La mossa di Flavio Tosi di entrare, tre giorni dopo le elezioni del 12 giugno, in Forza Italia ha visto per qualche ora vacillare le sicurezze del centro-sinistra “tommasiano”, che temeva di veder svanire l’indubbio vantaggio di correre contro un centro-destra diviso.

Tosi, come scrivevamo ieri, ha cercato di monetizzare al massimo il suo 23%, un risultato per molti aspetti ottimo considerato che non aveva alle spalle nessun grande partito nazionale, ma non sufficiente per arrivare al ballottaggio di domenica 26 giugno. Un risultato anche che, dall’altra parte, faceva certamente gola a chi, nel centro-destra, non vede di buon occhio le divisioni, che (mutatis mutandis) già vent’anni fa consegnarono la città agli avversari. Ecco, quindi, che sempre ieri esultava chi vede nel sostegno di Tosi a Sboarina la naturale soluzione di una rivalità ormai storica, che ha letteralmente lacerato quella parte politica in città per anni.

Tosi, però, non si è accontentato dell’ingresso in Forza Italia e di un “banale” appoggio. Com’era lecito attendersi ha chiesto “qualcosa” in cambio e quel qualcosa si traduce in – rullo di tamburi – ben quattro assessorati, a cui si aggiungerebbero, in caso, anche nove consiglieri. Ribadiamo: quattro assessorati e nove consiglieri.

Una richiesta assai elevata, soprattutto in considerazione del fatto che Sboarina avrebbe avuto a quel punto poco margine sull’ex nemico in Consiglio e sarebbero bastati a quel punto solo un paio di “cambi di casacca” – cosa che peraltro nel centrodestra ha dimostrato di non disdegnare – per ribaltare i giochi di forza. Quattro assessorati, poi, sarebbero stati quasi la metà del totale… Mica noccioline, anzi.

La scelta di Sboarina

«Il cuore della maggioranza dei veronesi batte già unito nel centrodestra a prescindere dai tecnicismi e dallo spostamento di uno o più simboli da una parte all’altra della scheda elettorale». Con queste parole il sindaco uscente Federico Sboarina, in un’affollata conferenza stampa in piazza San Zeno, oggi pomeriggio – per la sorpresa di molti – ha rispedito al mittente l’offerta di Tosi. «Ringraziamo Tosi e Forza Italia per l’apertura ufficiale all’apparentamento, così come il presidente Silvio Berlusconi che nelle scorse settimane aveva già dichiarato che il suo partito al ballottaggio avrebbe appoggiato chi nell’alveo del centrodestra avrebbe preso più voti, ma la nostra è una scelta di coerenza, senz’altro coraggiosa, però rispettosa dell’elettorato, e per noi quest’aspetto viene prima di ogni altra cosa. Siamo contenti dell’appoggio di Forza Italia, che riunisce il centrodestra in unica casa. Noi il contratto abbiamo deciso di firmarlo direttamente coi veronesi, e non all’interno dei palazzi per mezzo di un apparentamento tecnico che non sarebbe stato apprezzato dai cittadini e avrebbe regalato alla sinistra, per una stranezza della legge, un maggior numero di consiglieri comunali.»

La conferenza stampa di Sboarina in piazza San Zeno, questo pomeriggio

Al di là dell’ultimo aspetto tecnico, evidenziato dal primo cittadino in carica, è chiaro che il “pegno” da pagare nei confronti di Tosi abbia pesato non poco sulla scelta finale. Sboarina, dopo averci riflettuto, deve aver capito che in quel tipo di operazione avrebbe avuto più da perdere che da guadagnare e ha quindi optato per la scelta per lui più coerente con il percorso fin qui intrapreso. Che, lo ricordiamo, è sempre stato quello di smarcarsi il più possibile dall’ex sindaco, di cui, in occasione del suo primo mandato, è stato anche Assessore.

A questo punto dovrà farcela senza l’appoggio di una parte dell’elettorato di Tosi che avrebbe probabilmente seguito il suo alfiere nell’appoggio a Sboarina, almeno sulla carta. Sboarina potrà comunque contare sull’appoggio di Forza Italia, che gli porterà potenzialmente in dote – sempre che vengano più o meno confermati i voti espressi il 12 giugno – il 4,3%. Non moltissimo, certo, ma non di soli numeri (e voti) vive il politico oggi e l’immagine di Sboarina, in caso di apparentamento con Tosi, non ne avrebbe certo giovato.

Inoltre con questa mossa Sboarina ora potrà contare su tutti i suoi voti (senza perderne nemmeno uno, anzi, forse guadagnando qualcosa) e magari anche su chi, fra gli elettori di Tosi, aveva già scelto in caso di ballottaggio fra Sboarina e Tommasi, di votare comunque per il candidato di centro-destra. Infine a tutti questi potrebbero aggiungersi anche gli indecisi, quelli che non vedevano affatto di buon occhio i potenziali “inciuci” fra Tosi e Sboarina e che ora si ritrovano con un sindaco che quantomeno ha avuto la forza (per non dire “le palle”) di dire di no. La sua scelta, insomma, potrebbe pagare anche in termini elettorali. Una scelta che forse non gli darà la vittoria finale, ma se sconfitta deve essere almeno sarà più che onorevole.

Come sarebbe andata se…

La scelta contraria, invece, cioè quella di accettare l’appoggio di Tosi, gli avrebbe dato molte più chance di vincere il ballottaggio, ma gli avrebbe anche fatto perdere molto in termini di immagine e di “governabilità” della città. In caso di vittoria con Tosi, infatti, sarebbe stato costretto per tutti i cinque anni di mandato a fare gli “equilibrismi”, con la concreta possibilità di essere presto relegato in un angolo.

Federico Sboarina

Inoltre se è vero da una parte che potenzialmente si sarebbero sommati i suoi 33% dei voti al 23% di Tosi per un totale del 56%, che non avrebbe lasciato scampo a Tommasi, dall’altra è altrettanto vero che questi calcoli puramente matematici a questo punto valgono poco o nulla.

Perché in questa fase contano le persone e i messaggi verso la cittadinanza, molto più che i partiti e il senso di appartenenza. Inoltre è più che probabile che una buona parte dell’elettorato di Tosi alla fine decida comunque di non andare a votare al ballottaggio, abbassando ulteriormente l’affluenza alle urne già non alta del primo turno. In quel caso fu del 55% ma ricordiamo che cinque anni fa al ballottaggio si presentò circa il 44% degli aventi diritto. Una situazione che potenzialmente si potrebbe ripetere.

«Auspichiamo un grande incontro pubblico di tutta la famiglia di centrodestra in grado di garantire sin d’ora un percorso amministrativo comune e trasparente nell’interesse della città, perché i veronesi di centrodestra condividono per natura la stessa visione del lavoro, della famiglia, della sicurezza, del sociale, dello sviluppo della città, della difesa delle nostre tradizioni» ha concluso poi Sboarina. «Per queste ragioni riteniamo che anziché un apparentamento tecnico al ribasso sia più importante impegnarci per un grande accordo programmatico che definisca insieme la miglior squadra possibile al servizio di Verona.»

Insomma, senza Tosi, ma possibilmente con i suoi elettori di centro-destra. Non semplice, ma la “strategia” potrebbe anche funzionare. Sarà la scelta vincente? Lo sapremo solo il 26 giugno. Sboarina però ha portato avanti la sua idea. Comunque vada, ne siamo certi, non la rimpiangerà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA