicina, da dove verranno le professioniste della salute nei prossimi anni e chi si occuperà delle donne afghane quando ne avranno bisogno? Affinché i servizi essenziali siano disponibili per tutti, devono essere forniti allo stesso modo da uomini e donne», conclude Le Paih di MSF.
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