Veronetta accoglie nuovamente Grenze-Arsenali Fotografici e il loro festival per tutto il mese di settembre (dall’1 al 26 settembre, consultare il programma). Le location dedicate ai fotografi della main section sono il Bastione delle Maddalene, Grenze | Galleria d’Arte Contemporanea (in collaborazione con Isolo17, via XX settembre) e Spazio Alva (vicolo Terrà 5). Mentre per il circuito OFF, uno spazio dedicato agli artisti emergenti, si è scelto il Lazzaretto di Verona.

Il Festival è stato curato e gestito da Simone Azzoni, docente IUSVE e critico d’arte, Francesca Marra, fotografa e docente, e da un gruppo di giovani studiosi e appassionati di fotografia.

Locandina del Festival

Come spiega Simone Azzoni, «il festival è un osservatorio che accoglie generi diversi: dal reportage, il ritratto, la fotografia documentaristica, fino alle sperimentazioni linguistiche». È inoltre una realtà articolata: sono previsti workshop per le persone di tutte le età, ma anche incontri e convegni scientifici (come quello di sabato 3 settembre ore 11 presso la Sala Farinati “Sviluppare l’immaginario”).

Che cos’è Grenze?

Grenze è un’associazione culturale che si occupa di fotografia e delle sue più svariate sperimentazioni. Difatti lo stesso nome ‘Grenze’, dal tedesco ‘confini’, vuole intendere un margine in continua espansione grazie alla ‘sperimentazione zero’, spiega Simone Azzoni. Una sperimentazione sia da un punto di vista storico che delle forme incluse nel concept.

Inaugurazione al Bastione delle Maddalene
© Grenze Arsenali Fotografici, Alessio Grigolini

Inoltre la vicinanza dell’associazione alla lingua tedesca ha due motivazioni: la poli-semanticità tipica delle parole-concetto tedesche e le origini stesse di Grenze, in quanto il gruppo è nato agli Arsenali Asburgici oltre il ponte di Castelvecchio.

Però come sottolinea il professore, considerare l’associazione come ente a se stante è limitativo, difatti il mondo della fotografia vive dei festival internazionali e dei circuiti virtuosi di artisti che creano. Grenze a partire da quest’anno è riuscita a creare una buona rete di contatti con i festival internazionali di fotografia più importanti, come quello di Belgrado o Barcellona.

Questa sua aspirazione verso l’estero emerge anche nella selezione dei fotografi per il festival, che sono difatti per la maggior parte stranieri. L’obiettivo è da dare respiro al territorio e offrire contenuti diversi dalla fotografia italiana, di cui si parla già a sufficienza.

Gli artisti più attesi dell’edizione

Immagine da “DÉJÀ-VU”
© Joan Fontcuberta y Pilar Rosado, per gentile concessione degli
autori

Fra i fotografi più attesi dell’edizione emergono Joan Fontcuberta e Pilar Rosado con DÉJÀ-VU in anteprima assoluta in Italia. Il primo è inoltre l’ispiratore inconsapevole del Festival, oltre che valido esempio dell’anima di Grenze, in quanto sperimentatore di nuovi linguaggi come quello dell’intelligenza artificiale. Abbiamo poi Thania Petersen dal Sud Africa con una selezione dei suoi lavori e si spera anche una performance.

Untitled
© Thania Petersen, per gentile concessione dell’autrice.

Infine, per un pubblico più di nicchia Klaus Pichler con This will change your life forever: un’indagine sulle confessioni e fedi marginali della società, caratteristiche per una professione del culto a livello scenografico-teatrale.

Per avere maggiori informazioni scarica il programma del Festival qui.