C’è una piccola folla al Parco San Giacomo per ascoltare le parole di Flavio Tosi. Si respira entusiasmo per l’appoggio ormai certo di Forza Italia alla coalizione dell’ex sindaco, e sul prato di Borgo Roma, oltre che i candidati delle varie liste, sono presenti numerosi sostenitori.

È un comizio senza fronzoli. Dura solo pochi minuti. I messaggi sono chiari e semplici: Verona è tornata a essere una città insicura, e Tosi non ha dubbi su come correggere la rotta.

Dopo il tramonto gira brutta gente.

«La scelta del Parco San Giacomo come luogo per parlare di sicurezza non è casuale – comincia Tosi – È la prima delle promesse realizzate dalla mia amministrazione, quando Zanotto voleva costruirci otto grattacieli. Ma il parco – continua – è diventato, specialmente per le ragazze e per gli anziani, una zona insicura. Questo vale per tutte le aree pubbliche, non solo nei quartieri ma anche in centro città.»

Secondo Tosi le aree verdi e le piazze cittadine, dalla Gran Guardia ai giardini Pradaval, da via Manin ai Bastioni, necessitano di una “operazione di pulizia”. Non parla di rifiuti naturalmente, ma di “brutta gente” che gira in città dopo il tramonto. Brutta gente che deve essere “mandata a casa”.

È carico Tosi, e il pubblico lo segue. Riscuote applausi quando parla di “azione di pulizia radicale” resa necessaria dall’inattività e lentezza dell’attuale amministrazione. Per restituire le aree pubbliche ai veronesi, anche nelle ore serali, Tosi ha una ricetta che riassume chiaramente: torna lo sceriffo del 2007. La folla gradisce.

Vigili e telecamere

La ricetta dell’ex sindaco per restituire “Verona ai veronesi” spinge forte sul controllo del territorio: riorganizzare l’attività dell’esercito che non deve stare solo in Piazza Bra e a Castelvecchio ma deve battere i quartieri, istituire il “vecchio” vigile di quartiere come figura di riferimento per la comunità, installare telecamere smart per un controllo capillare, gestite da una nuova sala operativa. Infine impiegare, ove non bastassero le forze dell’ordine, delle guardie giurate armate per controllare specifiche aree della città. 

È un Tosi muscolare, quello del Parco San Giacomo. Che tiene i toni alti e che riprende alcuni degli slogan dell’ormai lontana prima campagna elettorali. Slogan che, a quanto pare, hanno conservato l’efficacia negli anni.

Il tema sicurezza e i nuovi elettori

Guardandosi intorno, tra bandiere e sostenitori, è interessante notare la composizione di questa piccola folla. L’età media è abbastanza alta, ma sono presenti anche alcuni giovani. 

Sono presenti anche molti dei cosiddetti “nuovi veronesi”, membri delle diverse comunità etniche che compongono il tessuto di Verona. In particolare spicca la presenza della comunità Srilankese e di quella Nord Africana. Segno evidente di un lavoro ben svolto da Tosi per coinvolgere anche queste parti della popolazione veronese spesso accantonate in campagna elettorale. 

In questo senso è interessante notare l’abilità di Tosi nell’evocare parole d’ordine – pulizia e brutta gente da mandare a casa – che un tempo venivano spesso usate in chiave xenofoba, ma che ora possono essere riciclate facendo presa anche sulle comunità di immigrati che, evidentemente, condividono questa esigenza di sicurezza. 

«Non è solo una percezione – precisa Michele Croce rispondendo alle domande dei giornalisti – i Veronesi non sono stupidi e si rendono conto delle problematiche. Il problema della sicurezza è un problema reale che va risolto con il controllo del territorio.»

Beatrice Verzè: «Non solo repressione»

A cento metri dal comizio di Tosi, dall’altra parte del parco, c’è il gazebo di Traguardi, con la vice presidente Beatrice Verzè impegnata a incontrare i cittadini, assieme ad altri membri del gruppo V circoscrizione del movimento civico. Ha ascoltato il comizio dell’ex sindaco, ma non è convinta delle ricette. 

Beatrice Verzé – Traguardi

«La questione della sicurezza dei cittadini è molto importante e non deve essere ridotta a slogan – dichiara – è vero che a Verona, come in altre città, è presente il problema delle baby gang, ma ci sono due modi di affrontarlo. Uno è trasformarlo in una pura questione di ordine pubblico, portando avanti azioni repressive e talvolta violente anche psicologicamente, come i controlli coi cani nelle scuole. L’altra è affrontare il fenomeno come un problema sociale.»

«Il modo più efficace per rendere sicuri i quartieri è farli tornare a vivere – continua Verzè – con la promozione di attività culturali e occasioni di aggregazione per le comunità. Fare in modo che questi ragazzi abbiano un’offerta di spazi e di attività da parte della comunità è importante per arginare il problema della criminalità giovanile alla fonte.»

La sicurezza al centro

Due visioni del problema contrapposte in campagna elettorale, una più di impatto nei toni e nei contenuti, che promette una risposta immediata nell’elettorato, l’altra più concentrata sul futuro e attenta ai temi della coesione e dell’inclusione. 

La terza posizione, quella espressa dal sindaco Sboarina il mese scorso in occasione della conferenza stampa “Malamovida, chi l’ha vista?”, è che la percezione di insicurezza e il fenomeno baby gang siano largamente esagerati e che la presenza delle forze dell’ordine sul territorio rendano Verona una città sicura già oggi, grazie all’operato dell’amministrazione.

In ogni caso il tema della sicurezza è tornato al centro della campagna elettorale, e il messaggio lanciato da Tosi è arrivato forte e chiaro ai concorrenti: il “sindaco sceriffo” è tornato. 

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