“Ora ho voglia di suonare questa canzone per Luca Bergia“. Applausi. É dal singolo Ti voglio dire, tratto dal suo lavoro solista, che parte davvero il concerto di Cristiano Godano alla Fucina Machiavelli di Verona. Il secondo brano suonato in assoluto durante la serata, estratto dal suo disco solista, in cui hanno suonato Maroccolo e altri musicisti della scena alternative italica. Quella che continua a rappresentare Godano. Il tempo passa, anche per lui. Che però resta, infondendo sicurezza anche in solitaria, chitarra e voce, seduto su quello sgabello ben illuminato. 

Intimità

Un concerto intimo, con un centinaio di presenti, attenti nel buio del teatro. Così tra un parola e l’altra, con un Godano a volte lapidario, passano i brani. Molti estratti dal suo Mi ero perso il cuore, uscito in era pandemica, da cui ha estratto altre canzoni, tra le quali Padre e figlio, Figlio e padre. Ma ha suonato anche brani dai suoi Marlene Kuntz. Pure da Senza Peso, registrato a Berlino. “Registrarlo lì fu particolare”, ha spiegato Godano, “lo abbiamo fatto con musicisti come Rob Ellis, che suona insieme a Pj Harvey. Prodotto dal fonico Head, attuale collaboratore di Pj Harvey. Nel disco compare anche Warren Ellis, musicista con Nick Cave“.

Quello che stupisce di Godano é la capacità, nonostante suoni una chitarra acustica spesso con accordi aperti e con pochi arpeggi, di donare vivacità al tutto. Ovviamente senza band é tutto meno vivace, ma il risultato apprezzabile. Quindi ecco un brano da Il Vile, che parla di “un’assenza che sta per sopraggiungere, non é drammatica ma intensa”. Il cantante va apparentemente a braccio. “Mi é venuta voglia di leggere una cosa che ho scritto 3 anni fa, ha a che fare con il desiderio di infondere sentimenti contro una deriva preoccupante. Penso a tutto ciò che ha anche fare con consesso, assenza di empatia, umanità: manchevolezze palpabili”, ha detto a metà live, prima di enunciare una sua creazione di stampo letterario dedicata agli ultimi che arrivano, quando fortunati, anche sulle nostre coste da luoghi meno ospitali.

Alla lettura fanno da contraltare altre parole del leader dei Marlene, che sottolinea il tentativo della band di parlare di temi sociali con l’ultimo Karma Clima. A cui seguono L’artista e Paolo Anima Salva, tratte da Ricoveri virtuali e sexy solitudini. Nei bis arrivano i brani per cui sarà ricordato anche dopo la morte: Nuotando nell’aria, Musa, La canzone che scrivo per te. Più che inni generazionali canzoni di alto lignaggio, riuscite, che si incastonano in molte vite, specie in quelle di chi oggi ha raggiunto e superato i 40 anni. Una moltitudine ben rappresentata alla Fucina Macchiavelli, che ha ascoltato in silenzio un profeta della canzone italiana degli ultimi 30 anni. Che si è reso poi disponibile, al termine della performance, a firmare autografi, dialogare e fare qualche foto. Regalando momenti importanti per chi lo segue dalla prima ora o dalla seconda. 

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