Un Pesce d’Aprile di cui rimane solo la lisca è il simbolo adottato dalle attiviste/i del gruppo veronese di Extinction Rebellion (XR) che, in piazza Bra, ha denunciato la finanza fossile quale responsabile della crisi climatica ed ecologica, per chiedere un cambiamento radicale di paradigma economico.

Extinction Rebellion è un movimento internazionale per la giustizia climatica e sociale, che si distingue da altri gruppi ecologisti per la radicalità del suo pensiero non violento, la volontà di ancorarsi all’evidenza scientifica, il religioso rispetto per l’ecosistema.

Nato a Londra il 31 ottobre 2018 quando 1500 cittadini britannici si radunarono di fronte alla sede del governo inglese per rendere pubblica la loro Dichiarazione di Ribellione a un sistema giudicato distruttivo per l’esistenza umana.  Si è poi diffuso in tutto il mondo e conta ora più di 1100 gruppi in 69 Paesi.

Gli attivisti XR pensano sia necessario sviluppare azioni di disubbidienza civile non violenta affinché venga ascoltato l’allarme lanciato dalla comunità scientifica e vengano soddisfatte le loro principali richieste:

Richiesta di verità: i governi comunichino apertamente la gravità della situazione ecologica come denunciato dalla comunità scientifica e dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), dichiarando l’emergenza climatica e ecologica.

Richiesta di azione immediata: per raggiungere entro il 2025 lo zero netto di emissioni di gas a effetto serra, arrestare la distruzione degli ecosistemi e bloccare la perdita di biodiversità.

Il  movimento è presente in Italia dall’inizio del 2019 con centinai di aderenti,  suddivisi in gruppi locali, diffusi in gran parte del territorio nazionale.

Il tema scelto per la  Ribellione 2021, da proporre con  manifestazioni  da tenersi  in tutto il Paese,  è il ruolo delle banche nell’ostacolare la transizione ecologica.

La denuncia del gruppo veronese XR è avvenuta attraverso la rappresentazione ironica ed estrema di una  grande abbuffata a opera di banchieri  seduti a un tavolo poggiato su un popolo inconsapevole. In preda a un’ incontrollabile bulimia, tali avidi finanzieri divorano tutte le portate disponibili arrivando a cibarsi dell’ultima risorsa rimasta loro, i soldi, per poi morire immersi nel proprio vomito. Una  scenografia simbolica per mostrare ciò che potrebbe accadere, secondo XR, se le banche continuassero a finanziare l’economia basata sui combustibili fossili.

XR Verona punta il dito, in particolare, su Unicredit, Intesa Sanpaolo e il Gruppo Generali considerati i principali responsabili delle emissioni nel nostro Paese. «Se le banche, i fondi finanziari e assicurativi continueranno ad investire nel fossile,» concludono «fronteggeremo una crisi economica di portata ben superiore a quella del 2007/2008 che i cittadini e le cittadine saranno chiamati a pagare».

Propongono quindi ai governi di «prendere le misure necessarie affinché il settore economico finanziario non possa più investire nella distruzione del pianeta […] Il sistema finanziario globale», sostengono i ribelli XR, «continua ad investire massicciamente in progetti di estrazione dei combustibili fossili, contribuendo ad aumentare la quantità di gas climalteranti immessi in atmosfera.

Non sono considerazioni banali e il tema degli investimenti è pure fonte di preoccupazione anche per le aziende  che devono adattarsi  a una rapida e radicale trasformazione della nostra economia. Per loro il rischio più grande è finanziare progetti destinati a svalutarsi rapidamente e disperdere così risorse preziose.

La percezione di questo rischio ha portato ad esempio, Larry Fink Ceo di Black Rock, famoso fondo USA che gestisce oltre 6.500 miliardi di dollari, ad affermare che « il rischio climatico ci obbliga a riconsiderare le fondamenta stesse della finanza moderna» e decidere di non approvare i bilanci delle 53 società, di cui è azionista, che non dimostrano progressi nelle politiche climatiche.

Anche nella realtà italiana esiste e opera  una finanza consapevole e interessata alla transizione ecologica come quella programmata dal Green Deal europeo.   Ne è un esempio la Banca Etica la cui missione è investire in progetti ecosostenibili.

Lo scenario di Piazza Bra, ai piedi della statua di Vittorio Emanuele II, a pochi passi da Palazzo Barbieri, induce  immediatamente a pensare ai progetti cittadini per decarbonizzare la città e perciò potenzialmente finanziabili da coloro che vogliono abbandonare la “finanza fossile”.  Ma questa è un’altra storia!

Le foto dell’articolo, a parte quella di copertina, sono di Antonio Bottega

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