Un altro anno è passato. Un anno difficile tanto quanto quello che l’ha preceduto, in cui la pandemia ha continuato a farla da padrona, insieme alla crisi ed a tutti i disagi accessori.

All’inizio di questo nuovo anno però, prima di mettersi tutto alle spalle, è bene ricordarsi di ciò che merita di essere recuperato.

Ecco allora una lista, senza alcuna pretesa di esaustività, di uscite musicali del 2021 che vale certamente la pena di portare con sé nell’anno nuovo.

THE WAR ON DRUGS – I DONT WANT TO LIVE HERE ANYMORE

Il ritorno sulle scene della band di Philadelphia è un album maturo che consolida la “formula” della band. Un album che affronta i quesiti esistenziali tanto cari al frontman Adam Granduciel parlando del cambiamento e dell’evoluzione. Un viaggio attraverso la nostalgia tutta americana degli anni 80’. Un album dentro il quale vale la pena di lasciarsi trasportare. Per un approfondimento ulteriore, leggi la recensione.

VENERUS – MAGICA MUSICA

Magica musica – Venerus

Che la musica italiana si sia da tempo svegliata e stia affrontando con maturità una quieta rivoluzione è opinione ormai diffusa. Nel panorama del genere per eccellenza del pop, però, non è sempre facile essere rivoluzionari. Tra i tributi dovuti all’ascoltabilità, è sempre esiguo lo spazio per prendersi delle libertà creative significative. Di queste difficoltà, evidentemente, nessuno ha avvisato Andrea Venerus: una produzione tanto attenta da essere quasi maniacale, non un featuring fuori posto, tutto il piacere ballabile di un pop diretto e una vena cantautoriale perfettamente inserita nel contesto di un album profondo e leggero allo stesso tempo. Una delle uscite più importanti per quanto riguarda la musica italiana degli ultimi anni.

BIFFY CLYRO – THE MYTH OF THE HAPPILLY EVER AFTER

Decisamente inaspettato e, forse anche per questo, decisamente apprezzato: il nuovo album dei Biffy Clyro è tutto ciò che piace della band. Con il potenziale di mettere d’accordo i fan dei graffianti riff di chitarra di Only Revolutions e gli appassionati di un alternative rock più facile da ascoltare, The Myth Of Happilly Ever After è un disco che racchiude tutto l’eclettismo della band scozzese. Un’uscita passata forse un po’ in sordina, ma che chiunque apprezzi una certa musica che ancora riesce a spezzare le catene dei generi ha l’obbligo di ascoltare.

COMA_COSE – NOSTRALGIA

Nostralgia – Coma_Cose

Dopo il successo arrivato grazie a Sanremo, dove il duo meneghino ha portato con enorme riscontro di pubblico “Fiamme negli occhi”, i Coma_Cose escono con un album intimo, personale, che racchiude tutta l’identità musicale dei due componenti. Nel momento di maggior fama e successo commerciale, riescono a confezionare un’uscita che non concede nulla a nessuno. Il loro linguaggio, per parlare di loro stessi.  

IOSONOUNCANE – IRA

Forse una delle uscite più “particolari” di questa lista, decisamente una delle più particolari di quest’anno in Italia. Iosonouncane, pseudonimo di Jacopo Incani, svolta bruscamente dopo il successo ottenuto con Die, virando verso una lingua nuova fatta di elettronica oscura e rimestii jazz che sembra uscita dall’underground più profondo. Inutile spendere troppe parole, che comunque ridurrebbero la portata di questo disco: ascoltare per capire.  

TYLER, THE CREATOR – CALL ME IF YOU GET LOST

Come alcuni critici hanno affermato, ogni uscita di Tyler, The Creator merita attenzione solo per il fatto di essere di Tyler, The Creator. Certo, dopo subentrano i gusti personali e soggettivi, e ognuno valuta da sé il valore della musica che ascolta. Forse non è un caso però che la maggior parte del pubblico e della critica sia d’accordo nel definire Call Me If You Get Lost una delle uscite più interessanti del 2021. Tyler Okonma (che per la durata dell’album veste i panni dell’alias Tyler Baudelaire) mette a frutto tutto il suo variegato arsenale di influenze soul, RnB, jazz e chi più ne ha più ne metta. Il tutto per produrre un album rap completo, carico, a tratti arrogante, autocelebrativo, ma in cui c’è spazio anche per la sincerità di dubbi e insicurezze. In poche parole, promosso a pieni voti (e all’unanimità).

COSMO – LA TERZA ESTATE DELL’AMORE

La terza estate dell’amore – Cosmo

Il guru radicale del pop elettronico in Italia, paladino dei concerti in presenza: Cosmo sa comporre musica che si nutre del sudore del contatto tra i corpi delle persone che saltano accalcati sulla pista da ballo di una discoteca. La terza estate dell’amore è vita, è sintesi perfetta dell’etica e della poetica dell’artista, raccontata con un linguaggio nuovo: lavoro, musica, amore, ogni elemento risuona attraverso le vibrazioni dei bassi dal ritmo martellante. Diretto e allo stesso tempo poetico, ballabile e cantautoriale. Un album che fa venire voglia di protestare per la riapertura immediata delle discoteche. In attesa di poter tornare ad assembrarsi, va ascoltato ed assimilato.

LIL NAS X – MONTERO

Chiunque possa affermare, nel corso di una vita lunga poco più di 20 anni, di aver mosso le acque di un genere solido negli Stati Uniti come quello del Country e di aver sconvolto in pochi anni l’opinione pubblica americana (ma non solo) merita senz’altro attenzione. E di attenzione Lil Nas X, nome d’arte di Montero Lamar Hill, ne ha ricevuta – e ha dimostrato di meritarla. Una delle icone queer del nostro tempo, il suo album di debutto è un pop dalle influenze trap ma anche country complesso e sfaccettato come lui, dove la tristezza si nasconde sotto l’esuberanza, dove tutte le contraddizioni si mescolano per formare un’immagine coerente. Non a caso l’album prende il suo nome: questo lavoro è Montero Lamar Hill messo – di quando in quando letteralmente – a nudo.

SILK SONIC – AN EVENING WITH SILK SONIC

An evening with Silk Sonic – Silk Sonic

Bruno Mars è uno di quegli artisti che da anni cavalca la cresta di un’onda di fama e successo che però avanza abbastanza placida, senza particolari scossoni. Tutti lo conoscono, spesso superficialmente, magari per qualcuna delle sue tante hit da radio. Nel 2021, però, Bruno Mars si unisce ad Anderson .Paak e forma i Silk Sonic. L’album d’esordio, An Evening With Silk Sonic, unisce RnB, soul, funk, nostalgia e passione, riuscendo a sintetizzare gli anni 60 e 70 in un disco dalla produzione strabiliante, equilibrato e divertente, che sprizza carisma da ogni poro e riesce a non scadere mai nel citazionismo. La personale versione di Paak e Mars delle loro influenze musicali. E qui, anche i critici più esigenti e severi, non possono evitare di battere i piedi a tempo.   

MADAME – MADAME

Il primo contratto con un’etichetta discografica, Madame (al secolo Francesca Calearo), l’ha firmato quando aveva appena 16 anni. Nel corso del tempo ha avuto a più riprese occasioni di dimostrare il proprio talento, fino a raggiungere una vera e propria consacrazione partecipando al festival di Sanremo nel 2021. Subito dopo esce con il suo primo album, il self-titled Madame: 16 tracce (tra cui 8 featuring) dove la 19enne vicentina mostra tutto il suo talento come cantautrice dalle diverse ispirazioni transgenerazionali. È un album che sa di rap, di trap, ma anche molto di cantautorato, con testi profondi e che affrontano temi e tabù della giovinezza, con una voce (in senso lato) matura e coraggiosa. La targa Tenco vinta per la migliore opera prima nel 2021 non è un caso, ma la certificazione delle già solide qualità di un artista che ha davanti a sé il potenziale per una carriera incredibilmente fruttuosa.

MARRACASH – NOI, LORO, GLI ALTRI

Noi, loro, gli altri – Marracash

Quando nel 2019 Marracash è uscito con Persona, era facile immaginare che quello potesse essere il punto più alto della sua carriera, concentrata in un album sotto ogni punto di vista vicino alla perfezione. Invece, con un’uscita che ha riscosso forse pure più successo della precedente, il rapper siciliano vede e rilancia, vincendo ancora un’altra mano. Povertà, identità, alienazione e frammentazione nella società odierna. Un concept analizzato in ogni sua sfaccettatura, attraverso canzoni solide e featuring necessari, che donano ancora più struttura a tracce alle quali comunque basterebbero base e voce per essere dei capolavori. Un album che sembra consegnato da Marracash direttamente alla storia del rap italiano.  

WHITECHAPEL – KIN

In una lista di uscite rap, trap, pop e RnB, la presenza dei Whitechapel, band apripista del genere del deathcore, potrà far alzare qualche sopracciglio. Eppure, pur appartenendo a quello che si potrebbe definire il “sottogenere di un sottogenere” (di un genere tra l’altro difficile da apprezzare come quello del Metal), Kin sia un album che merita il suo posto in questa lista. Phil Bozemann, da sempre acclamato come uno dei migliori vocalist della scena, con growl tanto potenti da poter abbattere edifici, è cambiato e così – insieme a lui – tutta la band. Il nuovo album segna una svolta introspettiva, a tratti quasi difficile da digerire nella profondità del dolore che sembra toccare. Una svolta perfettamente accompagnata da una radicale evoluzione stilistica: oltre allo scream e al growl (le tecniche vocali tipiche del deathcore), Bozemann si destreggia anche in sezioni melodiche pulite. Per una band da sempre in prima linea nelle schiere di un genere musicale che diffida da ogni melodia, è una mossa più coraggiosa di quanto possa sembrare. Una mossa decisamente riuscita. Per gli appassionati, come per chiunque desideri provare ad esplorare un genere nuovo, semplicemente un must.

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