Dopo anni di discussioni, progetti, annunci e qualche episodio al limite del grottesco, come quello quei due consiglieri comunali incatenati per impedire un accordo che “svendeva” ai privati l’appalto per gestire il sito, sono state due assessore della Giunta Tommasi ad imporre la sperimentazione della rivoluzione dell’accesso al Cortile della Casa di Giulietta, dei cui risultati sono a venuti a conoscenza  ieri i commissari in Sesta Commissione, presieduta da Alberto Battaggia (Lista Damiano Sindaco) e oggi il resto del  Consiglio comunale: Stefania Zivelonghi e Marta Ugolini hanno rivelato le conclusioni di 32 giornate di apertura dei cancelli con accesso non più da Via Cappello bensì dal Foyer del Teatro Nuovo in piazzetta Navona.

I numeri e i commenti

Dove sono le notizie: che in poco più di un mese sono entrate più di 170mila persone e di queste 39mia hanno pagato il biglietto per entrare nella casa (perché notoriamente l’accesso al cortile è gratuito) tanto da  confermare che l’afflusso annuale possa superare il milione e mezzo di turisti. Prima lo si immaginava, adesso ci sono le basi per affermarlo con cognizione di causa. Anche che, fra l’altro, l’accesso dal Teatro ha cambiato l’approccio dei turisti alla visita, senza più le intemperanze e la sciatteria che veniva riscontrata tra firme sulle superfici e lucchetti assicurati alle protuberanze disponibili, dimostrando che l’accoglienza professionale assicurata dal personale del Teatro Nuovo, rappresentato durante l’incontro dal presidente Zeno Poggi, predispone al rispetto e alla moderazione.

L’idea di separare l’entrata dall’uscita è valida, perché migliora la sicurezza e la vivibilità di Via Cappello: lo hanno certificato il Comandante della polizia municipale di Verona Luigi Altamura e le testimonianze dei commercianti della via (grazie alla raccolta dei pareri effettuata dalla Corporazione degli Esercenti del Centro Storico, rappresentata da Tiziano Meglioranzi e Davide Albertini), le dichiarazioni dei sindacati di categoria Confcommercio e Confesercenti, con la voce di Paolo Caldana e Alessandro Torluccio, i quali hanno portato il contributo positivo di commercianti e pubblici esercizi del circondario, sorpresi dai flussi di escursionisti che non erano abituati a vedere prima della novità del nuovo accesso.

Sentiti per un commento al telefono, la guida turistica Aurora Soldà ha confermato il plauso e rilevato come i professionisti che accompagnano i turisti in visita hanno ricevuto il supporto necessario, mentre il titolare della struttura ricettiva a cui si accede dal cortile, Michael Corteletti, ha rilevato che il pubblico è stato più ordinato e i suoi clienti potevano entrare nella struttura da via Cappello, senza saltare file e procurare scompiglio in chi interpretava l’accesso come un tentativo di procurarsi un vantaggio indebito.

E ora che succede?

Da adesso in avanti la fatica è di confermare l’esperimento, affrontando definitivamente i nodi e le criticità che sono emerse. Quali? Superare la ritrosia della Soprintendenza all’innovazione, di cui non si capisce la ratio perchè difende la tradizione di un falso storico che, sebbene popolare, sempre falso rimane. Risolvere le non meglio identificate difficoltà sollevate in ambito condominiale. Migliorare la segnaletica e superare le perplessità di chi arriva determinato al cancello di via Cappello e rimane interdetto per dover allungare il tragitto. Gestire gli afflussi straordinari già dai caselli autostradali con indicazioni e supporto per l’utilizzo di parcheggi periferici, garantendo navette a ciclo continuo per l’accesso al centro storico.

E ancora… adeguare l’esperienza all’aspettativa dei turisti (di cui sono state raccolte 225 recensioni con un primo approccio di profilazione e misurazione della soddisfazione) nel cortile, nella casa (che con risorse straordinarie potrebbe finalmente diventare il set dove rivivere l’emozione del film diretto da Franco Zeffirelli) e nello stesso teatro, contribuendo alla conoscenza delle attrazioni turistiche meno scontate. Introdurre un biglietto a pagamento che consenta al Comune di monetizzare la popolarità della storia e del sito, sostenere i costi operativi e renderne l’emissione la porta di accesso di un progetto di smart city che migliori l’esperienza di visita, della città e delle sue bellezze, e nel contempo utilizzi la tecnologia per ovviare alle conseguenze degli afflussi paralizzanti.

Che a Verona si cominci a percepire il cambiamento?

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