Mercoledì 16 marzo, l’OIM, (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni che fa parte del Sistema delle Nazioni Unite) ha lanciato un allarme per il rischio di tratta di esseri umani, sfruttamento e abuso sessuale in Ucraina e nelle regioni circostanti, alla luce dell’aumento del numero di persone vulnerabili in fuga dalla guerra.

Il giorno dopo, giovedì 17 marzo, il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sull’azione contro la tratta degli esseri umani (GRETA) ha diramato un comunicato stampa per mettere in guardia sui pericoli per le persone in fuga dal conflitto armato in Ucraina che cadono vittime della tratta e dello sfruttamento di esseri umani. Nota a margine ma interessante: sono stati membri di GRETA tutti i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa, più altri 2 Stati non membri: Bielorussia e Israele.

Cosa sta succedendo?

Sono più di 3 milioni le persone attualmente fuggite dall’Ucraina, compresi 162.000 cittadini di altri Paesi. Si stima che il 90% di loro siano donne e bambini.

Foto di Artūras Kokorevas

Una situazione che, come spesso accade in questi casi, fa gola ai trafficanti di esseri umani, pronti ad approfittarsi dell’estrema vulnerabilità dei profughi e proporgli la fuga e la sicurezza, in cambio di soldi. O di prestazioni sessuali.

Il flusso senza precedenti di persone pone sfide logistiche significative sia per le istituzioni statali sia per le organizzazioni umanitarie, in particolare quelle dei Paesi confinanti con l’Ucraina.

E sono proprio le associazioni preposte all’accoglienza ad aver già segnalato casi di persone trafficate in cambio di denaro, rapporti sessuali o servizi lavorativi.

Le segnalazioni riguardano anche trafficanti che prendono di mira, in particolare, bambini senza genitori, molti dei quali risultano attualmente dispers, a seguito della frettolosa evacuazione degli orfanotrofi e delle famiglie affidatarie.

«Le persone in fuga dalla guerra sono fisicamente e psicologicamente indebolite, non hanno familiarità con il nuovo ambiente e sono altamente vulnerabili a cadere preda dei criminali – afferma Helga Gayer, presidente di GRETA -. Le strutture che accolgono i rifugiati devono assicurarsi che siano informati dei loro diritti, in una lingua che possano capire e che ricevano supporto psicologico e materiale. Le autorità devono adottare misure per prevenire offerte fraudolente di trasporto, alloggio e lavoro e rafforzare i protocolli di sicurezza per i minori non accompagnati, collegandoli ai sistemi nazionali di protezione dei minori.»

In Romania, per esempio, è già stato segnalato un traffico organizzato di esseri umani, con donne ucraine costrette a prostituirsi. In Polonia invece, l’associazione Homo Faber e altre 41 associazioni polacche hanno scritto una lettera al governo, affinché crei un coordinamento tra autorità e ONG sul campo per affrontare l’enorme flusso di rifugiati.

Foto di archivio (Caritas Polonia)

Delle tre milioni di persone fuggite dall’Ucraina, infatti, oltre la metà sono arrivate in Polonia. Ed è proprio qui che i gruppi criminali di tutta Europa starebbero agendo per contattare e sfruttare i soggetti più vulnerabili. Molti contatti avvengono anche attraverso gruppi creati sulle piattaforme di messaggistica WhatsApp e Telegram, che hanno già migliaia di membri.

D’altra parte, anche nei Paesi di arrivo emergono i primi casi di sfruttamento a conferma dell’effettiva esistenza di un traffico di esseri umani che non ha perso tempo ad attivarsi.

In Belgio l’ONG Payoke, un centro per le vittime del traffico di esseri umani, ha denunciato alla polizia il caso particolare di una rifugiata ospitata in cambio di servizi sessuali. Altre tre donne sono state trovate dalle autorità di Anversa, nascoste nella soffitta di una macelleria in cambio di lavoro sotto pagato.

Servono azioni di contrasto urgenti

OIM, Consiglio d’Europa e le varie associazioni coinvolte concordano sulle azioni necessarie per contrastare di questo grave fenomeno.

L’OIM sta collaborando con le agenzie di frontiera e i partner governativi per implementare meccanismi di prevenzione della tratta, come la diffusione di messaggi volti a garantire la protezione delle vittime, allo scopo per fornire informazioni verificate e sicure e per sensibilizzare gli sfollati, compresi i cittadini di paesi terzi, a prendere decisioni informate e ad essere consapevoli dei rischi.

L’organizzazione ha anche rafforzato numeri verdi in loco per dare informazioni sulla sicurezza e su servizi disponibili. L’OIM in Ucraina, Romania e Moldavia ha pubblicato informative online che trattano di migrazione sicura e lotta alla tratta e che forniscono indicazioni fondamentali su servizi di alloggio, trasporto e segnalazione di casi di tratta.

Secondo GRETA inoltre, occorre rafforzare il coordinamento ai valichi di frontiera e alle strutture di accoglienza per garantire l‘accurata registrazione dei rifugiati e il loro accesso alla documentazione necessaria, ai permessi di soggiorno e ai servizi essenziali.

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