L’adesione dell’assessore Daniele Polato a Fratelli d’Italia è solo l’ultima scossa tellurica che ha agitato la maggioranza che dal 2017 governa Verona. Nonostante la vittoria alle urne – con le preferenze di poco più del 20% dei Veronesi, però – la navigazione della giunta di Sboarina è stata politicamente  travagliata fin dal momento in cui ha mollato gli ormeggi. Prima ci si sono messi i turbamenti di Verona Domani, che inizialmente si era presentata alle elezioni come lista autonoma, poi si era federata a Battiti per Verona, la lista civica del sindaco, poi (ennesimo giro di valzer) se ne è separata nuovamente con il ritorno a due gruppi distinti in consiglio comunale. La formazione civica di Casali e Gasparato è poi plurirattristata al suo interno. Partita esprimendo due assessori, Briani e Rando, a metà mandato si è ritrovata ad averne zero, essendosi i suoi rappresentanti in giunta accasati presso altre formazioni. Ora la coppia Casali-Gasparato reclama una rappresentatività in giunta proporzionale al contributo dato in termini di voti durante la campagna elettorale. Richiesta politicamente legittima, ma che si scontra con l’oggettiva difficoltà di operare modifiche agli equilibri interni della coalizione che governa la città. Resi più precari dalla necessità di rispettare le quote di genere prevista dalla legge. Ad agitare la maggioranza c’è stato poi il caso dell’avvocato Croce, inizialmente candidato con la sua lista civica contro Sboarina, poi da lui recuperato al ballottaggio con un accordo che gli assegnava un peso ben maggiore rispetto alla sua reale rappresentatività, considerato che il pacchetto di voti che portò in dote al sindaco fu ininfluente sul risultato finale. Sboarina avrebbe vinto comunque pure senza i suoi voti. 

Michele Croce

A ogni buon conto, nonostante i numerosi video nei quali Sboarina e Croce talmente d’amore e d’accordo da essere vestiti uguali promettevano rivoluzioni nell’amministrazione veronese, a nemmeno metà mandato l’avvocato che nel frattempo era stato collocato alla presidenza di AGSM fu defenestrato dal sindaco, pare per divergenze rispetto ai piani di aggregazione della Multiutility cittadina. A complicare la vita del sindaco ci si mette pure la Lega che è diventata il “porto sicuro” agognato dai “migranti politici”, nuova categoria che si aggiunge a quelli economici. Infatti gli assessori Rando e Neri, i cui scranni in giunta traballavano, hanno fatto l’arrocco mettendosi al sicuro nel fortino leghista e blindando le loro posizioni. Stessa strada percorsa da qualche consigliere comunale ma che fino a ora resta sbarrata per il buon Bacciga, che nonostante le sagre leghiste visitate quest’estate assieme allo Czar del Donbasson nonché fedelissimo dell’ex ministro Fontana, l’onorevole Vito Comencini, non è ancora stato accolto tra le truppe salviniane e rimane nel limbo del Centro di Prima Accoglienza della politica.

L’uscita di Polato da Forza Italia, assieme alla presenza del coordinatore regionale azzurro Bendinelli alla Leopolda renziana, certifica la fine, almeno a Verona, di Forza Italia come soggetto politico. Notizia di oggi è il “bacio della morte” dell’anziano leader Berlusconi al sindaco di Venezia, con il quale è stato investito della possibilità di diventarne il successore. E utilizziamo “investito” in senso stradale. Opinione di chi scrive è che la maggioranza di Sboarina continuerà a essere agitata, soprattutto per la situazione di fragilità in cui lui stesso si è messo nel momento in cui ha dichiarato che, avendo con la sua elezione coronato il suo sogno giovanile di fare il sindaco, non sarebbe stato disponibile per un secondo mandato, aprendo così la corsa alla sua successione nel momento stesso del suo insediamento. E ponendosi in una posizione politicamente fragile. Del resto, se c’è chi da bimbo vuol fare l’astronauta, chi siamo noi per giudicare i sogni della giovinezza? La corsa vede in pole position l’assessore leghista Zavarise, il quale forte della pubblicazione di un libro di poesie nel suo curriculum, è da più parti accreditato come il candidato della lega per la prossima tornata amministrativa. 

Nicolò Zavarise

Tra le cause dei sommovimenti della maggioranza cittadina forse vi è anche la lunga ombra che la figura di Tosi allunga su di essa. Qualora l’esperienza di questo centrodestra “civico” a trazione leghista fosse archiviata con le prossime elezioni da un ritorno di Tosi, che viene dato come attivissimo sul territorio 24 ore su 24, per molti esponenti di questa maggioranza si porrebbe il problema della sopravvivenza, politica ma non solo. La messa in atto di un piano “B” potrebbe essere la spiegazione di molte delle transumanze che si sono viste in questi mesi. Oltretutto, qualora Sboarina mantenesse il suo proposito di non candidarsi, la sua lista civica “Battiti”, ma anche la stessa “Verona domani” non avrebbero più ragione d’essere (sempre ovviamente che con le fughe di questi mesi, arrivati al momento delle elezioni ne sia rimasto qualcosa), con relative necessità di riposizionamento da parte dei suoi aderenti. E la strada che porta alle elezioni del 2022 è ancora lunga. 

(La foto in evidenza proviene dal profilo Facebook di Daniele Polato)