L’Italia, assieme alla Turchia, organizzerà i Campionati Europei di calcio del 2032, e nel nostro Paese è scoppiato il problema degli stadi. Anche Verona è tra le città che potrebbero ospitare le partite dell’Europeo, ma il nostro Bentegodi, attualmente, non è idoneo.  

Dai Mondiali ’90 in poi, in Italia sono stati costruiti o ristrutturati solo pochi stadi, mentre alcuni progetti sono bloccati nelle stanze delle amministrazioni pubbliche e degli enti di controllo e di approvazione.

Il Ministro allo Sport Abodi ha dichiarato che il Governo metterà a disposizione una cabina di regia e finanziamenti per adeguare gli stadi italiani per la manifestazione del 2032. Ma, oltre ai problemi burocratici, ne esistono altri che stanno bloccando la modernizzazione degli impianti sportivi nel nostro Paese.  

Nuove funzioni

Innanzitutto, andrebbero adeguati a ospitare nuove funzioni per evitare che il loro utilizzo sia limitato a poche decine di giornate all’anno.

Destinazioni d’uso che vanno dai centri commerciali, a quelli di ristoro, di svago e ricreazione, agli eventi, agli spettacoli e ad altro ancora. Queste nuove funzioni, trasformerebbero totalmente il ruolo e l’impatto dei nuovi stadi sui territori che li ospitano, diventando dei contenitori attivi quasi ogni giorno per l’intero anno.

Ma, prima del loro inserimento, andrebbero considerate le conseguenze che potrebbero causare al sistema urbano in cui sono inseriti. Le riqualificazioni o le nuove costruzioni degli stadi dovrebbero essere valutate urbanisticamente con parametri relativi al miglioramento dell’equilibrio urbano delle porzioni di territorio in cui sorgerebbero, evitando che gli effetti possano invece provocare un peggioramento.

Cavalli di Troia

L’utilizzo di nuovi stadi come “cavalli di Troia”, per trasformare delle porzioni di territorio, aumentarne il valore fondiario e quindi poter operare una redditizia speculazione immobiliare è, purtroppo, già stato verificato.

Il sistema urbano, per sopportare impianti di tale portata, ha bisogno di infrastrutture viabilistiche e parcheggi idonei, di essere servito da un efficiente sistema di trasporto pubblico e di non procurare spiacevoli impatti alla popolazione residente.

Ovviamente, per realizzare questi interventi, oltre ad una corretta pianificazione ecocompatibile, sono necessarie adeguate risorse economiche che, in questo periodo, il Pubblico non può garantire. Quindi, diventa essenziale la ricerca di finanziamenti privati. 

Naturalmente, il privato vuole essere certo che il proprio investimento produrrà un buon reddito. Spesso, però, i suoi interessi non coincidono con quelli dell’equilibrio urbanistico e ambientale e questo crea un problema di non poco conto.

Detto questo, i vari problemi elencati si stanno presentando anche a Verona, che dovrà riqualificare il proprio stadio, il Bentegodi, alle necessità sopradescritte e adeguarlo agli standard attuali per poter essere utilizzato durante gli europei del 2032. 

O si ristruttura o si sceglie di costruirne uno nuovo.

Ristrutturare o ricostruire?

In questi anni, sono state valutate varie soluzioni: demolizione del vecchio stadio e costruzione di uno nuovo nella poco distante Spianà o demolizione e costruzione di uno nuovo in una zona diversa, esterna all’area urbana della città. Queste due soluzioni, libererebbero l’area ora occupata dallo stadio, provocando non poche pressioni per renderla, almeno in parte, edificabile, considerato il suo valore fondiario. La terza soluzione è la riqualificazione e adeguamento del vecchio stadio.

Prima di ogni decisione, ritengo sia necessario pianificare organicamente e nella sua complessità l’intera area di Verona. Quindi, valutare quali risposte può offrire il territorio e poi operare le scelte più adeguate.

La zona in cui sono stati oggi ubicati lo stadio, il palazzetto dello sport, il campo sportivo di via Sogare, la Palazzina Masprone e altre strutture sportive, è un’idonea area in grado di contenere le attività di uno stadio moderno. È fornita di parcheggi e di infrastrutture per il trasporto privato e pubblico. Si trova adiacente alla Spianà che, secondo i piani dell’amministrazione pubblica, dovrebbe diventare un parco sportivo, con ampie aree verdi e piantumate.

Il quartiere potrebbe usufruire delle nuove attività inserite dello stadio Bentegodi, ristrutturato staticamente e riqualificato nelle sue funzioni, aumentando la qualità urbana.

Intervento pubblico o privato?

Ma, il Bentegodi è di proprietà comunale e la pubblica amministrazione non ha le risorse finanziarie per intervenire. Le città che hanno chiesto aiuti economici all’Europa con i fondi del PNRR, sinora non hanno avuto molta soddisfazione. 

Ergo, per poter trasformare e adeguare il nostro stadio, serve l’intervento di finanziatori privati. Il dubbio è se questi ultimi, per rientrare dalle spese e ricavare un equo guadagno, si accontenteranno di gestire gli utili prodotti dalle nuove attività che potrà ospitare lo stadio o se richiedano la possibilità di operare degli interventi immobiliari in una zona che sarà riqualificata proprio dal nuovo complesso sportivo.

L’altro argomento è relativo alla proprietà dello stadio. Rimarrà al Comune e da questi data in comodato d’uso per tot anni a coloro che hanno finanziato i lavori, o il nuovo complesso multifunzionale sarà acquistato dalla proprietà del Verona Hellas, da sola o assieme ad altri soci?

Sono questioni basilari, che andrebbero risolte al più presto, perché il nostro Bentegodi, privato delle necessarie manutenzioni e adeguamenti, tra non molto non sarà più ritenuto idoneo per il campionato di calcio di serie A o B.

Le possibilità per un adeguamento agli standard, per una ristrutturazione statica e per una buona riqualificazione funzionale, il Bentegodi le ha tutte.

Si ricorda, in particolare, un vecchio progetto di qualche anno fa che, pur trasformandolo per rispondere alle esigenze di sicurezza e funzionali, manteneva la sua tipologia architettonica, rimanendo il simbolo e la memoria storica del nostro Verona Hellas e degli anni del memorabile scudetto.

La mia, molto probabilmente, è una debolezza sentimentale, romantica, ma farei fatica a vedere quei luoghi senza il Bentegodi.

Hellas Verona fiorentina curva sud

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