Dopo la vittoria di Damiano Tommasi e della coalizione Rete, che sancisce un cambio di passo non solo nel modo di comunicare ma anche di fare politica, abbiamo incontrato Tommaso Ferrari, consigliere comunale in area Traguardi, per capire quali siano le sfide importanti e urgenti da fronteggiare, in attesa del primo consiglio comunale.

La prima domanda è d’obbligo: come siamo arrivati a questa vittoria storica? 

«La si deve a due fattori: il primo è che la città si è accorta dello stallo che si era creato su alcuni dossier, vedi il filobus, la raccolta differenziata al 50%, un aeroporto che in 15 anni si è sviluppato pochissimo. L’elenco è lunghissimo. Il secondo fattore, è aver fatto una proposta credibile imperniata sulla società civile e sul civismo. Il risultato dice che nelle amministrative conta coinvolgere i cittadini e le cittadine ed è un modello esportabile. Le persone votano le persone, la proposta amministrativa e il grado di coinvolgimento che sentono in quella proposta. Aver creato una candidatura civica, supportata anche da movimenti civici e partiti insieme, è stata determinante e ha fatto avvicinare la nostra idea alla maggior parte dei veronesi».

A suo avviso c’è la possibilità di integrare il programma di Tommasi con quanto adesso è in stand-by A Verona? 

«Nel 2017 abbiamo vissuto la candidatura di Sboarina soprattutto come proposta contro l’amministrazione precedente, quella di Tosi. Francamente noi siamo nati con un programma e delle idee per far ripartire Verona. Nel percorso amministrativo degli ultimi anni ci sono idee da portare avanti e credo sia sbagliatissimo interrompere e ricominciare da capo». 

Data l’imminenza delle nomine si aspetta un incarico come assessore? Quali obiettivi ritiene di poter realizzare?

«Per quanto riguarda Traguardi, il risultato elettorale è già un’enorme vittoria. Siamo presenti in tutti i quartieri, abbiamo preso quasi il sei per cento dei voti, con una maggioranza di under 35 e donne, credo sia un piccolo miracolo politico di cui siamo orgogliosi. Davanti a noi, finalmente si prospetta la possibilità di passare dalle proposte alla loro attuazione. Il nostro desiderata è di contribuire all’ideazione e alla realizzazione di proposte nell’ambito di questa amministrazione. Vogliamo anche espanderci nei prossimi anni a Verona e coinvolgere più persone. Per quel che riguarda Tommaso Ferrari, non ho nessuna richiesta, come gli altri della coalizione metto a disposizione di Damiano Tommasi le mie competenze e il mio percorso amministrativo. Deciderà poi il sindaco in piena autonomia». 

Festeggiamenti dell’onda gialla per l’elezione di Damiano Tommasi, foto Traguardi.

Ci sono diverse proposte su giovani e neet in particolare, penso ad alcune proposte che ho sentito da parte di +Europa. Traguardi come si pone su questo tema? 

«Da questo punto di vista la coalizione Rete è già attrezzata con il programma 18-30, cioè 18 proposte per gli under 30 e credo che sia obiettivo di questa amministrazione realizzarle tutte quante. Credo sia un cambio di paradigma molto interessante perché spesso sono i vecchi a parlare di giovani e mai questi ultimi ad essere protagonisti del loro cambiamento. Credo che i tanti ragazzi dell’onda gialla di Damiano lo abbiano fatto perché hanno sentito di essere protagonisti. Ci sono tantissime energie sul territorio e il Comune a mio avviso deve farsi facilitatore di processi, creare un contesto in cui queste energie possano esprimersi al meglio. Sono convinto che in questi anni ci siano state logiche che non hanno liberato queste energie o ne hanno liberate solo alcune,  secondo criteri forse non meritocratici o democratici. Nostro compito è parlare a tutte le energie di Verona». 

Quanto pesa il tema parità di genere nella coalizione?

«Lo definirei identitario all’interno della coalizione. Abbiamo proposte che toccano ad esempio il tema del bilancio di genere, cioè analizzare quanto le proposte amministrative vadano ad impattare su un’effettiva parità tra uomini e donne. Situazioni come la nomina del cda della Fiera, che ha visto otto uomini eletti per otto candidature, credo siano la cartina di tornasole su quanto sia necessario un lavoro importante. Inoltre, molto resta da fare resta sul tema della conciliazione lavoro-famiglia, un ambito dove spesso è la donna a pagare il prezzo più alto. Sono temi della nostra generazione, assolutamente contemporanei che possono fare di Verona una città più o meno europea». 

Per quanto riguarda le circoscrizioni, partiamo da un retaggio di accentramento lasciato dall’amministrazione precedente. In proposito, lei su cosa si vorrebbe confrontare con il sindaco? 

«Damiano Tommasi è il primo sponsor di una politica di prossimità. Credo che serva dare alcune deleghe specifiche. Ci sono situazioni sulle quali la circoscrizione può dare il suo parere senza che sia però vincolante, ma altrettanto ci sono aspetti che riguardano alcune progettualità del quartiere – parliamo del degrado di alcune aree, del mantenimento di strade – che credo vadano assegnate più alle singole circoscrizioni in termini di gestione. Ritengo la prossimità molto importante in politica, il cittadino deve sentire di avere un presidio accanto a sé». 

Tommaso Ferrari

Sul tema sicurezza, come vede la situazione attuale della città?

«Sul tema sicurezza si danno soluzioni facili a temi complessi, e sono sempre sbagliate. Sicuramente un presidio del territorio scongiura alcuni tipi di atti violenti, di degrado. Penso a una presenza che permetta ai ragazzi di essere protagonisti di quel luogo. Ci sono campetti, piazzette che diventano luoghi di spaccio: certamente serve il controllo delle forze dell’ordine, ma più ancora serve coinvolgere ragazze e ragazzi all’interno di quello spazio.

Sono molto convinto che ad esempio il fenomeno baby gang sia generale e vada affrontato con approccio e progettualità nuove. Sicuramente il lockdown ha avuto effetti su più di una generazione, le politiche sociali hanno di fronte nuovi bisogni che richiedono nuove soluzioni. Difficilmente il Comune può agire da solo, serve cooperare con il Terzo settore. Si può rendere sicuro un luogo con il controllo, ma soprattutto con la rinascita degli spazi e la rigenerazione sociale». 

Ambiente e città: cosa può fare un’amministrazione di fronte all’emergenza climatica?  

«L’ambiente è il tema centrale delle grandi città, in primo luogo perché sono protagoniste a livello globale nella sfida ai cambiamenti climatici. In secondo luogo le città devono sopravvivere. Oggi vediamo l’impatto economico e sociale che la siccità sta avendo in ogni settore. La scienza ci sta dicendo che entro trent’anni il ghiacciaio della Marmolada corre il rischio di estinguersi. Stiamo toccando con mano la portata di questa emergenza, la più grossa che l’umanità debba affrontare, a livello mondiale, europeo, nazionale, locale. Anche Verona deve fare la sua parte, per essere una città con più verde, dove si respira meglio.

Credo però che la sfida ambientale sia gigantesca e non la si stia affrontando come vera urgenza. Se si vogliono implementare politiche per i prossimi cinquant’anni anni, credo che l’ambiente debba per forza essere una priorità trasversale. Ovvero, tutti i processi della città devono essere visti in un’ottica sostenibile. Questo implica soluzioni coraggiose, come la diminuzione del traffico, efficientare gli edifici pubblici, avere programmi di riforestazione urbana molto ambiziosi, di cui il Comune insieme ai privati si deve fare carico». 

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