Publio Licinio Egnazio Gallieno fu imperatore dell’Antica Roma fra il 253 e il 268, per sette anni insieme al padre e poi da solo. Probabilmente i veronesi de soca ricordano il suo nome grazie alle gite delle elementari: è proprio lui, quello delle “Mura di Gallieno”.

Magari per gli storici dirò qualche aberrazione, ma secondo Wikipedia «fu un imperatore colto e sotto il suo regno le arti e la cultura vissero un breve periodo di fioritura». Inoltre, dopo anni di crisi politica, riorganizzò l’esercito e la difesa dei confini con ottimi risultati. Perse l’Impero delle Gallie e il Regno di Palmira, ma mica può andare sempre tutto bene.

Facciamo un salto in avanti nell’epoca contemporanea: uno dei crucci principali degli amministratori non è più la secessione delle Gallie, ma la mobilità interna alle città. Dalla vivibilità quotidiana dei quartieri, alla sicurezza delle strade, alle zone oggetto di grandi assembramenti come fiere, partite di calcio e ovunque venga offerto gratuitamente un piatto di risotto col tastasàl.

Non ultimo, il tema ambientale. Il nuovo reportMal’Aria di città” di Legambiente mette Verona fra le 10 città d’Italia con più grave inquinamento da Pm10 nel 2022.

Il traffico veicolare urbano non è l’unico elemento che produce danni, come ben sappiamo, ma forse è quello su cui è più facile intervenire. È abbastanza condivisa la necessità di modificare radicalmente le abitudini di tutti, e questo si può raggiungere solo con infrastrutture alternative adeguate. Una rete ciclabile capillare e manutenuta, trasporti pubblici efficienti e un po’ di buona volontà da parte del cittadino. “Due piatti di risotto se vieni a piedi o in bici” potrebbe essere un primo incentivo.

Le nostre città si sono evolute dando priorità alle auto, e allora servirebbe qualcuno che prendesse in mano la situazione imponendo scelte drastiche, tipo un imperatore. Gallieno si accorse di un problema: non era il caso di tenere un colosso come l’Arena fuori dalle mura cittadine. In quattro e quattr’otto fece rinforzare quelle obsolete di epoca repubblicana e soprattutto chiamò quattro bergamaschi per tirar su un nuovo muro, al fine di inserire nella cerchia fortificata anche il futuro sostegno per una discussa stella d’acciaio.

Publio Licinio Egnazio Gallieno

Oggi purtroppo c’è la democrazia e allora non possiamo aspettarci un imperatore ex machina, si devono mettere d’accordo i politici democratici. Ed è un gran casino, se sono di colore politico diverso.

Ogni tanto ce la fanno, come nella scelta del presidente della Provincia Flavio Pasini. Ogni tanto arrivano risultati interessanti come l’utilizzo efficace del parcheggio della Genovesa durante il Motor Bike Expo.

Altre volte si incartano, invece, come sul filobus. Perché ognuno vuole metterci la firma, tutti vogliono essere il Gallieno che prende in mano la situazione e fa arrivare il filobus in orario. A fine dicembre lo slittamento, poi gli incontri, poi gli annunci, intanto Verona da anni ormai si interroga sulla mobilità del futuro. Con pali, cantieri e pensiline sul nulla in giro per i quartieri. L’iter del filobus è già ben più lungo del regno di Gallieno. Ci fosse stato lui, il filobus sarebbe arrivato in orario.

Sasso d’Adige è una newsletter nata per raccontare la campagna elettorale in vista delle amministrative del 2022 a Verona. Dopo il voto è diventata la newsletter sulla politica di Verona.

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