Una rassegna che vuole essere cultura, partecipazione e riqualificazione urbana. Possibile? Realtà. Questi, infatti, sono gli ingredienti di Panoramiche urbane, una proposta cinematografica in tre serate, tutte alle 21.30, pensata dall’associazione La Fabbrica del Quartiere per i mercoledì 20, 27 luglio e 3 agosto, in collaborazione con il Circolo del Cinema.

Tre appuntamenti che si terranno presso gli spazi sul retro della chiesa di San Giacomo (ingresso da via Lussino), con l’obiettivo di permettere agli abitanti del quartiere di conoscersi e riconoscersi nelle dinamiche raccontate da registi internazionali, italiani e locali.

Come cambia la città in una serie di film

Sfruttando la praticità delle scalette poste nel retro della chiesa parrocchiale, la rassegna, infatti, invita la cittadinanza a riflettere sulle evoluzioni urbane grazie a titoli che si diversificano per epoca e provenienza, portando però al centro il rapporto con la città in cui viviamo.

La scalinata che ospiterà il pubblico per Panoramiche urbane, la mini rassegna sul rapporto tra uomo e città organizzato da La fabbrica del quartiere. Foto pagina Facebook.

Si comincia il 20 luglio con il film Playtime del 1967, che riporta in chiave surreale e quasi visionaria, la quotidianità nella città moderna e le relazioni fra le diverse classi sociali. Un film che concilia l’immaginario del post-boom economico con il beffardo dubbio che non sempre il progresso sia migliore della realtà passata.

Si continua il 27 luglio con un emozionante contributo americano al tema della gentrification, ovvero il fenomeno per cui intere aree cittadine prima deprezzate vengano poi abitate da nuovi residenti – spesso giovani di classe alto-borghese -, comportando un mutamento nell’identità della zona stessa. Si tratta di The last black man in San Francisco del 2019, il cui titolo suggerisce la prospettiva da cui viene guardato il cambiamento urbano. Ovvero quella de “l’ultimo uomo nero” in una città la cui demografia ha completamente cambiato i connotati originari in quanto a cultura, abitudini e stile di vita, musica e colori.

Real fake urbani in cerca di identità

L’ultimo appuntamento invece si compone di una doppia proiezione. The real thing (2018) esplora i paradossi urbani di quelle città in cui vengono riprodotti fedelmente monumenti e attrazioni di altri luoghi, come per prenderne in prestito fama e riconoscibilità, clonarne il Dna. Duplicati e miniature che prendono forma in contesti del tutto sconnessi da quelli originari, portando a risultati quasi grotteschi e assurdi, dei real fake, dei “falsi veri”.

Roma, Parigi, Londra, Venezia copiati nei loro elementi-simbolo e incollati in centri asiatici, africani o americani, in cornici talmente lontane da suggerire che, in realtà, a dare un senso all’identità di una città sono le persone che la abitano e le storie che la raccontano.

Borgo Roma, un film per capire il cambiamento

Ed è proprio delle persone del sobborgo veronese che parla l’ultimo ‘mediometraggio’ proposto, Borgo Roma – un documentario che La Fabbrica del Quartiere ha realizzato come parte del progetto di mappatura urbana all’interno del laboratorio partecipativo “Borgo Roma nel tempo – passato, presente e futuro di un quartiere in cambiamento” a cura di Ezme Film e in collaborazione con Ctg Un Volto Nuovo.

Interviste, foto e immagini che parlano della storia delle strade che ospitano la rassegna e i suoi spettatori. Ma anche un modo per far riflettere sulle possibilità e sul domani di un quartiere che vuole ritrovare la sua personalità e la sua attrattività. Contando sulla presenza dei registi produttori del film e del documentario proiettati, la serata si concluderà poi con un dialogo con gli spettatori.

Una “fabbrica” per costruire socialità

Insomma, più che una rassegna cinematografica, un’opportunità di aggregazione, spunti per un pensiero critico e per una partecipazione civica più consapevole. Così com’è negli obiettivi di tutte le attività del collettivo de La Fabbrica del Quartiere. L’associazione, infatti, propone momenti di conoscenza e dibattito con la cittadinanza – come lo “Svuotaidee”, un incontro per scambiare idee nel cassetto legate al quartiere previsto per giovedì 21 alle 19 e dedicato a giovani tra i 16 e 35 anni.

La mostra “Chi è Borgo Roman?” è visitabile nella sede de La fabbrica del quartiere, foto pagina Facebook.

Oppure la mostra fotografica presente nella sede di Via Bruto Poggiani 2, intitolata “Chi è Borgo Roma?” e nata da un laboratorio sviluppato insieme al fotografo Alessandro Romagnoli e ai giovani del territorio. Esempi di riqualificazione urbana e occasioni di confronto generazionale originali e, sicuramente, preziosi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA