L’adolescenza, da sempre, rappresenta un periodo critico per lo sviluppo dell’immagine di sé, ossia dell’opinione che ognuno ha di se stesso.

Le esperienze emotive vissute in questo periodo hanno un’influenza particolarmente forte, in una fase dell’età evolutiva in cui il minore spesso fatica a razionalizzare i contenuti di quello che gli succede intorno.

La considerazione che ognuno ha di sé va inevitabilmente a influire su tutti gli ambiti della vita quotidiana: dal lavoro, allo studio, alle relazioni interpersonali e così via.

Anche se l’immagine di sé assume una forte importanza e si consolida in questa fase della crescita, può subire forti cambiamenti nel corso degli anni, siano essi in negativo o in positivo.

Per questo motivo è importante mettere a fuoco le influenze che fonti esterne comportano sia in un senso che nell’altro.

L’incontro con l’altro

Il confronto con un pari, un modello cui ispirarsi o da cui volersi distinguere, forgia l’immagine di sé.

Quando ci si trova di fronte ad un’altra persona, infatti, si ha la tendenza a considerare quali caratteristiche siano simili, quali dissimili, quali desiderabili e quali contrastanti con i propri ideali.

A tal proposito, vista la sempre crescente diffusione dell’uso dei social network, in particolare tra preadolescenti, adolescenti e giovani adulti, molti ricercatori si sono interrogati su quali effetti questi canali possano avere sull’immagine corporea di chi ne fruisce, essendo un mezzo di confronto sociale vero e proprio.

Instagram è sicuramente il social network che si presenta in modo più accattivante in termini di “immagine di sé”, essendo una piattaforma in cui si può raccontare la propria vita tramite immagini e didascalie.

Questo canale è caratterizzato in modo particolare da una fruizione molto veloce; aprendo l’applicazione, infatti, si entra in un vero e proprio continuo flusso di fotografie.

Ne consegue che alcuni utenti particolarmente sensibili ai temi riguardanti l’immagine corporea saranno portati a confrontarsi con le immagini che visualizzano, andando a “tarare” la percezione di sé sulla base di queste.

Ma cosa succede quando le immagini non rappresentano la realtà?

È risaputo che sui social network, come sugli altri social media, il materiale postato non sempre corrisponde al vero.

Infatti, molte volte i contenuti vengono in primis catturati con luci e pose volte a nascondere i difetti e le imperfezioni; in seguito vengono selezionati i migliori, che saranno poi modificati con applicazioni con lo scopo di avvicinare il soggetto della foto agli standard di bellezza condivisi dalla società.

Un altro strumento – semplice e alla portata di tutti – per “migliorare” le immagini secondo i canoni di riferimento è l’uso di filtri di realtà aumentata creati appositamente per essere applicati direttamente sul volto della persona durante la registrazione/lo scatto.

Si trovano filtri che simulano l’effetto di una rinoplastica, che cambiano colore e ampiezza degli occhi, che donano un’abbronzatura dorata e luminosa, che migliorano la grana della pelle, e così via.

Photo by Prateek Katyal on Unsplush

Un nuovo filtro per guardare la realtà

Accade così che nello scorrere la home di Instagram, non è più solamente la celebrità, l’influencer o la modella di turno a sembrare perfetta agli occhi dell’utente che ne fruisce, ma chiunque può sembrarlo.

In questo modo il confronto con i pari può diventare deleterio per l’immagine che una persona crea di se stessa; il rischio infatti è quello di vedersi molto distanti da uno standard di simil-perfezione raggiunto da persone che sono così vicine all’utente stesso.

Con l’avvenire del Covid-19 ci si è ritrovati inoltre a relegare il confronto con l’altro a una modalità dettata quasi esclusivamente dai social media.

Tutto ciò ha significato porsi come termine di paragone immagini pressoché aderenti ai canoni estetici societari e perlopiù fittizi.

Questa mancanza di un confronto realistico ha comportato per molte persone l’inasprimento di un senso di insoddisfazione, andando a “compromettere” la creazione di un’immagine di sé più positiva.

Per chi, viceversa, ha sempre fatto uso di questo genere di migliorie può essere problematico accettarsi senza filtri o pose favorevoli, come nella realtà, nelle foto scattate dagli altri o in foto senza filtri.

Risulta, dunque, evidente che un uso abituale di questi strumenti volti a “migliorare” le fotografie non faccia altro che intaccare l’immagine che adolescenti e giovani adulti (ma non solo) costruiscono di sé.

Cosa cambia nella fruizione attraverso Instagram

Un primo passo per arginare il problema è stato fatto già da Instagram stesso, che ha iniziato a eliminare quei filtri che vanno a simulare eccessivamente la chirurgia estetica, distorcendo i connotati del viso di chi li usa.

Ancora, il Parlamento norvegese ha stipulato una legge che rende reato pubblicare fotografie ritoccate senza dichiararlo.

Lo scopo della norma in questione è quello, appunto, di promuovere l’accettazione di un’immagine di sé più naturale.

Questo genere di iniziative ha sempre più visibilità e condivisione, tant’è che si sta assistendo ad un movimento chiamato body positivity, volto a normalizzare quelle caratteristiche corporee generalmente considerate difetti e spesso corrette nelle immagini pubblicate.

La consapevolezza dei passaggi che spesso intercorrono tra la realtà e una fotografia postata è uno strumento fondamentale per andare a mitigare gli effetti che una continua esposizione a canoni di perfezione possono comportare sulla visione che le persone hanno di loro stesse e sulla valutazione che fanno di sé e degli altri.

Nuovi occhi per guardare la realtà

Ricordarsi che ciò che si vede online non è realmente privo di difetti è un buon punto di inizio per non dare troppo spazio a pensieri di insoddisfazione dati da un confronto irrealistico.

Un’altra buona azione da compiere per tutelarsi da queste dinamiche è sicuramente fare una selezione dei profili che portano contenuti eccessivamente modificati. Sarebbe bene chiedersi: “Come mi sento dopo aver usufruito di quei contenuti? Che ripercussioni hanno avuto sull’immagine che ho di me?”

Se la risposta è negativa, se quel profilo porta ad un confronto deleterio, è bene non fruirne più, ma piuttosto scegliere profili che condividano contenuti senza filtri, che non vadano a distorcere gli standard, sia estetici che di vita in generale.

Considerando che la società in cui siamo immersi si sta evolvendo verso un utilizzo crescente dei canali digitali, risulta di rilevante importanza tenere a mente che i contenuti di cui usufruiamo sono in buona parte modificati, filtrati ed elaborati.

In tal senso, assumerà sempre maggiore importanza spostare il focus soprattutto su se stessi, sui propri obiettivi e sui propri risultati, al di là di quello che possiamo scorgere dai social.

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